Yildiz Doyran. Slancio Vitale
Dal 22 Gennaio 2014 al 07 Febbraio 2014
Roma
Luogo: Ufficio Cultura e Informazioni dell'Ambasciata di Turchia
Indirizzo: piazza della Repubblica 55/56
Orari: da lunedì a venerdì 9-17
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 4871190
E-Mail info: turchia@turchia.it
Sito ufficiale: http://www.turchia.it
Mercoledì 22 gennaio, alle 18, presso lo spazio espositivo dell’Ufficio Cultura e Informazioni della Ambasciata di Turchia a Roma in Piazza della Repubblica 55-56, si inaugurerà la mostra personale “Slancio Vitale” della pittrice turca Y?ld?z Doyran. La mostra, che resterà a disposizione del pubblico fino al 7 febbraio 2014 negli orari di apertura degli uffici, è organizzata dall’Ambasciata della Repubblica di Turchia presso la Santa Sede.
La pittrice turca Y?ld?z Doyran è nata nella città di Hopa, in Provincia di Artvin, nel 1964. Ha conseguito il diploma presso il Dipartimento di Pittura della Facoltà di Scienze dell’Educazione presso la Gazi University di Ankara nel 1986. Nel 1996 ha cominciato a lavorare come ricercatore nella Facoltà di Belle Arti dell’Abant Izzet Baysal University nella città di Bolu, dove ha concluso il master l’anno successivo. Dopo aver conseguito il dottorato presso la Facoltà di Belle Arti della Hacettepe University ad Ankara nel 2002, Y?ld?z Doyran è diventata Ricercatore Universitario (Assistant Professor) presso l’Abant Izzet Baysal University dove attualmente insegna. Nelle sue opere Y?ld?z Doyran trae ispirazione dal convincimento che la natura sia per se stessa un’opera d’arte. Vede il proprio lavoro come uno sforzo per rimuovere le barriere che l’uomo pone tra se stesso e la natura e per cercare di ottenere un rapporto più equilibrato con essa. Nel guardare con occhi attenti le opere di Y?ld?z Doyran, si vedranno prima di tutto la coerenza e l’unitarietà tra il tema e la tecnica. Contemporaneamente tale unitarietà riflette anche l’armonia e la comunicazione tra l’universo e l’uomo.
L’uomo realizza la propria esistenza attraverso il rapporto e/o la rete di rapporti che egli crea con l’universo e con l’ambiente materiale e spirituale in cui si trova. L’esistenza non è una concezione offerta gratuitamente all’uomo, né un ambiente nel quale si vive. L’uomo deve porre le fondamenta e costruire tale esistenza. In questo processo di formazione, la filosofia e l’arte gli fanno per lo più da guida, indicandogli la strada.
Così, la mostra di Doyran dal titolo “Slancio Vitale”, oltre ad essere un bel modello di incontro tra la filosofia e l’arte nel processo di autoformazione dell’uomo, rappresenta altresì un esempio di armonia tematica e tecnica. Con il concetto di “Slancio Vitale”, si riferisce al tema principale della filosofia di Bergson. Alla base dell’esistenza, egli vede una forza creativa e indipendente, da lui denominata “Slancio Vitale” che produce continuamente nuove forme, senza essere soggetto ad alcun meccanismo e determinismo. Il desiderio e l’energia della creazione sono comuni all’uomo e all’universo. Per tale ragione, l’uomo non solo è testimone del processo universale-creativo-dinamico ed evolutivo, ma ne è anche il prosecutore attraverso le proprie opere. Nella raffigurazione della natura da parte di Y?ld?z Doyran, vediamo la testimonianza e la genesi di tale processo creativo dinamico-evolutivo. L’artista non riproduce l’attimo congelandolo, bensì l’esistenza e la durata nella natura. Raffigura il cambiamento, la trasformazione.
Tutto ciò che osserviamo nelle opere dell’artista – ovverosia l’imprevedibilità, l’esistenza nel corso di un arco temporale, l’incontro con l’impeto creativo che mai più si ripeterà e ulteriori elementi simili – sottintende che tale processo di creazione possa essere descritto con concetti e modelli bergsoniani.
