Da vicino nessuno è normale di Matteo Fraterno
Dal 04 Novembre 2021 al 03 Dicembre 2021
Roma
Luogo: Museo Laboratorio della Mente ASL Roma 1
Indirizzo: Piazza Santa Maria della Pietà 5
Costo del biglietto: Ingresso gratuito su prenotazione
Telefono per informazioni: +39 06 68352858
E-Mail info: museodellamente@aslroma1.it
Sito ufficiale: http://www.museodellamente.it
Un luogo di memoria che risvegli i miei ricordi; una discesa verticale nel passato che apre riflessioni su rimossi di rara bellezza.
La parola manicomio appartiene alla mia infanzia celata e dimenticata che mi ha fatto esperire la prima volta al Santa Maria della Pietà come un ritorno a casa. Il nonno paterno Matteo, da me mai conosciuto, lavorava al manicomio di Aversa. Alla sua morte, per sostegno familiare, o più semplicemente per nepotismo, vengono assunti i due figli: Pasquale e Vincenzo, fratelli maggiori di mio padre Mario, il primo infermiere, il secondo cuoco.
Quando ragazzini in famiglia, Pasquale, lo zio infermiere, aveva l’abitudine di spaventarci con delle scenette, a volte simpatiche, spesso pensate per reprimerci, copiate pari pari da avvenimenti ispirati dalla sua esperienza in manicomio. Di conseguenza, tra cugini, eravamo sicuri che lo zio Pasquale fosse sotto-sotto pazzo pure lui.
Matteo Fraterno, marzo 2021
Corri, lo spazio ti si apre davanti e le carezze dei colori da lungo attese sfiorano i tuoi occhi ancora di bambino. Corri, senza più temere le sbarre che si chiudono dietro ogni tuo passo nei labirinti costruiti dai saggi. Esci dalle cristallizzazioni dei teoremi trasformatisi in dottrina. La tua parola spezzata ed appena sussurrata si distingue tra le grida di chi ha paura.
Non colpirmi perché non comprendo l’ordine impartito e non guardarmi con disprezzo se non ti so rispondere. Tutto in questi corridoi sa di disciplina. Fuori mi attende il canto e la danza degli innocenti, gli alberi che come giganti proteggono la vita.
Le croci ti inchiodano al Vero, non in terra ma in Cielo. Da vicino nessuno è normale e tu corri, corri come mano veloce di chi ha visto ed ora, sul pianoforte, suona il suo spartito Don Fernando Barra
Matteo Fraterno
Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte, Matteo Fraterno (Torre Annunziata, 1954) si trasferisce a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera, per poi fare rientro a Napoli. Dalla fine degli anni Settanta è a Parigi per quattro anni (1979-1983); torna a Napoli alla metà del decennio e qui partecipa alla mostra collettiva Evacuare Napoli (Istituto Francese, 1985). Sono gli anni in cui la ricerca di Fraterno, eleggendo quale suo atelier una casa-studio alle falde del Vesuvio, si orienta verso una pittura materica, definita dell’artista stesso “eruttata” per la mescolanza del colore a olio e pigmenti vari con materiali piroclastici, sabbia vulcanica, lapilli e disfacimenti tufacei. “Guardandomi intorno traducevo in forme plastiche un’opera che metteva finalmente in vita materiali naturali: sabbia, tufo, pietra lavica; materiali che il contesto ambientale, con la sua carica autodistruttiva innescata dall’uomo, aveva reso morti”, racconta l’artista. Dagli anni Novanta si registra nell’attività di Fraterno una svolta “relazionale”, che lo porta a collaborare con gruppi quali Oreste, organismo collettivo auto-organizzato e autogestito dai suoi partecipanti, con cui concepisce il progetto Bacinonapoli (1998), e con Osservatorio Nomade Stalker, realizzando progetti tra Roma, il Salento e Napoli. Più recentemente Fraterno ha avviato una ricerca sui transiti nel Mediterraneo tra Italia, Grecia, Albania e Turchia, abbracciando l’idea di nomadismo, spostandosi di continuo tra questi Paesi e attivando una serie di scambi tra queste diverse realtà culturali e sociali. (www.matteofraterno.com).
