Sara Basta. La prima madre
Dal 27 Gennaio 2022 al 26 Marzo 2022
Roma
Luogo: Fondazione Pastificio Cerere e Spazio Molini
Indirizzo: Via degli Ausoni 7
Orari: dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00
Curatori: Cecilia Canziani e Costanza Meli
Costo del biglietto: Ingresso esclusivamente con green pass e con mascherina Ffp2
Telefono per informazioni: +39 06 45422960
E-Mail info: info@pastificiocerere.it
Sito ufficiale: http://www.pastificiocerere.it
Giovedì 27 gennaio 2022 alle ore 18 la Fondazione Pastificio Cerere presenta La prima madre, una personale dell’artista Sara Basta a cura di Cecilia Canziani e Costanza Meli.
La mostra, che si estende lungo gli spazi del silos e il sotterraneo del mulino, entrambi ricavati dal recupero dell’antico Pastificio Cerere, resterà aperta al pubblico da venerdì 28 gennaio a sabato 26 marzo 2022.
Sara Basta lavora sulle relazioni, indagando le tematiche dell’educazione e della co-creazione, del linguaggio e della memoria, in un passaggio continuo tra personale e collettivo. Attraverso la condivisione di esperienze legate a un “fare” comune, mette in discussione gerarchie e ruoli.
La prima madre è stata ideata come un percorso nella sua ricerca più recente. Un corpus di opere realizzate negli ultimi due anni che restituisce una mappa emozionale disegnata dal tempo dell’artista: a partire da quello presente, vissuto e scomposto nella sua ripetitività, fino al tempo del ricordo, della ricerca nella memoria familiare, e alla relazione ciclica tra nascita e morte. Da tale relazione originaria, il percorso si dipana esplorando i nuclei tematici che caratterizzano diverse serie di lavori di Sara Basta: la madre, la casa, la cura, il corpo dell’artista come sede e manifestazione di fisicità ed emotività.
Il percorso espositivo ha inizio con una serie di autoritratti ad acquarello realizzati ad occhi chiusi nei momenti strappati alla quotidianità alterata del lockdown, un tempo-circuito che avvolge i giorni dell’artista nell’insistenza di un gesto che tenta di affermare la realtà fisica dell’immagine. Questa dialettica intima tra presenza e assenza si articola nella mostra attraverso le figure della maschera e del fantasma che trasformano la memoria in qualcosa di contingente, attraverso il gioco o la documentazione.
In un’opera in stoffa il ricamo centrale delinea la sagoma dei capelli della madre dell’artista, mentre un’installazione sonora ne diffonde la voce flebile: “volevo registrare lo sgretolarsi della sua lingua mentre contemporaneamente la lingua di mio figlio si costruiva”. La relazione tra madre e lingua è centrale nella mostra, così come quella con la casa, uno spazio in cui i legami prendono forma mostrandosi nella loro complessità.
Sara Basta vive e lavora a Roma. Le sue opere nascono da ricerche collettive e dalla creazione di piccole comunità temporanee tra persone che condividono narrazioni e dialogano attraverso un fare comune. Collabora con l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove insegna Storia e Modelli per l’Arte Terapia e con cui ha realizzato diversi workshop approfondendo il tema dell’abitare e della natura. Principali mostre e progetti: Magic Carpets Landed, a cura di Bebedetta Carpi De Resmini, Kaunas, Lituania (2021) Babies are Knoking, a cura di Veronica He, Pia Lauro e Chiara Vigliotti, Studio Stefania Miscetti, Roma. Festival La fantastica, a cura di Benedetta Carpi De Resmini e Giulia Pardini, Polisportiva del Trullo Roma (2020); Grand Tour D’Italie cura di NOS Visual Art Production per il MiC; “Abito lo Spazio” per "School in Tandem" all'interno del dipartimento educativo di Manifesta12, a Palermo; Amore e Rivoluzione a cura di Fulvio Chimento, via del Mandrione, Roma (2019); Barba Rosa, con un testo di Silvia Litardi, 16Civico, Pescara; Tutorial Sirtaki, un progetto di “Passo a Due” per il Media Art Festival, Maxxi Roma - Hanji, Viaggio nei Territori della Carta, Istituto Culturale Coreano, Roma e Napoli (2018).