Le tematiche scelte da Doyran sono per lo più spaccati di natura che, però, denotano la struttura stratiforme dell’esistenza, formata da piani di vita e di spiritualità su un terreno materiale e fisico. L’artista nelle sue opere fa riecheggiare la totalità di questi piani. Chiaramente visibili sono la struttura multistrato delle immagini e il fatto che ogni piano prepari il campo per quello successivo. Così come la vitalità sorge passando da tutti questi strati, così anche le linee principali dell’immagine sorgono superando tutti quelli. Doyran, nel far percepire nella sua opera tutto tale processo allo spettatore, lo ingloba in esso, trasformandolo e formandolo al contempo.
Lo slancio vitale è un innalzarsi verso la libertà. I “canneti” utilizzati dall’artista ne sono l’immagine più elementare. La vitalità va oltre la materia. Non vi è ritorno nell’esistenza della vita. La sua ciclicità non è sotto forma di ripetizione, bensì di creazione di nuove forme in ogni istante. In tal senso, anche l’acqua usata nelle opere dell’artista è da intendersi come simbolo dell’essere e del cambiamento. Il riferimento all’acqua è doppiamente importante in quanto mantiene nella descrizione della stessa “la variabile e l’invariabile” contemporaneamente. L’acqua, anche se si rinnova ogni istante, rimane d’altro canto acqua. Questo flusso dialettico della vita, inenarrabile a parole, viene riprodotto con i colori. Queste rappresentazioni non figurative della natura evidenziano la priorità del colore sulla forma, dell’esistere sul fatto compiuto. Le opere di Doyran, ciascuna come simbolo dello “scorrere senza diventar torbido o congelato”, fanno sentire la verità senza congelarla. Si percepisce un contatto creativo tra la natura e le opere. L’evoluzione nella vita è forza creativa. Le immagini di Doyran riproducono sia uno spaccato di questa evoluzione creativa, sia ne costituiscono personalmente parte integrante, giacché il creare è un partecipare a questa evoluzione. Comprendere l’esistenza rende necessario l’incontro con la materia, la vita e la spiritualità partendo dalla metafora dello “slancio vitale” e l’interrogarsi dell’uomo sul proprio ruolo nell’ambito della gerarchia esistenziale. In base a ciò, la forza creativa, l’innovazione e la sempre singolare esistenza della vita stessa richiedono una comprensione intuitiva nell’arco temporale (durée in fr.). In tal modo, l’opposizione, da un lato, tra la materia e la vita e, dall’altro, tra l’intelligenza e la percezione nella produzione di Doyran, oltre a mostrare la superiorità della vita sulla materia, regala allo spettatore anche la scoperta percettiva di ciò che è incomprensibile con la sola intelligenza.
Prof. Ass. Dr. Levent Bayraktar
La pittrice turca Y?ld?z Doyran è nata nella città di Hopa, in Provincia di Artvin, nel 1964. Ha conseguito il diploma presso il Dipartimento di Pittura della Facoltà di Scienze dell’Educazione presso la Gazi University di Ankara nel 1986. Nel 1996 ha cominciato a lavorare come ricercatore nella Facoltà di Belle Arti dell’Abant Izzet Baysal University nella città di Bolu, dove ha concluso il master l’anno successivo. Dopo aver conseguito il dottorato presso la Facoltà di Belle Arti della Hacettepe University ad Ankara nel 2002, Y?ld?z Doyran è diventata Ricercatore Universitario (Assistant Professor) presso l’Abant Izzet Baysal University dove attualmente insegna. Nelle sue opere Y?ld?z Doyran trae ispirazione dal convincimento che la natura sia per se stessa un’opera d’arte. Vede il proprio lavoro come uno sforzo per rimuovere le barriere che l’uomo pone tra se stesso e la natura e per cercare di ottenere un rapporto più equilibrato con essa. Nel guardare con occhi attenti le opere di Y?ld?z Doyran, si vedranno prima di tutto la coerenza e l’unitarietà tra il tema e la tecnica. Contemporaneamente tale unitarietà riflette anche l’armonia e la comunicazione tra l’universo e l’uomo.
L’uomo realizza la propria esistenza attraverso il rapporto e/o la rete di rapporti che egli crea con l’universo e con l’ambiente materiale e spirituale in cui si trova. L’esistenza non è una concezione offerta gratuitamente all’uomo, né un ambiente nel quale si vive. L’uomo deve porre le fondamenta e costruire tale esistenza. In questo processo di formazione, la filosofia e l’arte gli fanno per lo più da guida, indicandogli la strada.
