Marc Chagall. Segni e colori dell’anima
Dal 28 Marzo 2015 al 28 Giugno 2015
Cava de' Tirreni | Salerno
Luogo: MARTE Mediateca Arte Eventi
Indirizzo: corso Umberto I, 137
Orari: da lunedì a domenica 10-13 / 17-21
Enti promotori:
- Consolato Onorario della Repubblica di Bielorussia a Napoli
- Provincia di Salerno
- Comune di Cava de’ Tirreni
- MARTE Mediateca Arte Eventi
Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 4, famiglie € 15, scuole € 2
Telefono per informazioni: +39 089 9485395
E-Mail info: pr@jagcommunication.com
Sito ufficiale: http://www.marteonline.com
È dedicata all’opera grafica di uno dei grandi protagonisti dell’arte del XX secolo la Mostra Marc Chagall. Segni e colori dell’anima in programma al MARTE di Cava de' Tirreni (Salerno) dal 29 marzo al 28 giugno 2015. Un'esposizione volta a restituire tutta la poetica del fortunato incontro tra la forza del segno e del colore dell'artista bielorusso con le tecniche della stampa d'arte, tra il simbolismo e gli archetipi del suo vocabolario pittorico con i temi delle favole e del messaggio biblico. Affiancata da diverse iniziative collaterali e da un'accurata proposta di visite combinate in itinerari turistici tematici, la Mostra, che gode del patrocinio del Consolato Onorario della Repubblica di Bielorussia a Napoli, della Provincia di Salerno e del Comune di Cava de’ Tirreni, è stata resa possibile grazie al sostegno dei Main Sponsor EAST, Tecnocap, Centro Commerciale Naturale di Cava de’Tirreni e al contributo di Arti Grafiche Boccia e di altri sponsor privati, ed è promossa dal MARTE Mediateca Arte Eventi, centro culturale pulsante votato alla multidisciplinarietà, modello esemplare di recupero e riconversione di un sito storico in chiave contemporanea.
L'esposizione propone una selezionata scelta di incisioni e litografie realizzate tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta, nel periodo in cui Chagall scopre le potenzialità espressive legate alla valenza del segno, quanto all’uso del colore, sia della stampa in cavo che di quella in piano, dando vita a pagine di grande intensità dove ingenuità e candore, spiritualità e poesia, vita e morte si intrecciano in un sentimento di stupefacente leggerezza. È questo del resto l’aspetto che il percorso della mostra intende restituire. Un’esposizione che trova nel peculiare uso delle tecniche da parte del maestro russo il suo punto di forza. Chagall inventore di forme, ma anche alchimista del colore è quanto lasciano emergere i diversi cicli che compongono la selezione in mostra. Affidata alla cura, per la lettura delle opere e l’ordinamento del catalogo, di Ada Patrizia Fiorillo consta di settantacinque opere tratte da noti cicli illustrativi Le anime morte, Le Favole di La Fontaine, La Bibbia, Chagall 1957, Dessins pour la Bible, cui si affiancano alcune litografie a colori quali Hommage à Marc Chagall del 1969, Chagall monumentale del 1973, Sole e cavallo rosso del 1979 e l’acquaforte La nuit des amoreux a Saint Paul del 1968.
Chagall cominciò ad interessarsi delle tecniche di stampa in cavo, a partire dai primi anni Venti sollecitato dall’editore Paul Cassirer ad illustrare con alcune incisioni il testo autobiografico La mia vita. Il progetto editoriale vedrà la pubblicazione solo alcuni anni dopo. Nel mentre sarà Ambroise Vollard ‐ gallerista, mercante d’arte ed insieme editore, convinto sostenitore della stampa d’arte ‐ a spronarlo verso la tecnica dell’acquaforte. Nascono tra il 1924 ed il ’25 le illustrazioni per Le anime morte di Gogol’, cui, sempre su commissione di Vollard, faranno seguito, tra il 1928 ed il ’30, le cento acqueforti per Le Favole di La Fontaine e, dal 1931 al ’39, le centocinque illustrazioni per la Bibbia pubblicate, come per Le Favole, solo nella prima metà degli anni Cinquanta dall’editore Tériade. È questo il decennio che segna l’avvicinarsi di Chagall alla pratica della litografia grazie all’incontro, nel 1950, con Fernand Mourlot nella cui stamperia parigina realizzerà gran parte degli esemplari eseguiti con tale tecnica della quale diventerà un raffinato cultore. È il caso delle tavole del ciclo della Bibbia nei cui “fogli – scrive Ada Patrizia Fiorillo – l’uso dell’acquaforte, corretta anche dall’azione diretta della puntasecca, lo vede attento a calibrare i tratti, dosare i toni per restituire effetti di morbido nero o trame tissulari di linee e punti in cui gravitano i corpi e le cose”, fino a trasferire nell’esercizio della litografia la forza del colore come avviene per il volume Chagall 1957 con tredici litografie (tra cui La maternità e il centauro 'scelta' come immagine della mostra) e il ciclo Dessins pour la Bible destinato all’edizione speciale, per i numeri “37” e “38”, della parigina rivista “Verve”, apparsa nel 1960. Una pratica – annota ancora la Fiorillo – per la quale l’artista recupera “l’esperienza pittorica giocata sulla vitalità dell’inchiostro a tradurre la grana della pietra litografica, le porosità ‘scavate’ dal bagno d’acido sulla superficie. […] Nelle prime è una sinfonia di colori, opposta al monocromatismo adottato con forte valore simbolico nei dipinti degli stessi anni, a fare emergere temi da sempre a lui cari, l’amore, la famiglia, la religione, il mistero stesso della vita, espressi attraverso la forza di simboli. Diversamente accade per Dessins pour la Bible, nelle quali l’artista torna a confrontarsi con i soggetti del suo messaggio biblico, con la dimensione di una spiritualità che lo avrebbe accompagnato fino agli ultimi giorni della sua vita”. Un percorso di opere (si allega elenco completo) di notevole seduzione dalle quali emerge la forza di un immaginario senza limiti. A far da breccia nel percorso della mostra il tracciato 'Omaggio a Chagall' con opere ceramiche di Maria Giovanna Benincasa, Enzo Bianco, Enzo Caruso, Antonio D'Acunto, Nello Ferrigno, Lucio Liguori, Adriana Sgobba.
