Roberta Meldini. Plastica linearità e sinuosa tridimensionalità

Opera di Roberta Meldini

 

Dal 03 Febbraio 2021 al 05 Marzo 2021

Roma

Luogo: Palazzo Merulana

Indirizzo: via Merulana 121

Orari: da lunedì a venerdì dalle 12 alle 19 (ultimo ingresso alle 18)

Curatori: Brigida Mascitti

Enti promotori:

  • Patrocinio di Comune di Roma e Regione Lazio

Costo del biglietto: Intero 10 Euro, Ridotto 8 Euro

Telefono per informazioni: +39 06 39967800

E-Mail info: info@palazzomerulana.it

Sito ufficiale: http://www.palazzomerulana.it


In occasione del novantesimo anniversario dalla nascita, giovedì 5 novembre 2020 sarà inaugurata presso Palazzo Merulana di Roma la prima mostra retrospettiva dedicata all’artista Roberta Meldini, scultrice e disegnatrice protagonista di rilievo nel panorama artistico della seconda metà del Novecento.

La mostra, in programma fino al 5 marzo 2021, è a cura di Brigida Mascitti ed è organizzata dall’“Associazione Culturale Roberta Meldini per l’Arte Contemporanea” con i patrocini del Comune di Roma e della Regione Lazio.

In esposizione una selezione di oltre 50 opere – 16 tra sculture in bronzo, cemento, e terracotta e 36 tra dipinti, grafica incisoria e disegni a linea continua – rappresentativa della produzione artistica che, partendo dai primi anni ’70, giunge alla fine degli anni ’90 del Novecento, sebbene l’opera omnia dell’artista abbia coperto l’arco cronologico di cinque decenni, dagli anni ’50 ai primi anni 2000.

I soggetti scolpiti e dipinti, tutti di carattere figurativo, sono incentrati su tre delle tematiche predilette dall’artista. Le donne, sinuose figure monolitiche raffigurate isolate, nelle pose più disparate – distese, sedute, in piedi – o in contesti naturalistici incontaminati dal carattere fiabesco; i ritratti di persone vicine all’artista o personaggi sconosciuti, appartenenti ai più disparati ceti sociali; infine gli animali, soggetto “umanizzato e tipizzato”, molto caro a Roberta Meldini: i suoi bronzi, come lo Chant Clair, il Pavone, laTartaruga, il Camaleonte e il Cormorano morente, sono tanto eloquenti e a sé stanti quanto lo sono gli animali che vivono nella natura incontaminata nella quale la Meldini ambienta la sua produzione grafica, incisoria e a linea continua.

Le anime dell’artista, come sottolinea la curatrice Brigida Mascitti, sono presenti in mostra attraverso il comun denominatore dell’“elogio alla vita”, in qualsiasi forma di espressione – umana, animale e naturale dunque – e mediante la peculiare cifra stilistica di Roberta Meldini, nella sua costante ricerca di un segno originale e distinto, ma al contempo memore della produzione scultorea figurativa nazionale – Giacomo Manzù, Marino Marini, Emilio Greco, Venanzo Crocetti – e internazionale – Henry Mooree Constantin Brancusi – del primo Novecento.

“Le opere della Meldini, siano esse scultoree o dipinte, incise o disegnate a linea continua, mostrano tutte la medesima ieraticità plastica, la forza espressiva del gesto, del pensiero, del sentimento, la sinuosità viva della carne – scrive la curatrice nel testo in catalogo edito da Palombi Editore – sono figure sorprendentemente umane e vitali, memori della grande tradizione della scultura classica e novecentesca ma sempre reinterpretate alla luce di una personalissima cifra stilistica che le rende uniche nel loro genere e senza tempo”.

Allieva dei grandi della tradizione figurativa novecentesca, Roberta Meldini infonde nella sua produzione artistica le tracce dell’arcaico e dell’antico, del Quattrocento e del Rinascimento, dell’innovazione di Auguste Rodin e dell’espressionismo di Medardo Rosso, reinterpretandole costantemente alla luce della contemporaneità e dell’innovazione. Le sue opere sono senza tempo poiché, come scriveva Adolfo Wildt, “l’arte, come la vita, non è né avanti né indietro […] non è istintività, ma esercizio, un modo di declinare un linguaggio che ha leggi eterne” (L’arte del marmo, 1921).

Ma se “un discorso critico sull’opera di Roberta Meldini non può prescindere dall’esercizio grafico, in particolare disegnativo, che affianca la scultura e ne integra i significati” – notava Carlo Fabrizio Carli nell’ultimo catalogo di mostra “Roberta Meldini, l’astrazione del reale” (2008) – e se è sostanzialmente impossibile che l’attività di un vero scultore possa attuarsi senza l’ausilio del disegno, a ben vedere, attraverso il corposo nucleo di opere grafiche esposte in mostra, nella nostra “artista a tutto tondo” lo studio finalizzato alla scultura raggiunge vertici di autonomia e liricità senza eguali.

Roberta Meldini (Rimini, 1930 – Roma, 2011) Dalla città natale l’artista si trasferisce giovanissima a Roma dove consegue i diplomi di Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti. Negli anni di studio è allieva di Michele Guerrisi, Domenico Purificato e Giuseppe Capogrossi. In seguito perfeziona la lavorazione del marmo presso lo studio dello scultore Giovanni Ardini e approfondisce la tecnica del cesello con Lorenzo Guerrini. Dai primi anni Cinquanta al 2008 espone in mostre personali e collettive e per oltre trent’anni insegna Discipline Plastiche presso Licei Artistici e Istituti d’Arte di Roma. Le sue sculture, i disegni, gli olii, le incisioni e i rami sbalzati sono presenti in collezioni pubbliche e private, italiane e straniere.

Opere presenti in collezioni pubbliche
Sculture d’Arte Sacra di Roberta Meldini sono presenti in luoghi di culto italiani e stranieri e presso il Museo Diocesano di Caltanissetta. Sue opere di grafica sono conservate presso: Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna, Pescara; Civica Raccolta di Stampe Bertarelli, Milano; Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori, Mantova; Gabinetto di Stampe Antiche e Moderne, Bagnacavallo. Documentazione della sua attività artistica è presente presso l’Archivio Storico della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma.

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