Giacinto Occhionero. Société à la coque
Dal 26 Settembre 2012 al 17 Novembre 2012
Roma
Luogo: Z2O Galleria | Sara Zanin
Indirizzo: via della Vetrina 21
Orari: da martedì a sabato 10.30.19.30 e su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 06 70452261
E-Mail info: info@z2ogalleria.it
Sito ufficiale: http://www.z2ogalleria.it
Z2O Galleria è lieta di presentare la personale di Giacinto Occhionero dal titolo Société à la coque. Un ciclo di nuovi lavori pittorici realizzati dall’artista con la tecnica del reverse aerosol painting su plexiglas, paesaggi in cui immagini rese da un’iconografia classica dialogano con i temi della più vivida contemporaneità.
La pittura di Occhionero trasmette inquietudine, mistero. È materica e insieme fotografica, “fatta di gelo, distanziamenti, evanescenze e bagliori soffusi”. In una costante visione onirica, l’artista si confronta con consapevolezza e ironia con i grandi maestri della storia dell’arte – del Seicento e del Romanticismo nordico in particolare – gettando un ponte tra passato e presente. I titoli, come in un gioco dadaista, forzano i significati convenzionali, conferendo nuovo valore all’immagine (Société à la coque). Così in un paesaggio desertico i pannelli fotovoltaici che sostituiscono l’ombra di un’oasi (Tearoom), inchiodano il soggetto a un’attualità vicina e spiazzante. Negli evanescenti Solve et coagula o Wind is blowing, negli interni quasi pop di Fledgelings, nel deserto di Wright or Wrong o nella fitta natura di Checkmate dove una figura appare come un’epifania (omaggio a Ingmar Bergman) e infine nei disegni che accompagnano la mostra, in tutte queste opere Occhionero gioca sul doppio livello di leggerezza e pesantezza, di nitido e offuscato, di intenso e diradato. Uno sguardo sempre rivolto all’uomo e al suo posto nella natura, in un dialogo continuo con la storia.
La sua originale tecnica esecutiva, contribuisce al movimento controcorrente del suo linguaggio artistico: contrariamente alla pittura tradizionale, in cui si comincia a dipingere dal fondo per far emergere la figura, Occhionero dipinge su lastra di plexiglas con gli smalti da carrozzeria, più resistenti dell’olio e dell’acrilico, e poi li dissolve con appositi solventi. Così, i primi strati dipinti risultano i più evidenti, senza perdere l’effetto di indefinitezza, chiave di lettura della sua cifra artistica.
La pittura di Occhionero trasmette inquietudine, mistero. È materica e insieme fotografica, “fatta di gelo, distanziamenti, evanescenze e bagliori soffusi”. In una costante visione onirica, l’artista si confronta con consapevolezza e ironia con i grandi maestri della storia dell’arte – del Seicento e del Romanticismo nordico in particolare – gettando un ponte tra passato e presente. I titoli, come in un gioco dadaista, forzano i significati convenzionali, conferendo nuovo valore all’immagine (Société à la coque). Così in un paesaggio desertico i pannelli fotovoltaici che sostituiscono l’ombra di un’oasi (Tearoom), inchiodano il soggetto a un’attualità vicina e spiazzante. Negli evanescenti Solve et coagula o Wind is blowing, negli interni quasi pop di Fledgelings, nel deserto di Wright or Wrong o nella fitta natura di Checkmate dove una figura appare come un’epifania (omaggio a Ingmar Bergman) e infine nei disegni che accompagnano la mostra, in tutte queste opere Occhionero gioca sul doppio livello di leggerezza e pesantezza, di nitido e offuscato, di intenso e diradato. Uno sguardo sempre rivolto all’uomo e al suo posto nella natura, in un dialogo continuo con la storia.
La sua originale tecnica esecutiva, contribuisce al movimento controcorrente del suo linguaggio artistico: contrariamente alla pittura tradizionale, in cui si comincia a dipingere dal fondo per far emergere la figura, Occhionero dipinge su lastra di plexiglas con gli smalti da carrozzeria, più resistenti dell’olio e dell’acrilico, e poi li dissolve con appositi solventi. Così, i primi strati dipinti risultano i più evidenti, senza perdere l’effetto di indefinitezza, chiave di lettura della sua cifra artistica.
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