Konstantin. L'editto di Costantino 1700 anni dopo
Dal 29 Novembre 2013 al 12 Gennaio 2014
Roma
Luogo: Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali
Indirizzo: via IV Novembre 94
Orari: da martedì a domenica 9-19
Curatori: Jelena Jovanovi?
Enti promotori:
- Roma Capitale
- Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
- Ambasciata di Serbia a Roma
- Ambasciata di Serbia - Santa Sede e Pontificium Consilium de Cultura
Costo del biglietto: comprensivo delle 3 mostre: intero € 9.50, ridotto € 7.50; residenti € 8.50/ € 6.50
Telefono per informazioni: +39 06 0608
E-Mail info: info@mercatiditraiano.it
Sito ufficiale: http://www.mercatiditraiano.it/
In mostra per la prima volta in Italia, un corpus ricco e completo di incisioni dell’artista serbo Veljko Mihajlovi?: quarantanove grafiche - tecnica caratteristica dell’artista serbo - dallo straordinario ciclo di Costantino ed Elena, costituito da ottanta opere ad acquatinta realizzate nel 2012.
Mihajlovi? sceglie la figura di Imperatore cristiano per eccellenza associata, nell’iconografia del culto, alla madre Elena, colei che nel corso di un viaggio a Gerusalemme, avrebbe scoperto miracolosamente la Vera Croce. L’artista rappresenta Costantino il Grande e sua madre Elena ispirandosi – nel suo percorso – agli affreschi delle chiese e dei monasteri che ha visitato in Serbia, Italia, Monte Athos, Albania, Macedonia, Montenegro, Romania, Ungheria. Un’immagine, quella di madre e figlio, che appare unitaria in ogni opera: protagonisti ed interpreti di una visione intima della fede invitano, un’immagine dopo l’altra, in una sorta di contemplazione privata. Ciascun affresco è raffigurato nel proprio contesto originale, all’interno della chiesa o dell’eremo della Serbia medievale: Ži?a, Pe?ka Patrijaršija, Gra?anica, De?ani, Sopo?ani, Arilje, Grbalj, Pavlica, Krušedol, Ajdanovac. Il pellegrinaggio dell'artista ha incluso santuari come Hilandar a Monte Athos, Luštica nel Montenegro, Semljug e Hodos in Romania, Staro Nagori?ino e San Nicola in Macedonia, Ardenica e Berat in Albania, la chiesa dei Santi Quattro Coronati a Roma, Basilica di San Francesco ad Arezzo. A cui si aggiunge l’interpretazione dell’artista dell’Arco di Costantino trasmessa attraverso toni sfumati e vellutati, più vicini all’acquarello che all’acquatinta.
A queste opere si affiancano cinque stampe dedicate alle scene più famose della Sala di Costantino delle Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani, frutto di una percezione quasi onirica.
L’esposizione è un importante appuntamento, che consente la prosecuzione del dialogo intenso già iniziato tra Italia e Serbia e che ha visto quest’ultima, durante gli ultimi anni, molto attiva nel proporre i suoi migliori artisti contemporanei. E ancora, un’occasione in più, per conoscere la storia della Serbia che, oltre a Costantino, ha dato i natali a ben 15 Imperatori Romani.
Mihajlovi? sceglie la figura di Imperatore cristiano per eccellenza associata, nell’iconografia del culto, alla madre Elena, colei che nel corso di un viaggio a Gerusalemme, avrebbe scoperto miracolosamente la Vera Croce. L’artista rappresenta Costantino il Grande e sua madre Elena ispirandosi – nel suo percorso – agli affreschi delle chiese e dei monasteri che ha visitato in Serbia, Italia, Monte Athos, Albania, Macedonia, Montenegro, Romania, Ungheria. Un’immagine, quella di madre e figlio, che appare unitaria in ogni opera: protagonisti ed interpreti di una visione intima della fede invitano, un’immagine dopo l’altra, in una sorta di contemplazione privata. Ciascun affresco è raffigurato nel proprio contesto originale, all’interno della chiesa o dell’eremo della Serbia medievale: Ži?a, Pe?ka Patrijaršija, Gra?anica, De?ani, Sopo?ani, Arilje, Grbalj, Pavlica, Krušedol, Ajdanovac. Il pellegrinaggio dell'artista ha incluso santuari come Hilandar a Monte Athos, Luštica nel Montenegro, Semljug e Hodos in Romania, Staro Nagori?ino e San Nicola in Macedonia, Ardenica e Berat in Albania, la chiesa dei Santi Quattro Coronati a Roma, Basilica di San Francesco ad Arezzo. A cui si aggiunge l’interpretazione dell’artista dell’Arco di Costantino trasmessa attraverso toni sfumati e vellutati, più vicini all’acquarello che all’acquatinta.
A queste opere si affiancano cinque stampe dedicate alle scene più famose della Sala di Costantino delle Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani, frutto di una percezione quasi onirica.
L’esposizione è un importante appuntamento, che consente la prosecuzione del dialogo intenso già iniziato tra Italia e Serbia e che ha visto quest’ultima, durante gli ultimi anni, molto attiva nel proporre i suoi migliori artisti contemporanei. E ancora, un’occasione in più, per conoscere la storia della Serbia che, oltre a Costantino, ha dato i natali a ben 15 Imperatori Romani.
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