Massimo Onnis. V Stato
Dal 12 Aprile 2014 al 31 Maggio 2014
Roma
Luogo: Spaziottagoni
Indirizzo: via Goffredo Mameli 7
Orari: tutti i giorni 16-21
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 346 8513723
E-Mail info: caterina@pennarossapresslab.it
Sito ufficiale: http://www.spaziottagoni.com
V Stato è il titolo della mostra personale di Massimo Onnis, che si inaugura sabato 12 aprile 2014 alle ore 18, a Spaziottagoni a Roma. La mostra resterà aperta fino al 4 maggio (tutti i giorni, dalle 16 alle 21).
Il V Stato è un’evoluzione dell’Opera che Giuseppe Pelliza da Volpedo realizzò nel 1901, ovvero il Quarto Stato. L’opera è un’installazione in 3D con sfondo pittorico di dimensioni 200x400 cm e profonda 600 cm. Vi è rappresentato il peggior disagio sociale, una crisi economica seconda solo a quella iniziata nel 1929.
Nel 2014 sono i giovani che, stanchi di subire e di vedere una certa casta sempre più avida e corrotta predominare indecentemente, dicono “basta” ai finti cambiamenti. Sono i giovani senza voce politica, senza diritti, senza un futuro, abbandonati a loro destino che scendono in piazza a manifestare con forza e decisione, facendo prevalere il dialogo alla violenza.
Le tre figure in primo piano - alte ben 180 cm -, indicano il cammino da seguire per uscire dalla crisi. Sono realizzate in sezioni con materiali di ultima generazione, il Forex. Rappresentano un operaio che con guantoni e braccia scoperte indica sacrificio e sudore, un imprenditore con una borsa piena di progetti e una ragazza che imbraccia una cartella con programmi concreti.
Ai lati vengono evidenziati manifesti e slogan utilizzati durante la manifestazione. Al centro, tre forconi veri appoggiati al pavimento e accostati assieme, rappresentano “non solo” l’antico attrezzo rurale contadino, simbolo di lotta e di malessere di una classe sociale popolare del passato, ma un monito alla classe politica: all’occorrenza, anche i giovani sapranno rispolverarli e imbracciarli nuovamente come fecero i loro predecessori del passato.
In quest’opera vengono toccati argomenti scomodi, complessi e di riflessione profonda. Massimo Onnis ha voluto esprimere, attraverso un linguaggio artistico contemporaneo, un concetto di forte disperazione sociale e di un malessere diffuso, soprattutto tra i giovani, con l’obiettivo di smuovere la coscienza di tutti quelli che, godendo appieno dei propri diritti, non pensano a tutte le persone che invece vedono i propri calpestati ogni giorno. Imbracciare il forcone non sarà considerato “elegante”, non piacerà, ma bisogna prenderne atto e ammettere che sarebbe giustificato qualora questo disastro sociale continui. Inoltre, verranno esposte alcune opere che hanno partecipato alle grandi Biennali, la prima Tela al mondo alimentata da un pannello fotovoltaico, alcune sculture in acciaio inox, e altre opere.
Pittore, scultore, designer dalla calda e squisita vena poetica. È nato a Villacidro, vive e opera a Nuoro. Autodidatta. Sin dalla più giovane età si è avvicinato con passione al mondo delle arti figurative. Attraverso la pittura esprime i sinceri vincoli affettivi che lo legano alla sua terra natia, ricca di luci e di colori, di tradizioni secolari e di folklore genuino.
Ha esposto in mostre personali e collettive in prestigiose località del mondo e nelle più rinomate località della Sardegna tra le quali il museo MAN di Nuoro. È presente alle più importanti Biennali al mondo (Venezia - New York - Mosca - Documenta - Londra - Parigi - Izimir - Palermo – Brescia - Dubai) e nei più prestigiosi concorsi internazionali. Ha meritatamente riscosso i più lusinghieri consensi del pubblico e della critica a tutti i concorsi e rassegne per la originalità della sua Arte.
La stampa specializzata si è più volte interessata alla sua attività di artista con articoli e recensioni.
Critici qualificati hanno visionato e scritto sulle sue opere indicandolo come uno dei migliori artisti contemporanei. Tra cui:
Antonio Malmo, Paolo Brambilla, Sante Venturi, Marino Trioschi, Vincenzo Zoccola Zambrano, Walter Fabbri, Carlo Zoli, Emilio Borin, Dino Pasquali, Umberto Tessari, Ettore Panighi, Gianni Ingoglia, Umberto Zaccaria, Renato Salvadeo, Ivan Patuzzi,Renato Lusa, Stefano Rosselli, Enzo Babini, Ivan Simonini, Cristiana Collu, Teresa Francesca Giffone, Mariarosaria Belgiovine, Loreta Larkina, Giulio Angioni, Vittorio Sgarbi, Francesca Biondolillo, Pietro Franesi, Yoko Watanabe.
