Bookillers. Anatomie di un'ipovisione

Andrea Battaglini, Bookillers. Anatomie di un'ipovisione
Dal 01 Marzo 2013 al 30 Marzo 2013
Torino
Luogo: Biblioteca Nazionale Universitaria
Indirizzo: piazza Carlo Alberto 3
Orari: da lunedì a venerdì 9-18.30; sabato 9-13.30
Telefono per informazioni: +39 011 8101150
E-Mail info: bu-to.eventi@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.bnto.librari.beniculturali.it/
La Biblioteca Nazionale Universitaria presenta la mostra fotografica di Andrea Battaglini "Bookillers. Anatomie di un'ipovisione"
Le installazioni rappresentano il punto di vista, l’occhio dell’acaro dei libri di carta (mite) e del baco (bug) degli ebooks: gli occhi del bookiller, il mangiacarta, mangia parole, mangiaidee, mangialibri.
Per fare questi polittici/installazioni fotografiche,Andrea Battaglini ha costruito un obiettivo speciale con materiali Leica M (anelli, soffietti, obiettivi...) che è macro e basculabile al tempo stesso e cioé mette a fuoco un solo particolare ravvicinatissimo“...perché i bookillers sono infatti ipovedenti”.
“L’acaro dei libri chiamato cheyletus doctus o book-mite è un previsto mangiacarte, un orribile e instancabile divoratore di pagine. L’acaro dei libri elettronici detto imprecisamente bug è imprevedibile, inaspettato e dispettoso. Entrambi hanno occhi curiosi e mobili ma sono ipovedenti: l’acutezza visiva è limitata. Vedono la preda, un pezzo di virgola, un accento tonico, una vocale o, viva l’abbondanza, una consonante. Mai abbracciano per intero una parola e tanto meno una riga o una frase. Non mettono bene a fuoco, o almeno, focalizzano solo porzioni di realtà e di fantasia, di idee e di pensieri. Non vedono l’intera composizione in modo simultaneo ma osservano un elemento alla volta. Nel baco (bug) e nell’acaro, ignari dell’alfabeto, la percezione è passiva, inintenzionale. Hanno pochi muscoli ciliari, non aumentano né diminuiscono il cristallino per una corretta messa a fuoco. Elaborano poco, non hanno giudizio visivo, né creatività. Mangiano e distruggono guidati da attese basate solo sulla visione periferica; attaccano i margini delle lettere senza vedere orizzonti o angoli. Vivono in zone d’ombra, non cercano significati quando si fissano sulle lettere che incertamente focalizzano. Fissano lettera per lettera, obnubilati dalla fame. Percepiscono in modo vago, indovinano, frammentano ma non prevedono, né capiscono. E dimenticano, non immagazzinando, parole e cose. Però esplorano indefessi e mordono. Così cancellano sapere e storia, scienza e conoscenza.
Le installazioni rappresentano il punto di vista, l’occhio dell’acaro dei libri di carta (mite) e del baco (bug) degli ebooks: gli occhi del bookiller, il mangiacarta, mangia parole, mangiaidee, mangialibri.
Per fare questi polittici/installazioni fotografiche,Andrea Battaglini ha costruito un obiettivo speciale con materiali Leica M (anelli, soffietti, obiettivi...) che è macro e basculabile al tempo stesso e cioé mette a fuoco un solo particolare ravvicinatissimo“...perché i bookillers sono infatti ipovedenti”.
“L’acaro dei libri chiamato cheyletus doctus o book-mite è un previsto mangiacarte, un orribile e instancabile divoratore di pagine. L’acaro dei libri elettronici detto imprecisamente bug è imprevedibile, inaspettato e dispettoso. Entrambi hanno occhi curiosi e mobili ma sono ipovedenti: l’acutezza visiva è limitata. Vedono la preda, un pezzo di virgola, un accento tonico, una vocale o, viva l’abbondanza, una consonante. Mai abbracciano per intero una parola e tanto meno una riga o una frase. Non mettono bene a fuoco, o almeno, focalizzano solo porzioni di realtà e di fantasia, di idee e di pensieri. Non vedono l’intera composizione in modo simultaneo ma osservano un elemento alla volta. Nel baco (bug) e nell’acaro, ignari dell’alfabeto, la percezione è passiva, inintenzionale. Hanno pochi muscoli ciliari, non aumentano né diminuiscono il cristallino per una corretta messa a fuoco. Elaborano poco, non hanno giudizio visivo, né creatività. Mangiano e distruggono guidati da attese basate solo sulla visione periferica; attaccano i margini delle lettere senza vedere orizzonti o angoli. Vivono in zone d’ombra, non cercano significati quando si fissano sulle lettere che incertamente focalizzano. Fissano lettera per lettera, obnubilati dalla fame. Percepiscono in modo vago, indovinano, frammentano ma non prevedono, né capiscono. E dimenticano, non immagazzinando, parole e cose. Però esplorano indefessi e mordono. Così cancellano sapere e storia, scienza e conoscenza.
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