Andrea Morucchio - BACK IN BLACK
Dal 02 Settembre 2011 al 23 Ottobre 2011
Venezia
Luogo: Ca' Pesaro
Indirizzo: Santa Croce 2070
Curatori: Silvio Fuso
Costo del biglietto: Intero 8 euro Ridotto 5,50 euro
Telefono per informazioni: 041 5240695
La mostra presenta una selezione di sei opere plastiche, una stampa e un video, il cui legame formale più evidente è il colore nero.
Si tratta di lavori particolarmente rappresentativi del percorso artistico di Andrea Morucchio (1967), sviluppatosi in un ampio orizzonte di ricerca: fotografia, scultura, installazione, video e performance, sono i mezzi utilizzati da più di un decennio in una continua sperimentazione di dimensioni espressive, esperienziali e creazioni di senso.
Continua con questa mostra la “vocazione” della Sala 10 – l’ultima del percorso museale – che ancora una volta si propone come uno spazio dedicato a rotazione alla presentazione di inediti dalle collezioni, riscoperte e saggi significativi di video-arte e videografia e, come in questo caso, a importanti sperimentazioni di giovani artisti.
Alla mostra è abbinato un catalogo, con testi introduttivi di Silvio Fuso e Stefania Portinari e, per le singole opere, testi di Giovanni Bianchi, Daniele Capra, Chiara Casarin, Gaia Conti, Domitilla Musella, Andrea Pagnes, Silvio Saura, Alberto Zanchetta.
Back in Black presenta una serie di opere in cui l’interesse sensoriale per la forma non è mai disgiunto dal livello simbolico o metaforico.
Forme e significati si richiamano, dialogano e si sviluppano tra scultura, video performance e fotografia, in un allestimento suggestivo che allude allo Zeitgeist, lo spirito del tempo che stiamo vivendo.
Uno spirito buio, tra guerra, crisi economica, disastri ecologici, il populismo e le “videocrazie”. Un “ritorno al nero” come metafora cromatica della nostra contemporaneità, che stimola riflessioni necessarie per scoprire e forse perfino modificare le caratteristiche del mondo in cui viviamo.
Note biografiche e selezione mostre personali e collettive dell’artista da pagina 3.
Da pagina 6 un estratto dal catalogo della mostra L’Opera al nero, di Stefania Portinari.
NOTE BIOGRAFICHE
Andrea Morucchio (Venezia 1967), laureato in Scienze Politiche presso l'Università di Padova, inizia l'attività come fotografo nel 1989, realizzando alla metà degli anni '90 un importante ciclo di lavori legati alle permanenze a Cuba e in Nepal. Dalla fine degli anni '90 amplia la propria ricerca linguistica - sovente supportata da riflessioni di carattere politico-sociale - su diversi fronti, dalla scultura all’installazione, dal video alla fotografia, alla performance.
Nel 1996, in collaborazione con Cristiano Bianchin, partecipa alla collettiva Carnet presso la “Fondazione Bevilacqua La Masa” di Venezia e nel 2000 ha la sua prima personale, Dinamiche, a cura di Andrea Pagnes alla Galleria Rossella Junck di Venezia, dove presenta il nucleo iniziale della sua produzione plastica (Blade, Enlightements).
Nel 2002 realizza l'installazione ambientale Percer-Voir presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia e partecipa al progetto Gemine Muse, a cura di Virginia Baradel, al Museo di Palazzo Mocenigo di Venezia con l' audiovideo-installazione Le nostre idee vinceranno.
L'anno seguente è “artist in residence” della Claudio Alcorso Foundation presso la Tasmanian School of Art di Hobart in Australia dove idea l'opera multimediale Eidetic Bush - scaturita dalla visione dei boschi incendiati della Tasmania, che presenta alla Plimsoll Gallery di Hobart nello stesso anno. Nel 2004 con l'installazione luminosa Pulse Red, il Globo d'Oro della Punta della Dogana viene fatto pulsare di luce rossa per diverse notti, trasformando lo storico punto di convoglio delle informazioni in simbolo del bombardamento informativo massmediale.
