Da Fontana a Crippa a Tancredi. La formidabile avventura del Movimento spazialista

Dal 17 October 2025 al 15 February 2026
Torino
Luogo: Fondazione Accorsi Ometto
Indirizzo: Via Po 55
Orari: Martedì, mercoledì e venerdì 10-18 │ Giovedì 10-20 Sabato, domenica e festivi 10-19 La biglietteria chiude mezz’ora prima. Lunedì chiuso
Curatori: Nicoletta Colombo, Serena Redaelli, Giuliana Godio
Costo del biglietto: BIGLIETTO UNICO (comprensivo di ingresso al Museo): intero € 15,00; ridotto € 12,00 RIDOTTO € 12,00: dai 19 ai 26 anni; over 65 RIDOTTO € 10,00: dagli 11 ai 18 anni; convenzioni RIDOTTO € 6,00: insegnanti GRATUITO: fino a 10 anni; possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card; possessori tessera ICOM; diversamente abili; giornalisti iscritti all’albo
Telefono per informazioni: +39 011 837 688
E-Mail info: info@fondazioneaccorsi-ometto.it
Sito ufficiale: http://fondazioneaccorsi-ometto.it
La trasformazione dell’arte italiana iniziata nella seconda metà degli anni quaranta è inimmaginabile senza l’approccio concettuale al problema dello spazio, individuato, in pittura, da segni-base, linee, buchi e tagli nelle tele. Questo cambiamento trova in prima linea i protagonisti del Movimento spazialista, affascinati da una nuova visione del cosmo, sintetizzata nei manifesti usciti tra il 1947 e il 1958.
Fondamentale è il sodalizio tra Lucio Fontana (1899-1968), artista e autore dell’interpretazione dello spazio allusiva a una nuova dimensione immateriale, e Carlo Cardazzo (1908-1963), collezionista, editore e illuminato mercante d’arte, titolare delle prestigiose Galleria del Cavallino di Venezia e Galleria del Naviglio di Milano.
Lo Spazialismo, o “concetto spaziale dell’arte”, coinvolge l’interesse di intellettuali, letterati, scrittori, poeti, che riconoscono in Fontana un leader provocatore e rivoluzionario: ideatore dal 1949 delle sperimentazioni sui buchi, costellati da un ordito di materie (pietre, sabbie, vetri colorati) in cui il vuoto diventa elemento costruttivo di un nuovo cosmo, dopo il 1958 prosegue la sua ricerca con i tagli, noti come Concetti spaziali-Attese, ricchissimi di varianti, realizzati con l’intento di introdurre fisicamente la tridimensionalità in pittura.
La mostra, che raccoglie 24 maestri rappresentati da circa 50 opere provenienti da musei, raccolte istituzionali e private, si apre con Lucio Fontana, per proseguire con Roberto Crippa (1921-1972), artista in dialogo con le tendenze internazionali del gesto e del segno, interpretate in formule vorticose, spiraliformi e dinamiche, riflessi del personale vitalismo e della passione per il volo acrobatico, con escursioni nel riferimento al surrealismo e al primitivismo totemico.
Il percorso espositivo esplora le poetiche dei principali protagonisti dello Spazialismo milanese, fucina creativa delle ricerche del movimento, con opere di Gianni Dova (1925-1991), Cesare Peverelli (1922-2000), Emilio Scanavino (1922-1986), Ettore Sottsass (1917-2007), Beniamino Joppolo (1906-1963), Aldo Bergolli (1916-1972), Gian Carozzi (1920-2008), autori interessati a implicazioni surrealiste ed esistenziali, sostenuti dalle iniziative espositive e culturali di Cardazzo, gallerista aperto a confronti internazionali e al coinvolgimento collezionistico con Peggy Guggenheim, aspetti che conferiscono allo scenario spazialista importanti riferimenti cosmopoliti.
La rassegna documenta inoltre il notevole contributo al movimento da parte degli spazialisti veneziani, giunti alla sperimentazione sulla fenomenologia spaziale tra il 1951 e il 1952: Virgilio Guidi (1891-1984), Tancredi Parmeggiani (1927-1964), Mario Deluigi (1901-1978), Edmondo Bacci (1913-1978), Vinicio Vianello (1923-1999), Gino Morandis (1915-1994), Bruna Gasparini (1913-1998), Ennio Finzi (1931-2024), Saverio Rampin (1930-1992) e Bruno De Toffoli (1913- 1978), protagonisti delle dirompenti novità verificate dalla pittura astratta degli anni cinquanta, con una sensibilizzazione squisitamente veneta alla luce, al colore e a un linguaggio transitato da scansioni spaziali in tramature astratte, al fascino del vuoto palpitante di segni e di deflagrazioni cromatiche.
Dal carattere inclusivo del movimento e dalla ampia visione strategica di Cardazzo derivano le temporanee presenze “spazialiste” di Roberto Sebastián Matta Echaurren (1911-2002), di Giuseppe Capogrossi (1900-1972), di Enrico Donati (1909-2008), di Iaroslav Serpan (1922-1976) e di Remo Bianco (1922- 1988), testimoni delle contaminazioni surrealiste, segniche e nucleari ricorrenti nel clima interdisciplinare degli anni cinquanta.
La mostra è arricchita da testimonianze documentarie (cataloghi, riviste e volumi) delle esposizioni degli anni cinquanta e sessanta, provenienti da archivi istituzionali e privati, e presenta, oltre a un contenuto multimediale su Roberto Crippa, un video dedicato ai coinvolgenti Ambienti spaziali/Environments di Fontana, geniali sperimentazioni ambientali effimere incentrate sulla nuova percezione dello spazio, realizzate dal 1949 fino alla scomparsa dell’artista. Accompagna il video una composizione musicale innovativa creata dal sound designer e produttore di musica elettronica Rico Casazza.
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