(S)Colpiti dalla crisi
Dal 15 Giugno 2014 al 31 Luglio 2014
Rivara | Torino
Luogo: Castello di Rivara
Indirizzo: piazza Sillano 2
Orari: ven 14-19; sab e dom 10-13-14-19
Curatori: Francesca Canfora
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0124 31122 / 339 6598721
E-Mail info: savoldi.press@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.castellodirivara.it
Con una collettiva di scultori emergenti il Castello di Rivara affronta la crisi nei suoi più differenti e vari aspetti attraverso i molteplici linguaggi della scultura: crisi dei valori nella società contemporanea, crisi economica, crisi personale ed esistenziale. Da ricerche poetiche molto diverse, emerge nelle opere degli artisti selezionati un’impressione di fondo, un’inquietudine condivisa: un angioletto, legato e imbavagliato, è rinchiuso in una cassa, un cavallo a dondolo è in parte bruciato, un orsetto è ricoperto di punte acuminate.
L’immaginario così evocato e restituito, se per certi versi potrebbe sembrare sinistro e inquietante, si rivela, invece, anche a dispetto della materia pesante utilizzata (il marmo), leggero, grazie all’ironia che traspare, sempre.
Gli artisti in mostra: Daniele Accossato, Simone Benedetto, Nazareno Biondo, Nicolò Borgese, Olivier Genre, Daniele Miola, Renato Sabatino, Valeria Vaccaro.
Ironia e gioco sono gli elementi essenziali delle sculture e delle installazioni di DANIELE ACCOSSATO. L’artista unisce la citazione classicheggiante allo spirito irriverente, la padronanza della tecnica ad oggetti trovati, dando forma a spiazzanti composizioni plastiche.
Le sue opere sono sempre accompagnate da un lieve sentore di inquietudine, permeate da un senso di contraddizione, peculiare del mondo con cui si devono confrontare. Lo scultore dà espressione alla propria interiorità attraverso l’estrapolazione dei soggetti dal loro contesto originario per inserirli in visioni ludiche, percorse, però, da un’ansia latente.
Scultore poliedrico nella scelta di materiali e tecniche, SIMONE BENEDETTO utilizza il figurativo come linguaggio per affrontare tematiche spesso legate al sociale.
Le sue opere nascono dal quotidiano, da uno sguardo critico sul presente mostrando contraddizioni e problemi della società moderna e fornendo al fruitore uno spunto di riflessione: non danno risposte, ma suggeriscono domande. Punto forte dell’opera di Simone Benedetto è la continua sperimentazione di materiali, dai più tradizionali ai meno consueti. È proprio dall’uso di pietre dure, bronzo, cemento, resine e siliconi che parte la ricerca di un artista che raggiunge in maniera sempre più efficace l’espressione della propria sensibilità indagando con grande potenza visiva temi profondamente attuali come il rapporto tra uomo e feticcio, le contraddizioni e le costrizioni di un momento storico in cui l’oggetto tende sempre più pericolosamente a sostituire il soggetto creando un punto di incontro (scontro?) e discussione con il fruitore.
Dal marmo, materia e matrice delle sue sculture, NAZARENO BIONDO fa emergere oggetti del quotidiano in una ricerca di perfezione formale e rielaborazione concettuale.
Le grandi capacità tecniche gli permettono di giungere ad un gelido iperrealismo con il quale riproduce nei dettagli armi, rifiuti e carcasse della società contemporanea. Il marmo lavorato “per via di levare” racchiude in nuce le forme che si rivelano all’artista attraverso il suo sguardo ironico, ma allo stesso tempo drammatico, sul mondo.
Dall’interesse per l’anatomia parte il lavoro artistico di NICOLÒ BORGESE, da cui nascono opere nelle quali osteologia e miologia vanno a fondersi con il mondo moderno e quotidiano. Nei suoi lavori però non mancano la sperimentazione e la ricerca che lo portano a confrontarsi continuamente con nuove tecniche e diversi materiali.
Attraverso la scultura, OLIVIER GENRE, talvolta con un approccio diretto e immediato, in altri casi in modo più allusivo, restituisce un ideale di rapporto uomo-natura. In un periodo di confusione e violenza, o semplicemente di violenta confusione, l’intento della sua ricerca artistica è quello di focalizzare l’attenzione sulle relazioni tra uomo e ambiente, assumendo come tema di costante ricerca il ciclo naturale, unica certezza della nostra vita e vero protagonista della contemporaneità, minacciato com’è ogni giorno dal degrado crescente prodotto dall’essere umano.
Anche DANIELE MIOLA nella sua ricerca artistica indaga il rapporto più profondo con la natura e la terra, esprimendo questo connubio attraverso l’esaltazione dell’essenza più pura della femminilità. Il momento di massimo splendore dell’essenza umana è il corpo fertile pronto a creare una nuova vita, in riferimento alle venere votive e alla dea mater dell’era primordiale, dove la figura femminile diventa un vero e proprio “feticcio” venerata e temuta.?L’esigenza è quella di creare una rivisitazione di quelle che sono le “icone” presenti nel contemporaneo, dove tutto diventa simbolo e suscita stereotipi, e ridare così in un certo senso un vero valore alle cose.
RENATO SABATINO usa e lavora più materiali e tecniche di lavorazione, dalla tornitura di vasellame alla lavorazione del marmo, dalla fusione del bronzo alla scultura in legno. Consapevole dell’ardua difficoltà nell’affermarsi nel mondo dell’Arte contemporanea, continua a coltivare la sua passione, incurante, delle critiche, dei compromessi e del sistema dell’arte.
