In aedibus “Cini”. L’arte tipografica a Venezia ai tempi di Aldo Manuzio
Dal 22 Ottobre 2015 al 29 Novembre 2015
Venezia
Luogo: Biblioteca del Longhena - Fondazione Giorgio Cini
Indirizzo: Isola di San Giorgio Maggiore
Telefono per informazioni: +39 041 2710255
E-Mail info: biblioteca@cini.it
Sito ufficiale: http://www.cini.it
In occasione del V centenario della morte del “principe” dei tipografi, Aldo Manuzio, la Biblioteca del Longhena ospita fino al 29 novembre 2015 l’esposizione di 25volumi del Quattro e Cinquecento realizzati dallo stampatore, provenienti dal Fondo antico della Fondazione Giorgio Cini. La mostra In aedibus “Cini”. L’arte tipografica a Venezia ai tempi di Aldo Manuziosarà presentata mercoledì 21 ottobre alle 17, nella Sala del Soffitto, da Ilenia Maschietto e Gino Benzoni e sarà poi visitabile dal 22 ottobre al 29 novembre (da lunedì a venerdì, ore 10-17 ingresso libero; sabato e domenica solo tramite visite guidate: segreteria@civitatrevenezie.it).
Le Biblioteche della Fondazione Cini conservano un eccezionale fondo antico che si è formato dalla donazione di Vittorio Cinie dai successivi lasciti e che conserva un corpus di volumi di straordinaria importanza sia per la quantità - circa tremila –sia per la qualità delle opere che lo compongono, molte delle quali estremamente rare o addirittura uniche: più di quaranta sono gli esemplari unici sul territorio nazionale, di questi almeno la metà, unici al mondo. L’arte tipografica a Venezia ai tempi di Aldo Manuzio è una mostra che, in occasione del V centenario della morte di Aldo Manuzio, ripercorre le tappe fondamentali dell’arte della stampa a Venezia nel Rinascimento, dai libri che in aedibus “Cini” cioè nelle case di Cini sono stati conservati. La frase fa eco alla tipica formulazione delle note tipografiche utilizzata da Manuzio, e poi anche dai suoi eredi, in aedibus aldi, confermando che l’opera è stata realizzata “nelle case di Aldo”.
Il percorso espositivo de L’arte tipografica a Venezia ai tempi di Aldo Manuzio documenta la nascita, lo sviluppo e il successo dell’arte della stampa a Venezia nel Rinascimento, riconoscendo nei manufatti aldini una testimonianza di rara eccezionalità: dal primo utilizzo del carattere corsivo, conosciuto come italic in tutto il mondo, ai volumi in greco che Manuzio compose con eleganza ed equilibrio. Oltre ad evidenziare gli aspetti strettamente tipografici dell’impresa manuziana, la mostra intende illustrare la stretta e fruttuosa rete di relazioni che Manuzio strinse con i principali protagonisti della scena culturale che lui stesso visse e contribuì a generare.
Tra i volumi esposti, compare l’Omnia opera diAngelo Poliziano, stampata nel 1498 a soli quattro anni dalla morte dell’autore, a testimonianza della vicinanza tra Aldo e l’umanista toscano. La presenza di Manuzio alla Fondazione Cini assume un ulteriore significato proprio grazie a questo volume: nella pagina con dedica all’amico Marin Sanudo, lo stampatore esprime il rammarico di non poter dare alle stampe la Seconda Centuria della Miscellanea di Poliziano. Come spiega lo stesso Manuzio, qualcuno, forse a Firenze, nasconde il manoscritto per impedirne la pubblicazione. Nel 1961 fu proprio Vittorio Cini ad acquisire da un anonimo possessore, su suggerimento di Vittore Branca, il manoscritto della Seconda Centuria di Poliziano, di cui lo studioso realizza un’importante edizione critica, riconsegnando al mondo, dopo quasi 500 anni di assenza, la Miscellaneorum Centuria Secunda. Grazie alla generosità del mecenate e all’intuito dello studioso, oggi si possono ammirare, l’una vicina all’altro, l’opera stampata e il manoscritto ritrovato.
