Claudio Cintoli. L'immagine è un bisogno di confine

Claudio Cintoli. L'immagine è un bisogno di confine
Claudio Cintoli. L'immagine è un bisogno di confine, MACRO, Roma
Dal 21 Giugno 2012 al 02 Settembre 2012
Roma
Luogo: MACRO
Indirizzo: via Nizza 138
Orari: da martedì a domenica 11-19; sabato 11-22
Curatori: Ludovico Pratesi, Daniela Ferraria
Costo del biglietto: intero € 8.50, ridotto 6.50; residenti € 7.50/5.50
Telefono per informazioni: +39 06 0608
E-Mail info: macro@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museomacro.org
Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita la prima importante retrospettiva dedicata a Claudio Cintoli (Imola 1935-Roma 1978) nella sua città d’adozione. Cintoli è un personaggio eclettico dall’identità polimorfa, con un percorso individuale vissuto sempre con febbrile intensità tra gli anni Sessanta e Settanta, seppur volutamente ai margini di un sistema.
La mostra, curata da Ludovico Pratesi e Daniela Ferraria, intende documentare i differenti aspetti della produzione dell’artista: dalla pittura alla scultura, dalle installazioni alle performance. La rassegna riunisce circa quaranta opere attraverso le quali il lavoro di Cintoli viene messo a confronto con il contesto artistico e culturale internazionale degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.
La mostra propone un percorso che inizia con una sezione dedicata alla produzione pittorica e che include i primi dipinti figurativi e informali degli anni Cinquanta, le tele realizzate con tecniche miste sperimentali di matrice pop e le opere iperrealiste degli ultimi anni, raffiguranti soggetti legati al tema della personalità artistica come ossessionata dall’ambiguità tra vita e morte, libertà e costrizione, corpo e anima. Si passa poi alla sezione dedicata alle sculture, come le serie Nodi e Pesi Morti, realizzate con materiali poveri e legate alle azioni performative quali Annodare, Chiodo fisso, Colare Colore (Roma, Galleria L’Attico, 1969), eal video che documenta Crisalide e che ha protagonista l’artista stesso. La mostra si conclude con la documentazione dei murali realizzati nel corso degli anni Settanta, tra i quali spicca il grande pannello per il Piper, storico locale di Roma. Infine, per la prima volta sono presentati al pubblico i Diari, tredici quaderni che - attraverso appunti, disegni e giochi di parole - accompagnano l’intera produzione artistica di Cintoli, costituendo un’imprescindibile guida alla comprensione del pensiero e del procedimento operativo dell’artista.
Ad approfondimento dei temi sviluppati dalla mostra, MACRO pubblicherà un quaderno che comprende, oltre ai testi dei curatori e ad una ricca documentazione visiva, le testimonianze di personalità vicine all’artista, quali Pino Abbrescia, Rosanna Barbiellini Amidei, Alberto Boatto, Luciano Lanfranchi, Graziella Lonardi Buontempo, Lorenza Trucchi; nonché una sezione degli scritti di Claudio Cintoli. Il volume fa parte della nuova serie di pubblicazioni MACRO-Quodlibet.
Biografia
Claudio Cintoli nasce ad Imola nel 1935. Esordisce nel 1958 con due mostre personali, una presentata da Eugenio Battisti alla Galleria La Medusa di Roma e l’altra al Palazzo comunale di Recanati. Nel 1965 si trasferisce a New York. La stagione americana segna anche l’inizio di varie collaborazioni con riviste italiane dell’epoca quali “Flash Art”, “Cartabianca” e “Marcatré, che prosegue anche dopo il suo rientro in Italia nel 1969. Sue le mostre alla Galleria L’Attico di Fabio Sargentini in tre differenti occasioni tra il 1968-1969 e al Festival dei due Mondi invitato da Giovanni Carandente. Negli anni Settanta si presenta al pubblico con un alter ego Marcanciel Stuprò, che diventa la veste ironica e libertaria di sé stesso. Nel 1977 viene invitato da Incontri Internazionali d’Arte con un lettera che annuncia la propria morte che avverrà pochi mesi dopo nel 1978 a causa di un emorragia cerebrale.
La mostra, curata da Ludovico Pratesi e Daniela Ferraria, intende documentare i differenti aspetti della produzione dell’artista: dalla pittura alla scultura, dalle installazioni alle performance. La rassegna riunisce circa quaranta opere attraverso le quali il lavoro di Cintoli viene messo a confronto con il contesto artistico e culturale internazionale degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.
La mostra propone un percorso che inizia con una sezione dedicata alla produzione pittorica e che include i primi dipinti figurativi e informali degli anni Cinquanta, le tele realizzate con tecniche miste sperimentali di matrice pop e le opere iperrealiste degli ultimi anni, raffiguranti soggetti legati al tema della personalità artistica come ossessionata dall’ambiguità tra vita e morte, libertà e costrizione, corpo e anima. Si passa poi alla sezione dedicata alle sculture, come le serie Nodi e Pesi Morti, realizzate con materiali poveri e legate alle azioni performative quali Annodare, Chiodo fisso, Colare Colore (Roma, Galleria L’Attico, 1969), eal video che documenta Crisalide e che ha protagonista l’artista stesso. La mostra si conclude con la documentazione dei murali realizzati nel corso degli anni Settanta, tra i quali spicca il grande pannello per il Piper, storico locale di Roma. Infine, per la prima volta sono presentati al pubblico i Diari, tredici quaderni che - attraverso appunti, disegni e giochi di parole - accompagnano l’intera produzione artistica di Cintoli, costituendo un’imprescindibile guida alla comprensione del pensiero e del procedimento operativo dell’artista.
Ad approfondimento dei temi sviluppati dalla mostra, MACRO pubblicherà un quaderno che comprende, oltre ai testi dei curatori e ad una ricca documentazione visiva, le testimonianze di personalità vicine all’artista, quali Pino Abbrescia, Rosanna Barbiellini Amidei, Alberto Boatto, Luciano Lanfranchi, Graziella Lonardi Buontempo, Lorenza Trucchi; nonché una sezione degli scritti di Claudio Cintoli. Il volume fa parte della nuova serie di pubblicazioni MACRO-Quodlibet.
Biografia
Claudio Cintoli nasce ad Imola nel 1935. Esordisce nel 1958 con due mostre personali, una presentata da Eugenio Battisti alla Galleria La Medusa di Roma e l’altra al Palazzo comunale di Recanati. Nel 1965 si trasferisce a New York. La stagione americana segna anche l’inizio di varie collaborazioni con riviste italiane dell’epoca quali “Flash Art”, “Cartabianca” e “Marcatré, che prosegue anche dopo il suo rientro in Italia nel 1969. Sue le mostre alla Galleria L’Attico di Fabio Sargentini in tre differenti occasioni tra il 1968-1969 e al Festival dei due Mondi invitato da Giovanni Carandente. Negli anni Settanta si presenta al pubblico con un alter ego Marcanciel Stuprò, che diventa la veste ironica e libertaria di sé stesso. Nel 1977 viene invitato da Incontri Internazionali d’Arte con un lettera che annuncia la propria morte che avverrà pochi mesi dopo nel 1978 a causa di un emorragia cerebrale.
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