Viaggio al termine della parola
Dal 17 Maggio 2014 al 01 Agosto 2014
Salerno
Luogo: Galleria Tiziana Di Caro
Indirizzo: via delle Botteghelle 55
Orari: lun-ven 15-20 o su appuntamento
Curatori: Antonello Tolve
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 089 9953141
E-Mail info: info@tizianadicaro.it
Sito ufficiale: http://www.tizianadicaro.it
La Galleria Tiziana Di Caro è felice di presentare Viaggio al termine della parola / Journey to the end of the word, un progetto curato da Antonello Tolve che include opere di Tomaso Binga, Maria Adele Del Vecchio, Adelita Husni-Bey, Maria Lai, Magdalo Mussio, Damir Ocko, Lamberto Pignotti, Lina Selander, che inaugura sabato 17 maggio 2014 dalle ore 19.
Il titolo è preso in prestito dall'omonimo libro di Renato Barilli (Renato Barilli, Viaggio al termine della parola, 1981), incentrato sulla ricerca intra-verbale, ma è anche un chiaro riferimento al primo romanzo di Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit, 1932), che ha rivoluzionato la prosa, attraverso una struttura articolata, ricca di figure retoriche mescolate a espressioni semplici e spesso gergali.
In tutti i lavori selezionati si recepisce lo sfondamento tra l'immagine e la parola, il sovrapporsi e mescolarsi delle strutture metalinguistiche. Gli artisti invitati, pur appartenendo a generazioni diverse, affrontano tutti e su vari livelli il principio secondo cui i lemmi, le frasi, le locuzioni possono essere significati e significanti di un'opera: la “parola” può avere un aspetto ben più potente del suo contenuto, in quanto enfatizzato da una struttura grafica, segnica, che ne amplia la prospettiva.
In questo senso, Tomaso Binga con i suoi dattilocodici ha operato una vera rivoluzione. La sovrapposizione di lettere battute con una specifica macchina da scrivere, crea segni grafici, in cui il significato estetico si sostituisce a quello intrinseco alla lettera.
Nel neon Herstory di Maria Adele Del Vecchio, il passaggio di genere della versione inglese della parola “storia” origina un'inversione di prospettiva dal maschile al femminile e, alterando il punto di vista, modifica il senso e i potenziali risvolti determinati dalla parola stessa. Adelita Husni-Bey, con l'aiuto del Professore Lorenzo Jurina, evidenzia la funzione della parola come strumento speculativo. Le opere di Maria Lai sono racconti di un mondo in bilico tra la tradizione e la fantasia, che si mescolano sino a diventare irriconoscibili. Magdalo Mussio ha impostato tutto il suo lavoro sulla calligrafia, la tipografia, le lettere e le parole, al punto che a proposito della sua pratica si è parlato di “pittura verbale”, espressione che è diventata la sintesi perfetta di questo progetto espositivo. A dare tale definizione fu Lamberto Pignotti, che partecipa al progetto con lavori appartenenti a momenti differenti, in cui la parola è soggetto dell'opera, è oggetto dell'opera, è elemento costitutivo di cruciverba che sono essi stessi opere, in una continuità di esempi che potrebbero essere moltiplicati all'infinito. Damir Ocko ha fatto del testo poetico un elemento essenziale del suo lavoro. Gli stessi versi poetici sono il fulcro di lavori in cui la struttura semantica si arricchisce di elementi grafici che ne enfatizzano il senso. Il video di Lina Selander When the Sun Sets It’s All Red, Then It Disappears esamina la relazione tra l'utopia, la politica, e l'espressione emozionale attraverso il confronto tra parole e immagini.
Nell'ottica di una rassegna su un ambiente estetico che muove dal vocabolo per volgere lo sguardo al di là dei recinti del linguaggio poetico, il Viaggio al termine della parola si pone come un collegamento, come un ponte tra immagine e concetto determinato dalla scelta di associare all'interno di uno stesso discorso la visualizzazione della parola e la trasparenza (o la pastosità) del segno.
(Antonello Tolve)
Il titolo è preso in prestito dall'omonimo libro di Renato Barilli (Renato Barilli, Viaggio al termine della parola, 1981), incentrato sulla ricerca intra-verbale, ma è anche un chiaro riferimento al primo romanzo di Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit, 1932), che ha rivoluzionato la prosa, attraverso una struttura articolata, ricca di figure retoriche mescolate a espressioni semplici e spesso gergali.
In tutti i lavori selezionati si recepisce lo sfondamento tra l'immagine e la parola, il sovrapporsi e mescolarsi delle strutture metalinguistiche. Gli artisti invitati, pur appartenendo a generazioni diverse, affrontano tutti e su vari livelli il principio secondo cui i lemmi, le frasi, le locuzioni possono essere significati e significanti di un'opera: la “parola” può avere un aspetto ben più potente del suo contenuto, in quanto enfatizzato da una struttura grafica, segnica, che ne amplia la prospettiva.
In questo senso, Tomaso Binga con i suoi dattilocodici ha operato una vera rivoluzione. La sovrapposizione di lettere battute con una specifica macchina da scrivere, crea segni grafici, in cui il significato estetico si sostituisce a quello intrinseco alla lettera.
Nel neon Herstory di Maria Adele Del Vecchio, il passaggio di genere della versione inglese della parola “storia” origina un'inversione di prospettiva dal maschile al femminile e, alterando il punto di vista, modifica il senso e i potenziali risvolti determinati dalla parola stessa. Adelita Husni-Bey, con l'aiuto del Professore Lorenzo Jurina, evidenzia la funzione della parola come strumento speculativo. Le opere di Maria Lai sono racconti di un mondo in bilico tra la tradizione e la fantasia, che si mescolano sino a diventare irriconoscibili. Magdalo Mussio ha impostato tutto il suo lavoro sulla calligrafia, la tipografia, le lettere e le parole, al punto che a proposito della sua pratica si è parlato di “pittura verbale”, espressione che è diventata la sintesi perfetta di questo progetto espositivo. A dare tale definizione fu Lamberto Pignotti, che partecipa al progetto con lavori appartenenti a momenti differenti, in cui la parola è soggetto dell'opera, è oggetto dell'opera, è elemento costitutivo di cruciverba che sono essi stessi opere, in una continuità di esempi che potrebbero essere moltiplicati all'infinito. Damir Ocko ha fatto del testo poetico un elemento essenziale del suo lavoro. Gli stessi versi poetici sono il fulcro di lavori in cui la struttura semantica si arricchisce di elementi grafici che ne enfatizzano il senso. Il video di Lina Selander When the Sun Sets It’s All Red, Then It Disappears esamina la relazione tra l'utopia, la politica, e l'espressione emozionale attraverso il confronto tra parole e immagini.
Nell'ottica di una rassegna su un ambiente estetico che muove dal vocabolo per volgere lo sguardo al di là dei recinti del linguaggio poetico, il Viaggio al termine della parola si pone come un collegamento, come un ponte tra immagine e concetto determinato dalla scelta di associare all'interno di uno stesso discorso la visualizzazione della parola e la trasparenza (o la pastosità) del segno.
(Antonello Tolve)
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