Nel 2005 alla collettiva Hollywood alla Galleria Contemporaneo di Mestre presenta The main show, dove affronta il tema della “spettacolarizzazione” della religione cattolica in una sequenza di fotogrammi della Pietà canoviana, in cui il Cristo morto è ripreso da diverse angolazioni con effetti cinetici. Sulla re-interpretazione formale dei gessi di Canova e dei punti di rèpere per la traduzione nel marmo, si impernia il progetto Emerging Code (2006), in cui scultura e fotografia interagiscono in un processo di astrazione della “misura della bellezza” canoviana. Il lavoro viene presentato in due personali, alla “Despard Gallery” di Hobart e presso la Galleria Rossella Junck di Berlino nel 2006. Nello stesso anno partecipa alla collettiva Dis-orders, a cura di Marco Baravalle alla Fondazione Bevilacqua La Masa e alla mostra Open Space (a cura di Lara Facco, Alberto Zanchetta) al Centro Culturale Candiani di Mestre.
Nel 2007 presenta l'installazione Laudes Regiae nell'ex convento dei Santi Cosma e Damiano alla Giudecca e nel 2008 partecipa alla rassegna Notturni Dannunziani ai Giardini del Vittoriale con la video-performance Sri Yantra, in cui l'artista è ripreso mentre inspira ed espira secondo il ritmo di un mantra tibetano dalla polifonia disarticolata.
Tra i video legati alle questioni sociali e politiche più urgenti: Sabato italiano, (2004), Talk Show (2005) e la video-audio proiezione Verso il Paese dei Fumi e delle Urla (per le celebrazioni del “Giorno della Memoria” a Venezia nel 2008).
Nel 2008 ha presentato una personale al Centro Culturale Candiani di Mestre dedicata al lavoro fotografico svolto a Cuba nel '95 (Cuba, un popolo una nazione).
E' inoltre curatore di esposizioni e progetti artistici, tra cui PetroLogiche (2004), legato alla “questione” del Petrolchimico di Marghera, Mars Pavilion (2005) alla Serra dei Giardini di Castello e la collettiva Hollywood alla Galleria Contemporaneo (2005).
Nel 2009 partecipa alla collettiva Krossing, evento collaterale della 53. Biennale di Venezia, con il trittico fotografico Improvviso terrore mi sospende il fiato... .
Sue opere sono conservate al Museo del Vetro di Murano e al Museum of Old and New Art di Hobart, Australia. (Poletto L.)
Si tratta di lavori particolarmente rappresentativi del percorso artistico di Andrea Morucchio (1967), sviluppatosi in un ampio orizzonte di ricerca: fotografia, scultura, installazione, video e performance, sono i mezzi utilizzati da più di un decennio in una continua sperimentazione di dimensioni espressive, esperienziali e creazioni di senso.
Continua con questa mostra la “vocazione” della Sala 10 – l’ultima del percorso museale – che ancora una volta si propone come uno spazio dedicato a rotazione alla presentazione di inediti dalle collezioni, riscoperte e saggi significativi di video-arte e videografia e, come in questo caso, a importanti sperimentazioni di giovani artisti.
Alla mostra è abbinato un catalogo, con testi introduttivi di Silvio Fuso e Stefania Portinari e, per le singole opere, testi di Giovanni Bianchi, Daniele Capra, Chiara Casarin, Gaia Conti, Domitilla Musella, Andrea Pagnes, Silvio Saura, Alberto Zanchetta.
Back in Black presenta una serie di opere in cui l’interesse sensoriale per la forma non è mai disgiunto dal livello simbolico o metaforico.
Forme e significati si richiamano, dialogano e si sviluppano tra scultura, video performance e fotografia, in un allestimento suggestivo che allude allo Zeitgeist, lo spirito del tempo che stiamo vivendo.
Uno spirito buio, tra guerra, crisi economica, disastri ecologici, il populismo e le “videocrazie”. Un “ritorno al nero” come metafora cromatica della nostra contemporaneità, che stimola riflessioni necessarie per scoprire e forse perfino modificare le caratteristiche del mondo in cui viviamo.
Note biografiche e selezione mostre personali e collettive dell’artista da pagina 3.
Da pagina 6 un estratto dal catalogo della mostra L’Opera al nero, di Stefania Portinari.
