Floriano Bodini, Giuseppe Guerreschi. Il ritratto
Dal 17 Ottobre 2021 al 13 Febbraio 2022
Gemonio | Varese
Luogo: Museo Civico Floriano Bodini
Indirizzo: Via Marsala 11
Orari: sabato e domenica 10.30-12.30/15.00-18.00; lunedì/venerdì su appuntamento
Curatori: Luca Pietro Nicoletti e Caroline Vezzani
Costo del biglietto: 3/5 €
Telefono per informazioni: +39 349 2267457
E-Mail info: info@museobodini.it
Sito ufficiale: http://www.museobodini.it
Dopo quelle di Renato Galbusera, di Mino Ceretti e di Piero Leddi, nelle sale del Museo di Gemonio si inaugura la mostra dedicata al ritratto nella produzione di Floriano Bodini e di Giuseppe Guerreschi; con questo omaggio diamo continuità alla lettura di approfondimento dei protagonisti della Nuova Figurazione, attraverso le opere, gli scritti, le fotografie, i documenti d’archivio.
Prosegue con questa iniziativa il progetto del Museo Civico Floriano Bodini dedicato al Realismo Esistenziale e alla Nuova Figurazione. La mostra “Floriano Bodini, Giuseppe Guerreschi. Il ritratto”, cui si affiancherà il volume omonimo a cura di Sara Bodini e Luca Pietro Nicoletti per la collana “Archivi di Nuova Figurazione”, si propone di indagare un genere, quello del ritratto, che è stato fondamentale oggetto di riflessione e discussione nel dialogo tra i due artisti, legati da sodalizio dalla fine degli anni ‘50. Come scrivono Luca Pietro Nicoletti e Sara Bodini, curatori del volume, «mettere a confronto i rispettivi risultati in questo campo aiuta a mettere a fuoco con più chiarezza le ricerche di entrambi, facendo emergere i punti di contatto, i rimandi e le citazioni di motivi iconografici che migrano dalla scultura alla pittura e viceversa. Motivi nati nel modellato tridimensionale, infatti, trovano esplicita citazione su tela. Allo stesso tempo, un certo modo di pensare le immagini per giustapposizione di elementi, congeniale alla pittura e memore della lezione del collage, suggeriva una via d’uscita dal modello del busto-ritratto, arricchendolo di un palinsesto di allusioni simboliche».
La mostra raccoglie opere -in ampia parte provenienti da collezioni private e da decenni non esposte al pubblico- prodotte da Bodini e da Guerreschi tra il 1951 e il 1975. Si parte dunque dalle giovanili premesse del periodo che li vedrà compartecipi nel movimento del Realismo Esistenziale per giungere all’esaurirsi di questa esperienza e all’aprirsi per entrambi gli artisti di una nuova e personale fase di ricerca. Caroline Vezzani, curatrice dell’esposizione con Luca Pietro Nicoletti, ricorda come «entrambi gli artisti nel ritratto sono soprattutto interessati a far emergere il non-visto: di volta in volta elementi psicologici, intimi, fisiologici, ma anche archetipici e sociali»: Il ritratto diventa qui chiave di lettura per approfondire assonanze e tangenze tra il pittore e lo scultore, entrambi, come scrisse Giorgio Mascherpa, «tesi a lucidamente inquartare l’uomo, il simbolo, l’idea e l’ideologia del proprio tempo in forme perentorie e al tempo stesso ambigue».
Floriano Bodini (Gemonio 1933 – Milano 2005)
Diplomato nel 1954 all’Accademia di Brera, fa parte del movimento del “Realismo esistenziale”. Insegna prima al Liceo Artistico, poi all'Accademia di Brera, e quindi dal 1978 all'Accademia di Carrara, di cui è Direttore sino al 1987, e dal 1991 Presidente; dal 1987 al 1998 assume la cattedra di scultura al Politecnico di Architettura di
Darmstadt. Partecipa a mostre pubbliche di grande rilievo in Europa, Stati Uniti e Sud-America, come la Biennale Internazionale d’arte di Venezia nel 1962 e nel 1982, e la Biennale di San Paolo nel 1967. Dal 1970 inizia una produzione di opere monumentali, tra cui ricordiamo il monumento a Virgilio a Brindisi, il monumento a Paolo VI al Comunicato stampa Sacro Monte di Varese e nel Duomo di Milano, il monumento ai caduti sul lavoro a Carrara, il monumento ai Sette di Gottinga a Hannover.
Giuseppe Guerreschi (Milano 1929 – Nizza 1985)
Conclude nel 1954 gli studi all’Accademia di Brera, già nel 1953 esordisce alla galleria S. Fedele. È il capostipite riconosciuto della generazione del “Realismo esistenziale” milanese. Nel 1955 partecipa per la prima volta alla Quadriennale romana e nel 1957 inizia a collaborare con il gallerista statunitense C. Feingarten. Partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1958, successivamente vi allestisce una sala personale di incisioni, segnalandosi fra i più originali autori della nuova generazione europea, per tornarvi poi nel 1964 e nel 1972. Dal ’65 si trasferisce nei pressi di Sanremo dove realizza i suoi grandi cicli grafici e pittorici, quali “Judaica”, “I Profeti”, “Vietnam Suite”. Partecipa a numerose rassegne ed esposizioni in Italia e all'estero.
