Belonging. Helga Vockenhuber
Dal 15 Maggio 2023 al 26 Novembre 2023
Venezia
Luogo: Abbazia di San Giorgio Maggiore
Indirizzo: Isola di S.Giorgio Maggiore
Orari: martedì alla domenica dalle 10:00 alle 18:00
Curatori: Don Umberto Bordoni
Sito ufficiale: http://www.abbaziasangiorgio.it
Il 15 maggio 2023 alle ore 18, in concomitanza con la Biennale Architettura, l’Abbazia di San Giorgio Maggiore inaugura la mostra Belonging dell’artista austriaca Helga Vockenhuber, da sempre attenta al profilo religioso dell’uomo e alla sua instancabile ricerca del legame interiore col mistero dell’essere. L’iniziativa, a cura di Don Umberto Bordoni, fa parte del programma culturale della Benedicti Claustra Onlus, ramo non-profit della Comunità Benedettina che, in continuità con il passato, promuove e sostiene direttamente attività e progetti per lo sviluppo dell’arte e della ricerca artistica.
Fulcro della mostra è l’installazione di sette sculture in bronzo di Helga Vockenhuber che insieme compongono un’imponente corona di spine. Posizionate zenitalmente sotto la grande cupola palladiana ed eccezionalmente presentate assieme, come progetto site-specific, le opere accoglieranno fedeli e visitatori nella Basilica di San Giorgio Maggiore dal 15 maggio al 26 novembre 2023. Un’altra evocativa installazione sarà collocata nella Sacrestia Monumentale e, ad accompagnarle, un itinerario per immagini fotografiche a cura di Ägidius Vockenhuber, architetto e fotografo, figlio dell’artista. Con questo intervento Helga ed Ägidius Vockenhuber intendono suscitare una riflessione aperta sulle varie appartenenze che caratterizzano l’umano nel suo legame con l’interiorità, con la natura, col prossimo e con Dio.
Le sculture, bronzi contorti e acuminati che si riflettono nello scuro specchio d’acqua sul quale poggiano come sospesi sopra l’abisso, condensano un carico perturbante di sofferenza che è immediata memoria delle Reliquiae Passionis e della Historia Christi ed è allo stesso tempo evidente mise en scène della tragedia umana nel suo complesso.Helga Vockenhuber raccoglie il frutto di trent’anni di esplorazione artistica: abbandona la figura umana e concentra il suo lavoro attorno al segno cristiano della corona di spine, una icona della fraternità ritrovata a partire dai frammenti della Passione. L’installazione rappresenta una sfida alle appartenenze, una indagine sulla natura e sulla fragilità delle relazioni umane: sugli intrecci, le torsioni, le rotture, i riavvicinamenti, le affinità interiori, le azioni performanti che caratterizzano il valore e il dramma del legame sociale. In un tempo di moltiplicazione esponenziale di strumenti e reti di connessione, l’isolamento dell’individuo, il distanziamento pandemico, la conflittualità bellica, fin nel cuore del continente europeo, interrogano e sfidano i temi della coesione sociale e della fraternità.
Nelle sue fotografie Ägidius Vockenhuber attraversa invece alcuni archetipi dello spazio mistico: luce e ombra, acqua, alberi. Il suo itinerario individuale, percorso nei tempi del confinamento pandemico, intreccia la fotografia e l’architettura, l’interrogazione sulle radici della persona e sui cammini generativi di senso, e sfocia in uno spazio di condivisione e di rigenerazione.
Helga Vockenhuber (1963, Mondsee) è un’artista e scultrice austriaca. Concentra il suo lavoro sulle questioni centrali poste dalle religioni del mondo, e in particolare sul percorso che l’uomo fa per trovare sé stesso e ricercare la sua pace interiore. Per le sue opere in bronzo ha intrapreso una ricerca per una sensibilità spirituale del corpo umano, combinando al suo interno caratteristiche peculiari appartenenti a persone di origini diverse. Vockenhuber mira a rappresentare e trasmettere la dignità dell’uomo e il suo intrinseco mondo spirituale, evidenziando la sua unicità.