Presentazione giovedì 4 novembre ore 18.00
Interverranno
Pompeo Martelli, direttore Museo Laboratorio della Mente Matteo Fraterno, artista
Antonio Pezzuto, festival programmer
Dario Evola, docente Accademia di Belle Arti di Roma
Da vicino nessuno è normale di Matteo Fraterno
Italia, 2021, 6”23’, b/n
Interpreti: Panagiotis Samsarelos, Michelangelo Di Luzio
Fotografia e Suono: Jacopo Brucculeri, Gavril Salvato
Montaggio: Matteo Fraterno, Jacopo Brucculeri, Panagiotis Samsarelos Foto di Scena: Giulia Fiocca, Morteza Khaleghi, Matteo Locci
La parola manicomio appartiene alla mia infanzia celata e dimenticata che mi ha fatto esperire la prima volta al Santa Maria della Pietà come un ritorno a casa. Il nonno paterno Matteo, da me mai conosciuto, lavorava al manicomio di Aversa. Alla sua morte, per sostegno familiare, o più semplicemente per nepotismo, vengono assunti i due figli: Pasquale e Vincenzo, fratelli maggiori di mio padre Mario, il primo infermiere, il secondo cuoco.
Quando ragazzini in famiglia, Pasquale, lo zio infermiere, aveva l’abitudine di spaventarci con delle scenette, a volte simpatiche, spesso pensate per reprimerci, copiate pari pari da avvenimenti ispirati dalla sua esperienza in manicomio. Di conseguenza, tra cugini, eravamo sicuri che lo zio Pasquale fosse sotto-sotto pazzo pure lui.
Matteo Fraterno, marzo 2021
Corri, lo spazio ti si apre davanti e le carezze dei colori da lungo attese sfiorano i tuoi occhi ancora di bambino. Corri, senza più temere le sbarre che si chiudono dietro ogni tuo passo nei labirinti costruiti dai saggi. Esci dalle cristallizzazioni dei teoremi trasformatisi in dottrina. La tua parola spezzata ed appena sussurrata si distingue tra le grida di chi ha paura.
Non colpirmi perché non comprendo l’ordine impartito e non guardarmi con disprezzo se non ti so rispondere. Tutto in questi corridoi sa di disciplina. Fuori mi attende il canto e la danza degli innocenti, gli alberi che come giganti proteggono la vita.
Le croci ti inchiodano al Vero, non in terra ma in Cielo. Da vicino nessuno è normale e tu corri, corri come mano veloce di chi ha visto ed ora, sul pianoforte, suona il suo spartito Don Fernando Barra
Matteo Fraterno
Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte, Matteo Fraterno (Torre Annunziata, 1954) si trasferisce a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera, per poi fare rientro a Napoli. Dalla fine degli anni Settanta è a Parigi per quattro anni (1979-1983); torna a Napoli alla metà del decennio e qui partecipa alla mostra collettiva Evacuare Napoli (Istituto Francese, 1985). Sono gli anni in cui la ricerca di Fraterno, eleggendo quale suo atelier una casa-studio alle falde del Vesuvio, si orienta verso una pittura materica, definita dell’artista stesso “eruttata” per la mescolanza del colore a olio e pigmenti vari con materiali piroclastici, sabbia vulcanica, lapilli e disfacimenti tufacei. “Guardandomi intorno traducevo in forme plastiche un’opera che metteva finalmente in vita materiali naturali: sabbia, tufo, pietra lavica; materiali che il contesto ambientale, con la sua carica autodistruttiva innescata dall’uomo, aveva reso morti”, racconta l’artista. Dagli anni Novanta si registra nell’attività di Fraterno una svolta “relazionale”, che lo porta a collaborare con gruppi quali Oreste, organismo collettivo auto-organizzato e autogestito dai suoi partecipanti, con cui concepisce il progetto Bacinonapoli (1998), e con Osservatorio Nomade Stalker, realizzando progetti tra Roma, il Salento e Napoli. Più recentemente Fraterno ha avviato una ricerca sui transiti nel Mediterraneo tra Italia, Grecia, Albania e Turchia, abbracciando l’idea di nomadismo, spostandosi di continuo tra questi Paesi e attivando una serie di scambi tra queste diverse realtà culturali e sociali. (www.matteofraterno.com).
Presentazione giovedì 4 novembre ore 18.00
Interverranno
Pompeo Martelli, direttore Museo Laboratorio della Mente Matteo Fraterno, artista
Antonio Pezzuto, festival programmer
Dario Evola, docente Accademia di Belle Arti di Roma
Da vicino nessuno è normale di Matteo Fraterno
Italia, 2021, 6”23’, b/n
Interpreti: Panagiotis Samsarelos, Michelangelo Di Luzio
Fotografia e Suono: Jacopo Brucculeri, Gavril Salvato
Montaggio: Matteo Fraterno, Jacopo Brucculeri, Panagiotis Samsarelos Foto di Scena: Giulia Fiocca, Morteza Khaleghi, Matteo Locci
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