Nicola Elia. L'età del ferro. Ritrovamenti

Nicola Elia. L'età del ferro. Ritrovamenti, Centro di documentazione della ricerca artistica contemporanea Luigi Di Sarro, Roma
Dal 28 Novembre 2014 al 20 Dicembre 2014
Roma
Luogo: Centro di documentazione della ricerca artistica contemporanea Luigi Di Sarro
Indirizzo: via Paolo Emilio 28
Orari: da martedì a sabato 16-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 3243513
E-Mail info: info@centroluigidisarro.it
Sito ufficiale: http://www.centroluigidisarro.it
Con L’età del ferro. Ritrovamenti Nicola Elia propone la naturale e più recente evoluzione della sua complessa ed articolata ricerca artistica, ancora una volta caratterizzata dalla presenza determinante del progetto, da intendersi quale necessità personale e genetica, non fosse altro che per quel suo lungo e costante operare nell’ambito dell’architettura, ovvero in quel regno dell’ombra, tanto caro ad Arturo Martini.
Facendo sì che le superfici ferrose, sulle quali il tempo ha lasciato un susseguirsi di tracce e di variazioni strutturali e cromatiche, dialoghino con presenze altre, diversamente materiche e fino a quel momento nascoste, provenienti anch’esse da un passato che si riattualizza, sollecitando riflessioni, scoperte e riscoperte di legami e significati.
Ed è proprio su questo sottile e persistente dialogo che l’artista leccese costruisce, tra equilibri e tensioni, queste nuove pitto/sculture o sculto/pitture che, per certi versi e grazie ad espliciti riferimenti formali e cromatici, rimandano –a detta del curatore- alla percezione di rarefatte ed allusive atmosfere morandiane.
Facendo sì che le superfici ferrose, sulle quali il tempo ha lasciato un susseguirsi di tracce e di variazioni strutturali e cromatiche, dialoghino con presenze altre, diversamente materiche e fino a quel momento nascoste, provenienti anch’esse da un passato che si riattualizza, sollecitando riflessioni, scoperte e riscoperte di legami e significati.
Ed è proprio su questo sottile e persistente dialogo che l’artista leccese costruisce, tra equilibri e tensioni, queste nuove pitto/sculture o sculto/pitture che, per certi versi e grazie ad espliciti riferimenti formali e cromatici, rimandano –a detta del curatore- alla percezione di rarefatte ed allusive atmosfere morandiane.
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