Un altro volume prestigioso esposto è l’Hypnerotomachia Poliphili, definito da molti come “il più bel libro del Rinascimento”; un’opera accattivante ed enigmatica, anche per la lingua utilizzata (un misto di latino e volgare con la presenza di parole di derivazione greca), corredato da più di 150 incisioni (che in molti attribuiscono a Benedetto Bordone) e che racconta allegoricamente il combattimento amoroso in sogno di Polifilo alla ricerca di Polia, la donna amata. Scritto da un ancora misterioso Francesco Colonna fu pubblicato a Venezia per i tipi manuziani nel 1499.
Le Biblioteche della Fondazione Cini conservano un eccezionale fondo antico che si è formato dalla donazione di Vittorio Cinie dai successivi lasciti e che conserva un corpus di volumi di straordinaria importanza sia per la quantità - circa tremila –sia per la qualità delle opere che lo compongono, molte delle quali estremamente rare o addirittura uniche: più di quaranta sono gli esemplari unici sul territorio nazionale, di questi almeno la metà, unici al mondo. L’arte tipografica a Venezia ai tempi di Aldo Manuzio è una mostra che, in occasione del V centenario della morte di Aldo Manuzio, ripercorre le tappe fondamentali dell’arte della stampa a Venezia nel Rinascimento, dai libri che in aedibus “Cini” cioè nelle case di Cini sono stati conservati. La frase fa eco alla tipica formulazione delle note tipografiche utilizzata da Manuzio, e poi anche dai suoi eredi, in aedibus aldi, confermando che l’opera è stata realizzata “nelle case di Aldo”.
Il percorso espositivo de L’arte tipografica a Venezia ai tempi di Aldo Manuzio documenta la nascita, lo sviluppo e il successo dell’arte della stampa a Venezia nel Rinascimento, riconoscendo nei manufatti aldini una testimonianza di rara eccezionalità: dal primo utilizzo del carattere corsivo, conosciuto come italic in tutto il mondo, ai volumi in greco che Manuzio compose con eleganza ed equilibrio. Oltre ad evidenziare gli aspetti strettamente tipografici dell’impresa manuziana, la mostra intende illustrare la stretta e fruttuosa rete di relazioni che Manuzio strinse con i principali protagonisti della scena culturale che lui stesso visse e contribuì a generare.
Tra i volumi esposti, compare l’Omnia opera diAngelo Poliziano, stampata nel 1498 a soli quattro anni dalla morte dell’autore, a testimonianza della vicinanza tra Aldo e l’umanista toscano. La presenza di Manuzio alla Fondazione Cini assume un ulteriore significato proprio grazie a questo volume: nella pagina con dedica all’amico Marin Sanudo, lo stampatore esprime il rammarico di non poter dare alle stampe la Seconda Centuria della Miscellanea di Poliziano. Come spiega lo stesso Manuzio, qualcuno, forse a Firenze, nasconde il manoscritto per impedirne la pubblicazione. Nel 1961 fu proprio Vittorio Cini ad acquisire da un anonimo possessore, su suggerimento di Vittore Branca, il manoscritto della Seconda Centuria di Poliziano, di cui lo studioso realizza un’importante edizione critica, riconsegnando al mondo, dopo quasi 500 anni di assenza, la Miscellaneorum Centuria Secunda. Grazie alla generosità del mecenate e all’intuito dello studioso, oggi si possono ammirare, l’una vicina all’altro, l’opera stampata e il manoscritto ritrovato.
Un altro volume prestigioso esposto è l’Hypnerotomachia Poliphili, definito da molti come “il più bel libro del Rinascimento”; un’opera accattivante ed enigmatica, anche per la lingua utilizzata (un misto di latino e volgare con la presenza di parole di derivazione greca), corredato da più di 150 incisioni (che in molti attribuiscono a Benedetto Bordone) e che racconta allegoricamente il combattimento amoroso in sogno di Polifilo alla ricerca di Polia, la donna amata. Scritto da un ancora misterioso Francesco Colonna fu pubblicato a Venezia per i tipi manuziani nel 1499.
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