È fondatore del movimento "GroundZero tutto si distrugge tutto si ricostruisce" dedicando una monografia ai fatti dell'11 settembre 2001. Ha vinto prestigiosi premi in concorsi e manifestazioni internazionali. Le sue opere sono presenti in prestigiose Gallerie e collezioni private in tutto il mondo. È presente nei migliori cataloghi di arte specializzata.
Il V Stato è un’evoluzione dell’Opera che Giuseppe Pelliza da Volpedo realizzò nel 1901, ovvero il Quarto Stato. L’opera è un’installazione in 3D con sfondo pittorico di dimensioni 200x400 cm e profonda 600 cm. Vi è rappresentato il peggior disagio sociale, una crisi economica seconda solo a quella iniziata nel 1929.
Nel 2014 sono i giovani che, stanchi di subire e di vedere una certa casta sempre più avida e corrotta predominare indecentemente, dicono “basta” ai finti cambiamenti. Sono i giovani senza voce politica, senza diritti, senza un futuro, abbandonati a loro destino che scendono in piazza a manifestare con forza e decisione, facendo prevalere il dialogo alla violenza.
Le tre figure in primo piano - alte ben 180 cm -, indicano il cammino da seguire per uscire dalla crisi. Sono realizzate in sezioni con materiali di ultima generazione, il Forex. Rappresentano un operaio che con guantoni e braccia scoperte indica sacrificio e sudore, un imprenditore con una borsa piena di progetti e una ragazza che imbraccia una cartella con programmi concreti.
Ai lati vengono evidenziati manifesti e slogan utilizzati durante la manifestazione. Al centro, tre forconi veri appoggiati al pavimento e accostati assieme, rappresentano “non solo” l’antico attrezzo rurale contadino, simbolo di lotta e di malessere di una classe sociale popolare del passato, ma un monito alla classe politica: all’occorrenza, anche i giovani sapranno rispolverarli e imbracciarli nuovamente come fecero i loro predecessori del passato.
In quest’opera vengono toccati argomenti scomodi, complessi e di riflessione profonda. Massimo Onnis ha voluto esprimere, attraverso un linguaggio artistico contemporaneo, un concetto di forte disperazione sociale e di un malessere diffuso, soprattutto tra i giovani, con l’obiettivo di smuovere la coscienza di tutti quelli che, godendo appieno dei propri diritti, non pensano a tutte le persone che invece vedono i propri calpestati ogni giorno. Imbracciare il forcone non sarà considerato “elegante”, non piacerà, ma bisogna prenderne atto e ammettere che sarebbe giustificato qualora questo disastro sociale continui. Inoltre, verranno esposte alcune opere che hanno partecipato alle grandi Biennali, la prima Tela al mondo alimentata da un pannello fotovoltaico, alcune sculture in acciaio inox, e altre opere.
Pittore, scultore, designer dalla calda e squisita vena poetica. È nato a Villacidro, vive e opera a Nuoro. Autodidatta. Sin dalla più giovane età si è avvicinato con passione al mondo delle arti figurative. Attraverso la pittura esprime i sinceri vincoli affettivi che lo legano alla sua terra natia, ricca di luci e di colori, di tradizioni secolari e di folklore genuino.
Ha esposto in mostre personali e collettive in prestigiose località del mondo e nelle più rinomate località della Sardegna tra le quali il museo MAN di Nuoro. È presente alle più importanti Biennali al mondo (Venezia - New York - Mosca - Documenta - Londra - Parigi - Izimir - Palermo – Brescia - Dubai) e nei più prestigiosi concorsi internazionali. Ha meritatamente riscosso i più lusinghieri consensi del pubblico e della critica a tutti i concorsi e rassegne per la originalità della sua Arte.
La stampa specializzata si è più volte interessata alla sua attività di artista con articoli e recensioni.
Critici qualificati hanno visionato e scritto sulle sue opere indicandolo come uno dei migliori artisti contemporanei. Tra cui:
Antonio Malmo, Paolo Brambilla, Sante Venturi, Marino Trioschi, Vincenzo Zoccola Zambrano, Walter Fabbri, Carlo Zoli, Emilio Borin, Dino Pasquali, Umberto Tessari, Ettore Panighi, Gianni Ingoglia, Umberto Zaccaria, Renato Salvadeo, Ivan Patuzzi,Renato Lusa, Stefano Rosselli, Enzo Babini, Ivan Simonini, Cristiana Collu, Teresa Francesca Giffone, Mariarosaria Belgiovine, Loreta Larkina, Giulio Angioni, Vittorio Sgarbi, Francesca Biondolillo, Pietro Franesi, Yoko Watanabe.
È fondatore del movimento "GroundZero tutto si distrugge tutto si ricostruisce" dedicando una monografia ai fatti dell'11 settembre 2001. Ha vinto prestigiosi premi in concorsi e manifestazioni internazionali. Le sue opere sono presenti in prestigiose Gallerie e collezioni private in tutto il mondo. È presente nei migliori cataloghi di arte specializzata.
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