SIMON BERGER. FACING GRACE
Dal 15 Dicembre 2023 al 11 Febbraio 2024
Treviso
Luogo: Musei Civici Treviso|Casa Robegan
Indirizzo: Via Antonio Canova 38
Orari: Mercoledì, Giovedì, Venerdì 15:00 - 18:00 Sabato e Domenica 10:00 - 18:00
Curatori: Alessia Locatelli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.museicivicitreviso.it
Treviso palcoscenico di grazia e bellezza con “Facing Grace”, l’innovava mostra dell’arsta svizzero Simon Berger organizzata da Cris Conni Contemporary in collaborazione con il Comune di Treviso negli spazi di Casa Robegan, Musei Civici di Treviso. La mostra, a cura di Sandrine Welte e Pasquale Le)eri e sostenuta da Crisan Conni e Fulvio Granocchia, fa parte del programma culturale patrocinato dall’ Amministrazione Comunale e supportato da Banca Prealpi SanBiagio.
Considerando il legame tra la cià di Treviso e la casa natale del Canova a Possagno, Simon Berger si ispira al lavoro del celebre scultore neoclassico per sviluppare un concept esposivo che mira a dare una nuova interpretazione della complessa opera del Canova; un confronto con il linguaggio scultoreo unico del Maestro che traspone la personale ricerca esteca di Berger sulla forma umana fino al repertorio mitologico pico del Canova.
L’arsta svizzero prende come punto di partenza lo straordinario esempio di virtuosismo scultoreo delle “Tre Grazie” di Canova, nella composizione e nel movimento. Le tre Grazie -Euphrosyne (l’allegria), Thalia (la bellezza giovanile) e Aglaea (l’eleganza)- vengono scomposte e, araverso la tecnica della ‘morfogenesi’ di Simon Berger, vengono riproposte su tele di vetro crepate ed incrinate come figure disgiunte, dando vita ritra/ scultorei bidimensionali, che rivelano i loro caraeri disnvi, il loro personale incanto e mistero.
La reciproca separazione è superata grazie ad un progeo esposivo che, montando le tele vercalmente sul pavimento una dopo l'altra in linea rea, fa riacquistare unità all’opera e consente diverse prospe/ve a seconda dell’angolazione da cui lo speatore la contempla. Questo so/le gioco di dissimulazione e ricostruzione è ulteriormente evidenziato dall'isolamento di par del corpo disnte, riproposte come deagli.
"Nelle opere di Simon Berger - dichiara Pasquale Le)eri - quello che non c’è reclama un corpus proprio, mentre quello che c’è tende a scomporsi nel processo della veglia e del sonno, con i due contenden+ che provano a scambiarsi il posto - come i due teologi di Borges - mentre tu,’intorno impazza la modernità liquida e confusa".
Streamente legata alla narrazione mitologica delle Tre Grazie, l’esposizione “Facing Grace” di Berger è ampliata dalla presenza della sua personale rivisitazione della Venere di Bo/celli. Già ripresa in passato anche da Andy Warhol e da lui progeata araverso ‘stra’ di significato pop-culturale, ques ‘stra’ sono ora ripropos da Berger araverso un'installazione composta da diversi pannelli di vetro, smonta nei loro singoli colori che, presentando le caraerische facciali su lastre separate, formano un'immagine completa solo mediante la sovrapposizione. Su questa associazione e sulla maestria tecnico-arsca dell’arsta, Sandrine Welte spiega: “Un approccio rivoluzionario quello di Berger, una nuova definizione della pi,ura e della scultura in un medium ancora poco esplorato. Le premesse di una tecnica scultorea volumetrica e spaziale vengono da lui inver+te, sfidando l'e+ca di una prassi a lungo consolidata, poiché le categorie - e quindi le linee di demarcazione - tra disegno, pi,ura e scultura iniziano a sfumare. Il suo è un nuovo linguaggio in cui la forza scultorea del braccio che scolpisce diventa il colpo a,ento di una mano disegnante, che incide tra6 figura+vi sulla superficie pia,a della sua tela di vetro. Un paradosso che rompe con l'ortodossia delle classificazioni: pi,ura scolpita e scultura dipinta”.
A rendere ulteriormente omaggio ad Antonio Canova, al primo piano di casa Robegan Simon Berger espone un’installazione che rappresenta l’arsta del Rinascimento da tu/ e quaro i la della stanza museale, come un’astrazione bidimensionale del suo autoritrao tridimensionale in scultura. La sala avrà inoltre una parete specchiata per giocare con la percezione di sé e con l’osservazione.