L'esposizione propone una selezionata scelta di incisioni e litografie realizzate tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta, nel periodo in cui Chagall scopre le potenzialità espressive legate alla valenza del segno, quanto all’uso del colore, sia della stampa in cavo che di quella in piano, dando vita a pagine di grande intensità dove ingenuità e candore, spiritualità e poesia, vita e morte si intrecciano in un sentimento di stupefacente leggerezza. È questo del resto l’aspetto che il percorso della mostra intende restituire. Un’esposizione che trova nel peculiare uso delle tecniche da parte del maestro russo il suo punto di forza. Chagall inventore di forme, ma anche alchimista del colore è quanto lasciano emergere i diversi cicli che compongono la selezione in mostra. Affidata alla cura, per la lettura delle opere e l’ordinamento del catalogo, di Ada Patrizia Fiorillo consta di settantacinque opere tratte da noti cicli illustrativi Le anime morte, Le Favole di La Fontaine, La Bibbia, Chagall 1957, Dessins pour la Bible, cui si affiancano alcune litografie a colori quali Hommage à Marc Chagall del 1969, Chagall monumentale del 1973, Sole e cavallo rosso del 1979 e l’acquaforte La nuit des amoreux a Saint Paul del 1968.
Chagall cominciò ad interessarsi delle tecniche di stampa in cavo, a partire dai primi anni Venti sollecitato dall’editore Paul Cassirer ad illustrare con alcune incisioni il testo autobiografico La mia vita. Il progetto editoriale vedrà la pubblicazione solo alcuni anni dopo. Nel mentre sarà Ambroise Vollard ‐ gallerista, mercante d’arte ed insieme editore, convinto sostenitore della stampa d’arte ‐ a spronarlo verso la tecnica dell’acquaforte. Nascono tra il 1924 ed il ’25 le illustrazioni per Le anime morte di Gogol’, cui, sempre su commissione di Vollard, faranno seguito, tra il 1928 ed il ’30, le cento acqueforti per Le Favole di La Fontaine e, dal 1931 al ’39, le centocinque illustrazioni per la Bibbia pubblicate, come per Le Favole, solo nella prima metà degli anni Cinquanta dall’editore Tériade. È questo il decennio che segna l’avvicinarsi di Chagall alla pratica della litografia grazie all’incontro, nel 1950, con Fernand Mourlot nella cui stamperia parigina realizzerà gran parte degli esemplari eseguiti con tale tecnica della quale diventerà un raffinato cultore. È il caso delle tavole del ciclo della Bibbia nei cui “fogli – scrive Ada Patrizia Fiorillo – l’uso dell’acquaforte, corretta anche dall’azione diretta della puntasecca, lo vede attento a calibrare i tratti, dosare i toni per restituire effetti di morbido nero o trame tissulari di linee e punti in cui gravitano i corpi e le cose”, fino a trasferire nell’esercizio della litografia la forza del colore come avviene per il volume Chagall 1957 con tredici litografie (tra cui La maternità e il centauro 'scelta' come immagine della mostra) e il ciclo Dessins pour la Bible destinato all’edizione speciale, per i numeri “37” e “38”, della parigina rivista “Verve”, apparsa nel 1960. Una pratica – annota ancora la Fiorillo – per la quale l’artista recupera “l’esperienza pittorica giocata sulla vitalità dell’inchiostro a tradurre la grana della pietra litografica, le porosità ‘scavate’ dal bagno d’acido sulla superficie. […] Nelle prime è una sinfonia di colori, opposta al monocromatismo adottato con forte valore simbolico nei dipinti degli stessi anni, a fare emergere temi da sempre a lui cari, l’amore, la famiglia, la religione, il mistero stesso della vita, espressi attraverso la forza di simboli. Diversamente accade per Dessins pour la Bible, nelle quali l’artista torna a confrontarsi con i soggetti del suo messaggio biblico, con la dimensione di una spiritualità che lo avrebbe accompagnato fino agli ultimi giorni della sua vita”. Un percorso di opere (si allega elenco completo) di notevole seduzione dalle quali emerge la forza di un immaginario senza limiti. A far da breccia nel percorso della mostra il tracciato 'Omaggio a Chagall' con opere ceramiche di Maria Giovanna Benincasa, Enzo Bianco, Enzo Caruso, Antonio D'Acunto, Nello Ferrigno, Lucio Liguori, Adriana Sgobba.
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