La mostra, che si estende lungo gli spazi del silos e il sotterraneo del mulino, entrambi ricavati dal recupero dell’antico Pastificio Cerere, resterà aperta al pubblico da venerdì 28 gennaio a sabato 26 marzo 2022.
Sara Basta lavora sulle relazioni, indagando le tematiche dell’educazione e della co-creazione, del linguaggio e della memoria, in un passaggio continuo tra personale e collettivo. Attraverso la condivisione di esperienze legate a un “fare” comune, mette in discussione gerarchie e ruoli.
La prima madre è stata ideata come un percorso nella sua ricerca più recente. Un corpus di opere realizzate negli ultimi due anni che restituisce una mappa emozionale disegnata dal tempo dell’artista: a partire da quello presente, vissuto e scomposto nella sua ripetitività, fino al tempo del ricordo, della ricerca nella memoria familiare, e alla relazione ciclica tra nascita e morte. Da tale relazione originaria, il percorso si dipana esplorando i nuclei tematici che caratterizzano diverse serie di lavori di Sara Basta: la madre, la casa, la cura, il corpo dell’artista come sede e manifestazione di fisicità ed emotività.
Il percorso espositivo ha inizio con una serie di autoritratti ad acquarello realizzati ad occhi chiusi nei momenti strappati alla quotidianità alterata del lockdown, un tempo-circuito che avvolge i giorni dell’artista nell’insistenza di un gesto che tenta di affermare la realtà fisica dell’immagine. Questa dialettica intima tra presenza e assenza si articola nella mostra attraverso le figure della maschera e del fantasma che trasformano la memoria in qualcosa di contingente, attraverso il gioco o la documentazione.
In un’opera in stoffa il ricamo centrale delinea la sagoma dei capelli della madre dell’artista, mentre un’installazione sonora ne diffonde la voce flebile: “volevo registrare lo sgretolarsi della sua lingua mentre contemporaneamente la lingua di mio figlio si costruiva”. La relazione tra madre e lingua è centrale nella mostra, così come quella con la casa, uno spazio in cui i legami prendono forma mostrandosi nella loro complessità.
Sara Basta vive e lavora a Roma. Le sue opere nascono da ricerche collettive e dalla creazione di piccole comunità temporanee tra persone che condividono narrazioni e dialogano attraverso un fare comune. Collabora con l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove insegna Storia e Modelli per l’Arte Terapia e con cui ha realizzato diversi workshop approfondendo il tema dell’abitare e della natura. Principali mostre e progetti: Magic Carpets Landed, a cura di Bebedetta Carpi De Resmini, Kaunas, Lituania (2021) Babies are Knoking, a cura di Veronica He, Pia Lauro e Chiara Vigliotti, Studio Stefania Miscetti, Roma. Festival La fantastica, a cura di Benedetta Carpi De Resmini e Giulia Pardini, Polisportiva del Trullo Roma (2020); Grand Tour D’Italie cura di NOS Visual Art Production per il MiC; “Abito lo Spazio” per "School in Tandem" all'interno del dipartimento educativo di Manifesta12, a Palermo; Amore e Rivoluzione a cura di Fulvio Chimento, via del Mandrione, Roma (2019); Barba Rosa, con un testo di Silvia Litardi, 16Civico, Pescara; Tutorial Sirtaki, un progetto di “Passo a Due” per il Media Art Festival, Maxxi Roma - Hanji, Viaggio nei Territori della Carta, Istituto Culturale Coreano, Roma e Napoli (2018).
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