Carlo Anga, Presidente di Banca Prealpi SanBiagio, ha commentato: "Nell’ambito del percorso di candidatura di Treviso a Capitale italiana della cultura 2026, proge,o ambizioso che ci vede partner dell’Amministrazione comunale, abbiamo voluto lasciare un segno tangibile del nostro impegno sostenendo 'Facing Grace', mostra che incarna quel connubio di tradizione e innovazione, che cara,erizza da sempre il nostro territorio. Territorio in cui da quasi 130 anni siamo impegna+ nella promozione di inizia+ve culturali e nella valorizzazione del patrimonio ar+s+co locale. Il nostro Is+tuto di Credito Coopera+vo è infa6 profondamente convinto che una crescita responsabile e sostenibile della comunità necessi+ di essere alimentata e sostenuta da ques+ aspe6".
“L’arte di Simon Berger è magne+ca. È la prima parola che mi è venuta in mente ammirando le installazioni dell’ar+sta svizzero, che sono orgoglioso di ospitare a Ca’ Robegan - dichiara Mario Conte, Sindaco di Treviso- il suo modo di ‘creare’ e ‘disintegrare’, aggiungendovi significa+ e interpretazioni, saprà sicuramente coinvolgere i visitatori, rendendo Facing Grace una mostra di grandissima intensità emo+va, perfe,amente inserita nello splendido contesto che, grazie a par+colari accorgimen+ nell’alles+mento delle sale, andrà a valorizzare anche gli ambien+ in un con+nuo e magnifico dialogo con le opere. Per la nostra Amministrazione proporre ar+s+ come Simon Berger è un mo+vo d’orgoglio”.
SIMON BERGER
Nasce il 9 aprile, 1976, in Svizzera. Vive e lavora presso il suo studio a Niederönz.
Ha iniziato le sue esplorazioni arsche dipingendo ritra/ con bombolee spray prima di passare ad altri mezzi. Falegname di formazione, la sua naturale arazione per il legno ha ispirato le sue prime creazioni arsche all'interno del suo studio. Amante della meccanica, ha dedicato molto tempo anche alla lavorazione di carrozzerie usate per creare assemblaggi. È stato rifleendo su cosa fare con il parabrezza di un'auto che è nata la sua idea di lavorare con il vetro. “I vol+ umani mi hanno sempre affascinato”, ha spiegato Simon “Sul vetro di sicurezza, ques+ mo+vi entrano in gioco e a6rano magicamente lo spe,atore. È un processo di scoperta dall'appannamento astra,o alla percezione figura+va.” Ricordando le tecniche scultoree, un martello viene ulizzato per imprimere i tra/ del viso evidenzia, mentre la frantumazione controllata del vetro crea fraure soggee alle leggi fisiche della materia: invece di crollare su sé stesso, il vetro di sicurezza manene i frammen in posizione. L'incidenza della luce viene riflessa dai frammen e dalle crepe all'interno del vetro, a seconda dell'illuminazione, sembra che il ritrao stesso risplenda.
Considerando il legame tra la cià di Treviso e la casa natale del Canova a Possagno, Simon Berger si ispira al lavoro del celebre scultore neoclassico per sviluppare un concept esposivo che mira a dare una nuova interpretazione della complessa opera del Canova; un confronto con il linguaggio scultoreo unico del Maestro che traspone la personale ricerca esteca di Berger sulla forma umana fino al repertorio mitologico pico del Canova.
L’arsta svizzero prende come punto di partenza lo straordinario esempio di virtuosismo scultoreo delle “Tre Grazie” di Canova, nella composizione e nel movimento. Le tre Grazie -Euphrosyne (l’allegria), Thalia (la bellezza giovanile) e Aglaea (l’eleganza)- vengono scomposte e, araverso la tecnica della ‘morfogenesi’ di Simon Berger, vengono riproposte su tele di vetro crepate ed incrinate come figure disgiunte, dando vita ritra/ scultorei bidimensionali, che rivelano i loro caraeri disnvi, il loro personale incanto e mistero.
La reciproca separazione è superata grazie ad un progeo esposivo che, montando le tele vercalmente sul pavimento una dopo l'altra in linea rea, fa riacquistare unità all’opera e consente diverse prospe/ve a seconda dell’angolazione da cui lo speatore la contempla. Questo so/le gioco di dissimulazione e ricostruzione è ulteriormente evidenziato dall'isolamento di par del corpo disnte, riproposte come deagli.
"Nelle opere di Simon Berger - dichiara Pasquale Le)eri - quello che non c’è reclama un corpus proprio, mentre quello che c’è tende a scomporsi nel processo della veglia e del sonno, con i due contenden+ che provano a scambiarsi il posto - come i due teologi di Borges - mentre tu,’intorno impazza la modernità liquida e confusa".