Le esposizioni sono realizzate grazie al contributo di Fondazione Comunitaria del Varesotto ONLUS.
Inaugurazione domenica 17 ottobre dalle 16.30 alle 19.00
Prosegue con questa iniziativa il progetto del Museo Civico Floriano Bodini dedicato al Realismo Esistenziale e alla Nuova Figurazione. La mostra “Floriano Bodini, Giuseppe Guerreschi. Il ritratto”, cui si affiancherà il volume omonimo a cura di Sara Bodini e Luca Pietro Nicoletti per la collana “Archivi di Nuova Figurazione”, si propone di indagare un genere, quello del ritratto, che è stato fondamentale oggetto di riflessione e discussione nel dialogo tra i due artisti, legati da sodalizio dalla fine degli anni ‘50. Come scrivono Luca Pietro Nicoletti e Sara Bodini, curatori del volume, «mettere a confronto i rispettivi risultati in questo campo aiuta a mettere a fuoco con più chiarezza le ricerche di entrambi, facendo emergere i punti di contatto, i rimandi e le citazioni di motivi iconografici che migrano dalla scultura alla pittura e viceversa. Motivi nati nel modellato tridimensionale, infatti, trovano esplicita citazione su tela. Allo stesso tempo, un certo modo di pensare le immagini per giustapposizione di elementi, congeniale alla pittura e memore della lezione del collage, suggeriva una via d’uscita dal modello del busto-ritratto, arricchendolo di un palinsesto di allusioni simboliche».
La mostra raccoglie opere -in ampia parte provenienti da collezioni private e da decenni non esposte al pubblico- prodotte da Bodini e da Guerreschi tra il 1951 e il 1975. Si parte dunque dalle giovanili premesse del periodo che li vedrà compartecipi nel movimento del Realismo Esistenziale per giungere all’esaurirsi di questa esperienza e all’aprirsi per entrambi gli artisti di una nuova e personale fase di ricerca. Caroline Vezzani, curatrice dell’esposizione con Luca Pietro Nicoletti, ricorda come «entrambi gli artisti nel ritratto sono soprattutto interessati a far emergere il non-visto: di volta in volta elementi psicologici, intimi, fisiologici, ma anche archetipici e sociali»: Il ritratto diventa qui chiave di lettura per approfondire assonanze e tangenze tra il pittore e lo scultore, entrambi, come scrisse Giorgio Mascherpa, «tesi a lucidamente inquartare l’uomo, il simbolo, l’idea e l’ideologia del proprio tempo in forme perentorie e al tempo stesso ambigue».
Floriano Bodini (Gemonio 1933 – Milano 2005)
Diplomato nel 1954 all’Accademia di Brera, fa parte del movimento del “Realismo esistenziale”. Insegna prima al Liceo Artistico, poi all'Accademia di Brera, e quindi dal 1978 all'Accademia di Carrara, di cui è Direttore sino al 1987, e dal 1991 Presidente; dal 1987 al 1998 assume la cattedra di scultura al Politecnico di Architettura di
Darmstadt. Partecipa a mostre pubbliche di grande rilievo in Europa, Stati Uniti e Sud-America, come la Biennale Internazionale d’arte di Venezia nel 1962 e nel 1982, e la Biennale di San Paolo nel 1967. Dal 1970 inizia una produzione di opere monumentali, tra cui ricordiamo il monumento a Virgilio a Brindisi, il monumento a Paolo VI al Comunicato stampa Sacro Monte di Varese e nel Duomo di Milano, il monumento ai caduti sul lavoro a Carrara, il monumento ai Sette di Gottinga a Hannover.
Giuseppe Guerreschi (Milano 1929 – Nizza 1985)
Conclude nel 1954 gli studi all’Accademia di Brera, già nel 1953 esordisce alla galleria S. Fedele. È il capostipite riconosciuto della generazione del “Realismo esistenziale” milanese. Nel 1955 partecipa per la prima volta alla Quadriennale romana e nel 1957 inizia a collaborare con il gallerista statunitense C. Feingarten. Partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1958, successivamente vi allestisce una sala personale di incisioni, segnalandosi fra i più originali autori della nuova generazione europea, per tornarvi poi nel 1964 e nel 1972. Dal ’65 si trasferisce nei pressi di Sanremo dove realizza i suoi grandi cicli grafici e pittorici, quali “Judaica”, “I Profeti”, “Vietnam Suite”. Partecipa a numerose rassegne ed esposizioni in Italia e all'estero.
Le esposizioni sono realizzate grazie al contributo di Fondazione Comunitaria del Varesotto ONLUS.
Inaugurazione domenica 17 ottobre dalle 16.30 alle 19.00
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