La fiamma, il calore e, soprattutto, la combustione (come questa agisce sugli oggetti modificandoli), è il soggetto ricorrente e persistente del lavoro di VALERIA VACCARO. Nelle sue opere il fuoco è inteso dall’artista non solo come fattore di distruzione ma anche come forza creatrice, capace di generare trasformazioni e di plasmare la materia.
L’immaginario così evocato e restituito, se per certi versi potrebbe sembrare sinistro e inquietante, si rivela, invece, anche a dispetto della materia pesante utilizzata (il marmo), leggero, grazie all’ironia che traspare, sempre.
Gli artisti in mostra: Daniele Accossato, Simone Benedetto, Nazareno Biondo, Nicolò Borgese, Olivier Genre, Daniele Miola, Renato Sabatino, Valeria Vaccaro.
Ironia e gioco sono gli elementi essenziali delle sculture e delle installazioni di DANIELE ACCOSSATO. L’artista unisce la citazione classicheggiante allo spirito irriverente, la padronanza della tecnica ad oggetti trovati, dando forma a spiazzanti composizioni plastiche.
Le sue opere sono sempre accompagnate da un lieve sentore di inquietudine, permeate da un senso di contraddizione, peculiare del mondo con cui si devono confrontare. Lo scultore dà espressione alla propria interiorità attraverso l’estrapolazione dei soggetti dal loro contesto originario per inserirli in visioni ludiche, percorse, però, da un’ansia latente.
Scultore poliedrico nella scelta di materiali e tecniche, SIMONE BENEDETTO utilizza il figurativo come linguaggio per affrontare tematiche spesso legate al sociale.
Le sue opere nascono dal quotidiano, da uno sguardo critico sul presente mostrando contraddizioni e problemi della società moderna e fornendo al fruitore uno spunto di riflessione: non danno risposte, ma suggeriscono domande. Punto forte dell’opera di Simone Benedetto è la continua sperimentazione di materiali, dai più tradizionali ai meno consueti. È proprio dall’uso di pietre dure, bronzo, cemento, resine e siliconi che parte la ricerca di un artista che raggiunge in maniera sempre più efficace l’espressione della propria sensibilità indagando con grande potenza visiva temi profondamente attuali come il rapporto tra uomo e feticcio, le contraddizioni e le costrizioni di un momento storico in cui l’oggetto tende sempre più pericolosamente a sostituire il soggetto creando un punto di incontro (scontro?) e discussione con il fruitore.
Dal marmo, materia e matrice delle sue sculture, NAZARENO BIONDO fa emergere oggetti del quotidiano in una ricerca di perfezione formale e rielaborazione concettuale.
Le grandi capacità tecniche gli permettono di giungere ad un gelido iperrealismo con il quale riproduce nei dettagli armi, rifiuti e carcasse della società contemporanea. Il marmo lavorato “per via di levare” racchiude in nuce le forme che si rivelano all’artista attraverso il suo sguardo ironico, ma allo stesso tempo drammatico, sul mondo.
Dall’interesse per l’anatomia parte il lavoro artistico di NICOLÒ BORGESE, da cui nascono opere nelle quali osteologia e miologia vanno a fondersi con il mondo moderno e quotidiano. Nei suoi lavori però non mancano la sperimentazione e la ricerca che lo portano a confrontarsi continuamente con nuove tecniche e diversi materiali.
Attraverso la scultura, OLIVIER GENRE, talvolta con un approccio diretto e immediato, in altri casi in modo più allusivo, restituisce un ideale di rapporto uomo-natura. In un periodo di confusione e violenza, o semplicemente di violenta confusione, l’intento della sua ricerca artistica è quello di focalizzare l’attenzione sulle relazioni tra uomo e ambiente, assumendo come tema di costante ricerca il ciclo naturale, unica certezza della nostra vita e vero protagonista della contemporaneità, minacciato com’è ogni giorno dal degrado crescente prodotto dall’essere umano.
Anche DANIELE MIOLA nella sua ricerca artistica indaga il rapporto più profondo con la natura e la terra, esprimendo questo connubio attraverso l’esaltazione dell’essenza più pura della femminilità. Il momento di massimo splendore dell’essenza umana è il corpo fertile pronto a creare una nuova vita, in riferimento alle venere votive e alla dea mater dell’era primordiale, dove la figura femminile diventa un vero e proprio “feticcio” venerata e temuta.?L’esigenza è quella di creare una rivisitazione di quelle che sono le “icone” presenti nel contemporaneo, dove tutto diventa simbolo e suscita stereotipi, e ridare così in un certo senso un vero valore alle cose.
RENATO SABATINO usa e lavora più materiali e tecniche di lavorazione, dalla tornitura di vasellame alla lavorazione del marmo, dalla fusione del bronzo alla scultura in legno. Consapevole dell’ardua difficoltà nell’affermarsi nel mondo dell’Arte contemporanea, continua a coltivare la sua passione, incurante, delle critiche, dei compromessi e del sistema dell’arte.
La fiamma, il calore e, soprattutto, la combustione (come questa agisce sugli oggetti modificandoli), è il soggetto ricorrente e persistente del lavoro di VALERIA VACCARO. Nelle sue opere il fuoco è inteso dall’artista non solo come fattore di distruzione ma anche come forza creatrice, capace di generare trasformazioni e di plasmare la materia.
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