Così, la mostra di Doyran dal titolo “Slancio Vitale”, oltre ad essere un bel modello di incontro tra la filosofia e l’arte nel processo di autoformazione dell’uomo, rappresenta altresì un esempio di armonia tematica e tecnica. Con il concetto di “Slancio Vitale”, si riferisce al tema principale della filosofia di Bergson. Alla base dell’esistenza, egli vede una forza creativa e indipendente, da lui denominata “Slancio Vitale” che produce continuamente nuove forme, senza essere soggetto ad alcun meccanismo e determinismo. Il desiderio e l’energia della creazione sono comuni all’uomo e all’universo. Per tale ragione, l’uomo non solo è testimone del processo universale-creativo-dinamico ed evolutivo, ma ne è anche il prosecutore attraverso le proprie opere. Nella raffigurazione della natura da parte di Y?ld?z Doyran, vediamo la testimonianza e la genesi di tale processo creativo dinamico-evolutivo. L’artista non riproduce l’attimo congelandolo, bensì l’esistenza e la durata nella natura. Raffigura il cambiamento, la trasformazione.
Tutto ciò che osserviamo nelle opere dell’artista – ovverosia l’imprevedibilità, l’esistenza nel corso di un arco temporale, l’incontro con l’impeto creativo che mai più si ripeterà e ulteriori elementi simili – sottintende che tale processo di creazione possa essere descritto con concetti e modelli bergsoniani.
Le tematiche scelte da Doyran sono per lo più spaccati di natura che, però, denotano la struttura stratiforme dell’esistenza, formata da piani di vita e di spiritualità su un terreno materiale e fisico. L’artista nelle sue opere fa riecheggiare la totalità di questi piani. Chiaramente visibili sono la struttura multistrato delle immagini e il fatto che ogni piano prepari il campo per quello successivo. Così come la vitalità sorge passando da tutti questi strati, così anche le linee principali dell’immagine sorgono superando tutti quelli. Doyran, nel far percepire nella sua opera tutto tale processo allo spettatore, lo ingloba in esso, trasformandolo e formandolo al contempo.
Lo slancio vitale è un innalzarsi verso la libertà. I “canneti” utilizzati dall’artista ne sono l’immagine più elementare. La vitalità va oltre la materia. Non vi è ritorno nell’esistenza della vita. La sua ciclicità non è sotto forma di ripetizione, bensì di creazione di nuove forme in ogni istante. In tal senso, anche l’acqua usata nelle opere dell’artista è da intendersi come simbolo dell’essere e del cambiamento. Il riferimento all’acqua è doppiamente importante in quanto mantiene nella descrizione della stessa “la variabile e l’invariabile” contemporaneamente. L’acqua, anche se si rinnova ogni istante, rimane d’altro canto acqua. Questo flusso dialettico della vita, inenarrabile a parole, viene riprodotto con i colori. Queste rappresentazioni non figurative della natura evidenziano la priorità del colore sulla forma, dell’esistere sul fatto compiuto. Le opere di Doyran, ciascuna come simbolo dello “scorrere senza diventar torbido o congelato”, fanno sentire la verità senza congelarla. Si percepisce un contatto creativo tra la natura e le opere. L’evoluzione nella vita è forza creativa. Le immagini di Doyran riproducono sia uno spaccato di questa evoluzione creativa, sia ne costituiscono personalmente parte integrante, giacché il creare è un partecipare a questa evoluzione. Comprendere l’esistenza rende necessario l’incontro con la materia, la vita e la spiritualità partendo dalla metafora dello “slancio vitale” e l’interrogarsi dell’uomo sul proprio ruolo nell’ambito della gerarchia esistenziale. In base a ciò, la forza creativa, l’innovazione e la sempre singolare esistenza della vita stessa richiedono una comprensione intuitiva nell’arco temporale (durée in fr.). In tal modo, l’opposizione, da un lato, tra la materia e la vita e, dall’altro, tra l’intelligenza e la percezione nella produzione di Doyran, oltre a mostrare la superiorità della vita sulla materia, regala allo spettatore anche la scoperta percettiva di ciò che è incomprensibile con la sola intelligenza.
Prof. Ass. Dr. Levent Bayraktar
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