Canindé - L’anima francescana del Brasile
Dal 26 Gennaio 2018 al 16 Febbraio 2018
Roma
Luogo: Officine Fotografiche
Indirizzo: via Giuseppe Libetta 1
Orari: dal Lunedì al Venerdì 10-19.30
Telefono per informazioni: +39 06 97274721
E-Mail info: of@officinefotografiche.org
Sito ufficiale: http://roma.officinefotografiche.org
Venerdì 26 gennaio 2018 alle 19 inaugura a Officine Fotografiche Roma la mostra Canindé - L’anima francescana del Brasile di Giorgio Negro e Dario De Dominicis.
Canindé è una piccola città situata nel cuore del sertão, una regione semi-desertica del nord-est del Brasile. Sarebbe una tranquilla e anonima cittadina di provincia se non fosse che ogni anno ospita il secondo maggior pellegrinaggio al mondo dedicato alla figura di San Francesco d’Assisi.
In ottobre, un’immensa moltitudine di devoti invade la città, provenendo dagli angoli più remoti di quella regione, tradizionalmente molto cattolica. Si tratta di persone umili che dimostrano la propria fede con pratiche tipiche della cultura religiosa locale: se da un lato accettano i dogmi imposti dalla Chiesa, dall’altro non rinunciano al loro patrimonio di tradizioni, dove la fede si confonde con superstizioni e credenze popolari.
Nei giorni della festa di San Francesco, Canindé si trasforma in un quadro vivente di quel cattolicesimo popolare che ha fatto della devozione ai santi il fulcro del proprio universo religioso, garantendo con esso l’impulso alla diffusione del cattolicesimo ufficiale.
Il lavoro fotografico presentato in questa esposizione si intitola Canindé – L’anima francescana del Brasile e nasce da una ricerca realizzata dai fotografi Giorgio Negro e Dario De Dominicis. Colpiti dalla forza visiva dell’evento e incuriositi dal fenomeno sociale connesso, essi hanno documentato l’evento per quattro anni consecutivi.
In questo scenario anche la fotografia vive il suo momento di protagonismo: fotografi ambulanti in cerca di clienti, pellegrini e curiosi con i loro immancabili selfies, fino a ritrovarsi consacrata come oggetto di fede, nelle mani dei tanti devoti che offrono immagini di ogni tipo come ex-voto al Santo.
L’esperienza vissuta dai due fotografi ha dato anche origine ad un film documentario intitolato “Un altro Francesco”, scritto e diretto da Margarita Hernández e prodotto dalla Globo Film Brasile. Attraverso l’analisi del processo creativo di un saggio fotografico, il film vuole promuovere la riflessione sulla funzione dell’immagine nella nostra società e creare un parallelo tra le visioni popolare e “elitista” della fotografia.
Dario De Dominicis (Roma 1965) inizia a lavorare come fotografo professionista nel 1993, pubblicando su numerosi giornali italiani ed esteri. Dal 1999 ha rivolto sempre di più l’attenzione alla ricerca personale, lavorando su progetti di lungo termine: la pastorizia semi-nomade nell’Europa meridionale, i nostalgici della Monarchia in Italia, la vita dei seminaristi del Pontificio Seminario Romano.
Dal 2001 al 2009 ha insegnato fotogiornalismo presso l’Istituto di Istruzione Superiore Statale Cine-tv Roberto Rossellini. Nel 2004 pubblica il suo primo libro, “Una storia cubana”, pubblicato da Postcart, che riassume un’indagine di quindici anni sulla trasformazione socio-economica di Cuba dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Dal 2003 al 2009 ha tenuto corsi di fotogiornalismo presso la scuola Officine Fotografiche di Roma. Alla fine del 2009 si trasferisce a Rio de Janeiro. Tra il 2011 e il 2015 collabora assiduamente con testate francesi e tedesche per le quali segue i principali eventi della vita sociale brasiliana e l’impatto generato dall’arrivo di due mega-eventi, come FIFA World Cup e Olimpiadi. Nel 2012 e 2013 viene chiamato per realizzare la documentazione visuale di un libro dedicato alla storia dei lavoratori brasiliani schiavizzati in Amazzonia durante la II Guerra Mondiale, intitolato “Soldati di Gomma” e pubblicato da Escrituras Editora. Nel 2013 e 2016 ha tenuto workshops e conferenze presso il Festival Internazionale di Fotografia “Paraty em Foco”.
Giorgio Negro (Torino, 1959) coltiva, oltre al suo lavoro “abituale”, una forte passione fotografica sin dal 1992. Dopo essersi laureato in Ingegneria Elettronica, si trasferisce in Svizzera, dove inizia a lavorare come progettista software fino al 1995, quando entra a far parte del Comitato internazionale della Croce Rossa in qualità di Delegato. Da qui inizia una serie di missioni che lo porteranno in tutto il mondo, lavorando in ambito umanitario in molti conflitti armati e guerre: Cecenia, Perù, Colombia, Iraq, Israele e Territori Occupati, Sudan, Ciad, Libia tra gli altri. Nel 2005 Giorgio incontra il fotografo internazionale Ernesto Bazan, che gli farà scoprire la fotografia di strada, introducendolo al mondo dell’immagine in bianco e nero. Nel 2007 la rivista francese Réponses Photo pubblica un portfolio della prima fase del suo progetto Américas Latinas, attualmente in corso.
Nel 2012 inizia un progetto fotografico che documenta abitudini e costumi del suo paese di adozione, la Svizzera. La ricerca, ancora in corso, è realizzata in formato esclusivamente panoramico. Nel 2015 realizza un reportage fotografico sugli indios Ashaninka, in Perù.
Le foto sono state presentate in una mostra collettiva dal titolo Desaparecidos esposta nel Museo della Memoria a Lima ed in vari altri musei peruviani. Nell’autunno del 2018 il progetto sull’America Latina sarà raccolto in un libro fotografico pubblicato dalla BazanPhotos Publishing.
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