Andrea Attardi. Classico Contemporaneo

Andrea Attardi. Classico Contemporaneo

 

Dal 01 Marzo 2019 al 01 Aprile 2019

Roma

Luogo: Museo dell'Arte Classica

Indirizzo: piazzale Aldo Moro 5

Orari: da lunedì a venerdì 9-19

Curatori: Eugenio Corsetti

Telefono per informazioni: +39 06 49694315

E-Mail info: polomusealesapienza@uniroma1.it

Sito ufficiale: http://mesefotografiaroma.com/evento-mfr/classico-contemporanea-andrea-attardi/



Apre la Prima Edizione del Mese della Fotografia di Roma una mostra fotografica particolare e di rara bellezza: “Classico Contemporaneo” è il lavoro inedito del maestro Andrea Attardi, docente all’Accademia di Belle Arti di Roma, critico e fotografo tra i più prolifici del nostro Paese. Diciotto immagini 50×60 delle statue in gesso (e degli spazi che le accolgono) del Museo dell’Arte Classica de La Sapienza. Una rigorosa selezione frutto dei numerosi giorni trascorsi da Attardi fra le mura del Museo, nel momento immediatamente vicino al passaggio del testimone della direzione al Prof. Marcello Barbanera, che ha dato vita a un nuovo corso e a una piena rinascita della Gipsoteca della Facoltà di Lettere de La Sapienza. Pertanto, l’esposizione di Andrea Attardi non poteva trovare collocazione migliore degli spazi del Museo stesso, con un allestimento che agevolerà il dialogo tra immagini e statue ritratte, introducendo lo spettatore in un luogo in cui il Classico e il Contemporaneo, per un momento, forse coincideranno.

“Le sculture non parlano, non si muovono, e sembrano non avere un’anima. Ma esistono, richiamando la nostra immaginazione verso un tempo ignoto: il passato della vita. Diverso è il presente, di questa vita, dove la fotografia vive di esseri umani che parlano e si muovono, che si fotografano e autofotografano in ogni attimo della giornata: siamo qui, ci siamo, guardateci.
All’opposto, credo che fotografare le sculture sia una delle discipline fotografiche più dinamiche; malgrado la sua fissità, paradossalmente una statua permette di girarvi intorno quanto desideriamo, di avanzare, di arretrare e di riavanzare ancora, fino alla magia che è trovare il punto di posizione dell’obbiettivo. Lì si disvela, come un brivido di seduzione, la geometria plastica di quei corpi che sì, un’anima l’hanno veramente, riemerge da ere remote dove grande considerazione aveva il culto della bellezza. In queste epoche, invece, di grande bruttezza, il perimetro di un museo appare come un cammino del silenzio, dove scopriamo che la culla della civiltà erano l’arte, l’estetica e lo studio. La fotografia, quella senza trucchi e artifici vari, non richiede il chiasso della festa o della tragedia, ma l’esercizio di una meditazione che contempla una variabile ormai sconosciuta al genere umano: l’attesa. Ho trascorso ore e ore, in differenti stagioni e in anni diversi, dentro questo Museo unico al mondo che è quello dell’Arte Classica all’interno della Facoltà di Lettere all’Università “La Sapienza” di Roma: un’enorme gipsoteca che racchiude innumerevoli sculture dislocate altrove, in originale. E poco importa se non siamo alla presenza di quelle autentiche, dove saremmo spinti da torme arrembanti di turisti distratti; la fotografia non sa, forse e per fortuna, distinguere il vero dalla copia. Ma ha l’immediata possibilità di congiungersi, attraverso la nostra contemporaneità, con l’elemento classico. Perché è solo l’attesa del volgere della luce, complice il bianco abbacinante del gesso, a sprigionare quell’intrinseco incanto che è la creazione di un’immagine, in un frangente di rara e autentica libertà per il fotografo.”

Andrea Attardi (Roma 1957), scrittore, fotografo, ha insegnato Tecnica della Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo dal 1984 al 1995 ed è attualmente titolare della cattedre di Fotografia, Storia della Critica fotografica e Fotografia per i Beni culturali all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha insegnato Storia della Fotografia del XX secolo presso l’Associazione culturale Officine Fotografiche di Roma. Dopo numerosi reportage nei paesi arabi, africani e asiatici (Marocco, Tunisia, Egitto, Giordania, Yemen del Nord, Kenia, Somalia, Tanzania, Costa d’Avorio, India, Nepal, Cina), concentra la sua attenzione verso le realtà sociali dell’America Latina, in particolare a Cuba, in Brasile, in Uruguay e in Argentina. Nel 2003 pubblica il saggio “Buenos Aires ora zero” (Ed. Desiderio&Aspel), sulla vita e la storia più recente della capitale argentina. All’attività di fotografo affianca quella di autore dei testi di presentazione di mostre e libri: suoi gli scritti critici della mostra di Francesca Romana Guarnaschelli “Promessa Terra”, nell’ambito del Festival Internazionale della Fotografia di Roma del 2013 e dei volumi di Enrico Nicolò “Oltre il visibile” (2013) e “Sgridò il mare e i venti” (2014). Ha esposto le sue immagini in gallerie private e istituzioni pubbliche: Roma ( “Il Fotogramma” 1982, “Al Ferro di Cavallo” 1988, “Fotoleggendo” 2009, “La Bibliothè” 2017), Perugia, Firenze, Torino, Trieste, Bari (Pinacoteca provinciale 1986), Palermo (Galleria Ellearte 2009), Ferrara (Palazzo dei Diamanti 1984), Marsala (Convento del Carmine 2009), Londra, Parigi (Centre G. Pompidou 1983), Recife (Istituto Italiano di Cultura 1997), New York (JFK Airport 1999), Buenos Aires (Universidad de Bologna e Centro Cultural Floreal Gorini 2005-2006). Andrea Attardi è autore dei volumi: “Sul palcoscenico di Minerva” (1982), “Paris/Soupault” (1983), “Giornale di bordo” (1984), “Per la libertà” (1987), “Indie” (1986), “Atlante di Sicilia” (1994), “Paesaggi siciliani” (2001), “Vetri, porti: una corsa per Palermo e dintorni” (2009), “Breviario siciliano” (Ed. Postcart 2012), “Vento di Buenos Aires” (Ed, Postcart 2019). Le immagini di “Breviario siciliano” sono state esposte allo Spazio Ducrot (Roma 2013), presso la libreria Brodway di Palermo (2013) e al Centro culturale Pier Paolo Pasolini di Agrigento (2014). Della sua opera fotografica hanno scritto: Piero Berengo Gardin, Giuseppe Cannilla, Aldo Gerbino, Diego Mormorio, Silvia Pegoraro, Angelo Pitrone, Giovanni Semerano, Enzo Siciliano, Philippe Soupault, Ennery Taramelli, Sergio Troisi, Giuseppe Turroni.

Inaugurazione 01 marzo ore 18

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