NOTE BIOGRAFICHE
Andrea Morucchio (Venezia 1967), laureato in Scienze Politiche presso l'Università di Padova, inizia l'attività come fotografo nel 1989, realizzando alla metà degli anni '90 un importante ciclo di lavori legati alle permanenze a Cuba e in Nepal. Dalla fine degli anni '90 amplia la propria ricerca linguistica - sovente supportata da riflessioni di carattere politico-sociale - su diversi fronti, dalla scultura all’installazione, dal video alla fotografia, alla performance.
Nel 1996, in collaborazione con Cristiano Bianchin, partecipa alla collettiva Carnet presso la “Fondazione Bevilacqua La Masa” di Venezia e nel 2000 ha la sua prima personale, Dinamiche, a cura di Andrea Pagnes alla Galleria Rossella Junck di Venezia, dove presenta il nucleo iniziale della sua produzione plastica (Blade, Enlightements).
Nel 2002 realizza l'installazione ambientale Percer-Voir presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia e partecipa al progetto Gemine Muse, a cura di Virginia Baradel, al Museo di Palazzo Mocenigo di Venezia con l' audiovideo-installazione Le nostre idee vinceranno.
L'anno seguente è “artist in residence” della Claudio Alcorso Foundation presso la Tasmanian School of Art di Hobart in Australia dove idea l'opera multimediale Eidetic Bush - scaturita dalla visione dei boschi incendiati della Tasmania, che presenta alla Plimsoll Gallery di Hobart nello stesso anno. Nel 2004 con l'installazione luminosa Pulse Red, il Globo d'Oro della Punta della Dogana viene fatto pulsare di luce rossa per diverse notti, trasformando lo storico punto di convoglio delle informazioni in simbolo del bombardamento informativo massmediale.
Nel 2005 alla collettiva Hollywood alla Galleria Contemporaneo di Mestre presenta The main show, dove affronta il tema della “spettacolarizzazione” della religione cattolica in una sequenza di fotogrammi della Pietà canoviana, in cui il Cristo morto è ripreso da diverse angolazioni con effetti cinetici. Sulla re-interpretazione formale dei gessi di Canova e dei punti di rèpere per la traduzione nel marmo, si impernia il progetto Emerging Code (2006), in cui scultura e fotografia interagiscono in un processo di astrazione della “misura della bellezza” canoviana. Il lavoro viene presentato in due personali, alla “Despard Gallery” di Hobart e presso la Galleria Rossella Junck di Berlino nel 2006. Nello stesso anno partecipa alla collettiva Dis-orders, a cura di Marco Baravalle alla Fondazione Bevilacqua La Masa e alla mostra Open Space (a cura di Lara Facco, Alberto Zanchetta) al Centro Culturale Candiani di Mestre.
Nel 2007 presenta l'installazione Laudes Regiae nell'ex convento dei Santi Cosma e Damiano alla Giudecca e nel 2008 partecipa alla rassegna Notturni Dannunziani ai Giardini del Vittoriale con la video-performance Sri Yantra, in cui l'artista è ripreso mentre inspira ed espira secondo il ritmo di un mantra tibetano dalla polifonia disarticolata.
Tra i video legati alle questioni sociali e politiche più urgenti: Sabato italiano, (2004), Talk Show (2005) e la video-audio proiezione Verso il Paese dei Fumi e delle Urla (per le celebrazioni del “Giorno della Memoria” a Venezia nel 2008).
Nel 2008 ha presentato una personale al Centro Culturale Candiani di Mestre dedicata al lavoro fotografico svolto a Cuba nel '95 (Cuba, un popolo una nazione).
E' inoltre curatore di esposizioni e progetti artistici, tra cui PetroLogiche (2004), legato alla “questione” del Petrolchimico di Marghera, Mars Pavilion (2005) alla Serra dei Giardini di Castello e la collettiva Hollywood alla Galleria Contemporaneo (2005).
Nel 2009 partecipa alla collettiva Krossing, evento collaterale della 53. Biennale di Venezia, con il trittico fotografico Improvviso terrore mi sospende il fiato... .
Sue opere sono conservate al Museo del Vetro di Murano e al Museum of Old and New Art di Hobart, Australia. (Poletto L.)
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