Umberto Bignardi. Di nuovo a Roma
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Umberto Bignardi. Di nuovo a Roma, Galleria Valentina Bonomo, Roma
Dal 09 Novembre 2023 al 10 Febbraio 2024
Roma
Luogo: Galleria Valentina Bonomo
Indirizzo: Via del portico d’Ottavia 13
Orari: martedì - sabato 15-19 o su appuntamento
Curatori: Lorenzo Madaro
E-Mail info: info@galleriabonomo.com
Sito ufficiale: http://www.galleriabonomo.com
La Galleria Valentina Bonomo è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra "Di nuovo a Roma" di Umberto Bignardi a cura di Lorenzo Madaro giovedì 9 novembre 2023 dalle ore 15 alle ore 21. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Archivio Umberto Bignardi di Milano.
Umberto Bignardi (Bologna, 1935 - Milano, 2022) nel 1954 si trasferisce a Roma per studiare all’Accademia di Belle Arti dove conosce e stringe amicizia con giovani artisti suoi coetanei come Jannis Kounellis e Pino Pascali e dove rimarrà fino alla fine degli anni Sessanta, per poi trasferirsi definitivamente a Milano.
Il lavoro dell'artista è estremamente stimolante, sia per le opere legate alla pittura informale che per lo studio sulle immagini e la loro metamorfosi. Fase centrale della sua ricerca è quella legata alla Pop Art, che si sviluppa attraverso il disegno e le esperienze multimediali, di cui sarà pioniere.
Questa mostra monografica alla Galleria Valentina Bonomo – la prima in una galleria romana dopo gli anni Sessanta e la prima dopo l’antologica del 1994 curata da Maurizio Calvesi e Laura Cherubini alla Sapienza – segna il ritorno di Bignardi a Roma proprio attraverso un focus sulle opere di quegli anni cruciali.
In mostra i disegni e le grandi tele degli anni '50 e '60 oltre a un nucleo di rari documenti che costituiscono una testimonianza importante della scena artistica romana dell’epoca, luogo di scambio per l’ambiente intellettuale e ampiamente all’avanguardia rispetto ad altre realtà internazionali.
Umberto Bignardi è stato un anticipatore delle installazioni visuali fin dagli anni Cinquanta ed è infatti da riconoscere come uno dei protagonisti di quella stagione irripetibile per Roma. Nel 1957 avviene un fondamentale incontro con Cy Twombly tramite Toti Scialoja – suo maestro all’Accademia – che lo indirizza verso una pittura di gesto e di segno, in cui compaiono parole e nomi, quasi un nuovo alfabeto di forme e segni.
A Roma diventa uno dei protagonisti de L’Attico ed è tra gli artisti presenti nella mostra "Fuoco Immagine Acqua Terra" della galleria di Fabio Sargentini accanto a Schifano, Pascali, Kounellis e altri. In questa occasione espone il Rotor che, citando Muybridge, anticipa quella che oggi definiremmo video-installazione.
Sarà l’avvio di un lavoro complesso che negli anni successivi troverà ampio sviluppo in tutto il lavoro multimediale che concepirà per Olivetti e IBM nel ruolo di direttore artistico per grandi esposizioni.
Dopo pochi mesi l’opera Rotor viene presentata da Germano Celant alla Galleria La Bertesca di Genova nell'epica mostra "Arte Povera e Im Spazio", proprio in questa occasione Celant definisce Bignardi come "un Guerrigliero sistematico".
La mostra è presentata da un testo di Lorenzo Madaro, curatore del progetto espositivo e docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano).
Umberto Bignardi (Bologna, 1935 - Milano, 2022) nel 1954 si trasferisce a Roma per studiare all’Accademia di Belle Arti dove conosce e stringe amicizia con giovani artisti suoi coetanei come Jannis Kounellis e Pino Pascali e dove rimarrà fino alla fine degli anni Sessanta, per poi trasferirsi definitivamente a Milano.
Il lavoro dell'artista è estremamente stimolante, sia per le opere legate alla pittura informale che per lo studio sulle immagini e la loro metamorfosi. Fase centrale della sua ricerca è quella legata alla Pop Art, che si sviluppa attraverso il disegno e le esperienze multimediali, di cui sarà pioniere.
Questa mostra monografica alla Galleria Valentina Bonomo – la prima in una galleria romana dopo gli anni Sessanta e la prima dopo l’antologica del 1994 curata da Maurizio Calvesi e Laura Cherubini alla Sapienza – segna il ritorno di Bignardi a Roma proprio attraverso un focus sulle opere di quegli anni cruciali.
In mostra i disegni e le grandi tele degli anni '50 e '60 oltre a un nucleo di rari documenti che costituiscono una testimonianza importante della scena artistica romana dell’epoca, luogo di scambio per l’ambiente intellettuale e ampiamente all’avanguardia rispetto ad altre realtà internazionali.
Umberto Bignardi è stato un anticipatore delle installazioni visuali fin dagli anni Cinquanta ed è infatti da riconoscere come uno dei protagonisti di quella stagione irripetibile per Roma. Nel 1957 avviene un fondamentale incontro con Cy Twombly tramite Toti Scialoja – suo maestro all’Accademia – che lo indirizza verso una pittura di gesto e di segno, in cui compaiono parole e nomi, quasi un nuovo alfabeto di forme e segni.
A Roma diventa uno dei protagonisti de L’Attico ed è tra gli artisti presenti nella mostra "Fuoco Immagine Acqua Terra" della galleria di Fabio Sargentini accanto a Schifano, Pascali, Kounellis e altri. In questa occasione espone il Rotor che, citando Muybridge, anticipa quella che oggi definiremmo video-installazione.
Sarà l’avvio di un lavoro complesso che negli anni successivi troverà ampio sviluppo in tutto il lavoro multimediale che concepirà per Olivetti e IBM nel ruolo di direttore artistico per grandi esposizioni.
Dopo pochi mesi l’opera Rotor viene presentata da Germano Celant alla Galleria La Bertesca di Genova nell'epica mostra "Arte Povera e Im Spazio", proprio in questa occasione Celant definisce Bignardi come "un Guerrigliero sistematico".
La mostra è presentata da un testo di Lorenzo Madaro, curatore del progetto espositivo e docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano).
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