Malinconia. Opere dei Grandi Maestri della pittura classica ungherese (1878-1969) - provenienti dalla collezione Antal – Lusztig
Dal 23 Marzo 2017 al 07 Maggio 2017
Roma
Luogo: Galleria dell’Accademia d’Ungheria
Indirizzo: via Giulia 1
Enti promotori:
- Ambasciata di Ungheria a Roma
Telefono per informazioni: +39 06 68.89.671
E-Mail info: accademiadungheria@gmail.com
L’Accademia d’Ungheria in Roma, dopo la mostra Mostra del pittore ungherese Premio Munkácsy János Bozsó Paesaggi – sentimenti, torna con un secondo appuntamento per promuovere i capolavori dell’arte ungherese nella capitale.
Giovedì 23 marzo p.v. alle ore 19.30 presso la Galleria dell’Accademia d’Ungheria in Roma verrà inaugurata la mostra Malinconia Opere dei Grandi Maestri della pittura classica ungherese (1878-1969) -provenienti dalla collezione Antal – Lusztig (Debrecen).
Al vernissage saranno presenti Dr. István Puskás, direttore dell’Accademia d’Ungherai in Roma, Dr. László Papp, sindaco di Debrecen, Gábor Gulyás, curatore della mostra e Péter Antal, proprietario della collezione Antal-Lusztig.
La mostra proveniente dalla maggiore collezione privata ungherese d’arte figurativa, presenta dei capolavori che raffigurano ad altissimo livello la tematica della malinconia e danno un quadro piuttosto completo di uno dei periodi forse più interessanti della pittura ungherese.
Verranno esposte 41 opere di 22 pittori classici ungheresi che godono di altissima considerazione a livello mondiale, tra cui Margit Anna, IMRE ÁMOS, Dezső Czigány, Béla Czóbel, István Dési Huber, ISTVÁN FARKAS, SIMON HANTAI, Béla Kondor, Dezső Korniss,József Koszta, LÁSZLÓ MOHOLY-NAGY, MIHÁLY MUNKÁCSY, István Nagy, JUDIT REIGL, JÓZSEF RIPPL-RÓNAI, György Román, János Tornyai, László Mednyányszky, József Nemes – Lampérth, István Szőnyi, Lajos Vajda, Erzsébet Vaszkó.
Nella cultura moderna ungherese – con particolare riguardo alla poesia e all’arte figurativa- la malinconia risulta essere uno degli argomenti più trattati. L’uomo malinconico nei confronti dei propri limiti e della fine inevitabile della vita umana, dispone di una straordinaria conoscenza, ciónonostante effimera. Egli rimane indifferente a tutto, ai come e ai perché – tuttavia questo lascia trapelare l’ombra dell’onnipotenza divina, nonché il gesto faustiano della dissoluzione. Il soggetto malinconico perde inevitabilmente la testa, come affermò l’eminente storico dell’arte, Aby Warburg (1866-1929) riguardo alla famosa incisione in rame Malinconia (1514) di Dürer.
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