Streamente legata alla narrazione mitologica delle Tre Grazie, l’esposizione “Facing Grace” di Berger è ampliata dalla presenza della sua personale rivisitazione della Venere di Bo/celli. Già ripresa in passato anche da Andy Warhol e da lui progeata araverso ‘stra’ di significato pop-culturale, ques ‘stra’ sono ora ripropos da Berger araverso un'installazione composta da diversi pannelli di vetro, smonta nei loro singoli colori che, presentando le caraerische facciali su lastre separate, formano un'immagine completa solo mediante la sovrapposizione. Su questa associazione e sulla maestria tecnico-arsca dell’arsta, Sandrine Welte spiega: “Un approccio rivoluzionario quello di Berger, una nuova definizione della pi,ura e della scultura in un medium ancora poco esplorato. Le premesse di una tecnica scultorea volumetrica e spaziale vengono da lui inver+te, sfidando l'e+ca di una prassi a lungo consolidata, poiché le categorie - e quindi le linee di demarcazione - tra disegno, pi,ura e scultura iniziano a sfumare. Il suo è un nuovo linguaggio in cui la forza scultorea del braccio che scolpisce diventa il colpo a,ento di una mano disegnante, che incide tra6 figura+vi sulla superficie pia,a della sua tela di vetro. Un paradosso che rompe con l'ortodossia delle classificazioni: pi,ura scolpita e scultura dipinta”.
A rendere ulteriormente omaggio ad Antonio Canova, al primo piano di casa Robegan Simon Berger espone un’installazione che rappresenta l’arsta del Rinascimento da tu/ e quaro i la della stanza museale, come un’astrazione bidimensionale del suo autoritrao tridimensionale in scultura. La sala avrà inoltre una parete specchiata per giocare con la percezione di sé e con l’osservazione.
Carlo Anga, Presidente di Banca Prealpi SanBiagio, ha commentato: "Nell’ambito del percorso di candidatura di Treviso a Capitale italiana della cultura 2026, proge,o ambizioso che ci vede partner dell’Amministrazione comunale, abbiamo voluto lasciare un segno tangibile del nostro impegno sostenendo 'Facing Grace', mostra che incarna quel connubio di tradizione e innovazione, che cara,erizza da sempre il nostro territorio. Territorio in cui da quasi 130 anni siamo impegna+ nella promozione di inizia+ve culturali e nella valorizzazione del patrimonio ar+s+co locale. Il nostro Is+tuto di Credito Coopera+vo è infa6 profondamente convinto che una crescita responsabile e sostenibile della comunità necessi+ di essere alimentata e sostenuta da ques+ aspe6".
“L’arte di Simon Berger è magne+ca. È la prima parola che mi è venuta in mente ammirando le installazioni dell’ar+sta svizzero, che sono orgoglioso di ospitare a Ca’ Robegan - dichiara Mario Conte, Sindaco di Treviso- il suo modo di ‘creare’ e ‘disintegrare’, aggiungendovi significa+ e interpretazioni, saprà sicuramente coinvolgere i visitatori, rendendo Facing Grace una mostra di grandissima intensità emo+va, perfe,amente inserita nello splendido contesto che, grazie a par+colari accorgimen+ nell’alles+mento delle sale, andrà a valorizzare anche gli ambien+ in un con+nuo e magnifico dialogo con le opere. Per la nostra Amministrazione proporre ar+s+ come Simon Berger è un mo+vo d’orgoglio”.
SIMON BERGER
Nasce il 9 aprile, 1976, in Svizzera. Vive e lavora presso il suo studio a Niederönz.
Ha iniziato le sue esplorazioni arsche dipingendo ritra/ con bombolee spray prima di passare ad altri mezzi. Falegname di formazione, la sua naturale arazione per il legno ha ispirato le sue prime creazioni arsche all'interno del suo studio. Amante della meccanica, ha dedicato molto tempo anche alla lavorazione di carrozzerie usate per creare assemblaggi. È stato rifleendo su cosa fare con il parabrezza di un'auto che è nata la sua idea di lavorare con il vetro. “I vol+ umani mi hanno sempre affascinato”, ha spiegato Simon “Sul vetro di sicurezza, ques+ mo+vi entrano in gioco e a6rano magicamente lo spe,atore. È un processo di scoperta dall'appannamento astra,o alla percezione figura+va.” Ricordando le tecniche scultoree, un martello viene ulizzato per imprimere i tra/ del viso evidenzia, mentre la frantumazione controllata del vetro crea fraure soggee alle leggi fisiche della materia: invece di crollare su sé stesso, il vetro di sicurezza manene i frammen in posizione. L'incidenza della luce viene riflessa dai frammen e dalle crepe all'interno del vetro, a seconda dell'illuminazione, sembra che il ritrao stesso risplenda.
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