Ägidius Vockenhuber (1991, Salisburgo) è un architetto austriaco che vive e lavora a Vienna. Il suo primo desiderio era diventare un monaco eremita, quindi ha iniziato la sua formazione al Gymnasium Borromäum del Vescovato. Ha conseguito la laurea in Architettura all'Università Tecnica di Vienna. Dopo la laurea, ha frequentato vari corsi di fotografia: Fotohof Salzburg, Photo School Vienna, Lette Academy Berlin, Andreas H. Bitesnich fineart, oltre a numerose lezioni all'Università di Arti Applicate di Vienna. Ha lavorato per gmp Architekten Gerkan, Marg and Partner ad Amburgo, Nana Architettura a Vienna e nell'atelier di Helga Vockenhuber a Mondsee.
Fulcro della mostra è l’installazione di sette sculture in bronzo di Helga Vockenhuber che insieme compongono un’imponente corona di spine. Posizionate zenitalmente sotto la grande cupola palladiana ed eccezionalmente presentate assieme, come progetto site-specific, le opere accoglieranno fedeli e visitatori nella Basilica di San Giorgio Maggiore dal 15 maggio al 26 novembre 2023. Un’altra evocativa installazione sarà collocata nella Sacrestia Monumentale e, ad accompagnarle, un itinerario per immagini fotografiche a cura di Ägidius Vockenhuber, architetto e fotografo, figlio dell’artista. Con questo intervento Helga ed Ägidius Vockenhuber intendono suscitare una riflessione aperta sulle varie appartenenze che caratterizzano l’umano nel suo legame con l’interiorità, con la natura, col prossimo e con Dio.
Le sculture, bronzi contorti e acuminati che si riflettono nello scuro specchio d’acqua sul quale poggiano come sospesi sopra l’abisso, condensano un carico perturbante di sofferenza che è immediata memoria delle Reliquiae Passionis e della Historia Christi ed è allo stesso tempo evidente mise en scène della tragedia umana nel suo complesso.Helga Vockenhuber raccoglie il frutto di trent’anni di esplorazione artistica: abbandona la figura umana e concentra il suo lavoro attorno al segno cristiano della corona di spine, una icona della fraternità ritrovata a partire dai frammenti della Passione. L’installazione rappresenta una sfida alle appartenenze, una indagine sulla natura e sulla fragilità delle relazioni umane: sugli intrecci, le torsioni, le rotture, i riavvicinamenti, le affinità interiori, le azioni performanti che caratterizzano il valore e il dramma del legame sociale. In un tempo di moltiplicazione esponenziale di strumenti e reti di connessione, l’isolamento dell’individuo, il distanziamento pandemico, la conflittualità bellica, fin nel cuore del continente europeo, interrogano e sfidano i temi della coesione sociale e della fraternità.
Nelle sue fotografie Ägidius Vockenhuber attraversa invece alcuni archetipi dello spazio mistico: luce e ombra, acqua, alberi. Il suo itinerario individuale, percorso nei tempi del confinamento pandemico, intreccia la fotografia e l’architettura, l’interrogazione sulle radici della persona e sui cammini generativi di senso, e sfocia in uno spazio di condivisione e di rigenerazione.
Helga Vockenhuber (1963, Mondsee) è un’artista e scultrice austriaca. Concentra il suo lavoro sulle questioni centrali poste dalle religioni del mondo, e in particolare sul percorso che l’uomo fa per trovare sé stesso e ricercare la sua pace interiore. Per le sue opere in bronzo ha intrapreso una ricerca per una sensibilità spirituale del corpo umano, combinando al suo interno caratteristiche peculiari appartenenti a persone di origini diverse. Vockenhuber mira a rappresentare e trasmettere la dignità dell’uomo e il suo intrinseco mondo spirituale, evidenziando la sua unicità.
Ägidius Vockenhuber (1991, Salisburgo) è un architetto austriaco che vive e lavora a Vienna. Il suo primo desiderio era diventare un monaco eremita, quindi ha iniziato la sua formazione al Gymnasium Borromäum del Vescovato. Ha conseguito la laurea in Architettura all'Università Tecnica di Vienna. Dopo la laurea, ha frequentato vari corsi di fotografia: Fotohof Salzburg, Photo School Vienna, Lette Academy Berlin, Andreas H. Bitesnich fineart, oltre a numerose lezioni all'Università di Arti Applicate di Vienna. Ha lavorato per gmp Architekten Gerkan, Marg and Partner ad Amburgo, Nana Architettura a Vienna e nell'atelier di Helga Vockenhuber a Mondsee.
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