Re-Emerging Venezia
Dal 01 Marzo 2024 al 15 Marzo 2024
Venezia
Luogo: Procuratie Vecchie
Indirizzo: Piazza San Marco 139 / 153 A
Orari: Mar - Dom 10 - 18 | Lun chiuso
Curatori: Giovanna Poggi Marchesi
Enti promotori:
- UNESCO/United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development
- EUROPA NOSTRA
- CORILA Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia
- Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità
- Regione del Veneto
- Città di Venezia Le città in festa
E-Mail info: project@re-emerging.it
Sito ufficiale: http://www.re-emerging.it
Re-Emerging è un progetto multidisciplinare “che mira a esplorare le connessioni tra l'isolamento delle persone vissuto durante il lockdown e l’osservazione della Natura, che appariva cambiata dopo il brusco calo della pressione antropica, cercando in tal modo di evidenziare gli aspetti di adattamento e resilienza emersi da circostanze straordinarie” sottolinea Giovanna Poggi Marchesi, ideatrice del Progetto stesso.
Grazie a CORILA, nella figura di Caterina Dabalà, la mostra diventa anche l’occasione per creare un archivio digitale unico che raccoglie le immagini veneziane e le condivide con il resto del mondo mettendole gratuitamente a disposizione nel web.
Le due scienziate ambientali dell'Università Ca' Foscari di Venezia, Alice Stocco e Silvia Rova durante il lockdown hanno diffuso un questionario per raccogliere i sentimenti negativi e positivi che le persone stavano sperimentando, invitandole a riflettere sul rapporto con la Natura sia a livello individuale che collettivo. La loro analisi si affianca allo sguardo delle tre fotografe, dando evidenza e parola ai vissuti e proponendo insieme a loro una descrizione del lockdown più completa.
Gaby Wagner, Eravamo così, Rialto da Venezia nel silenzio, 2020 | © Gaby Wagner
LA MOSTRA
L’esposizione ha carattere immersivo con l’ausilio di realtà aumentata e di una mappa di fotografie digitale interattiva accompagnata dal tappeto sonoro dei rumori registrati durante la chiusura, quando il tempo e il vociare si erano fermati.
Eravamo così di Gaby Wagner - Sentivamo così di Sophie Fauchier - Sognavamo così di Val Masferrer-Oliveira
È il percorso fotografico lungo il quale si snoda la mostra, i tre stati emotivi rappresentati dalle opere delle Artiste. L’imponente bellezza di Venezia riflessa nei canali, gli splendidi palazzi rinascimentali e le architetture gotiche della città vivono nelle fotografie di Gaby Wagner del primo lockdown nel 2020, un tripudio di luci, colori e assoluta perfezione.
Negli introspettivi scatti dello stesso anno di Sophie Fauchier trovano posto, con estrema delicatezza, il silenzio dei luoghi, la solitudine degli abitanti e l’abbandono di una città fra le più idolatrate al mondo.
Le opere di Val Masferrer-Oliveira, sfumano tra realtà e sogno, ricreando una Venezia sommersa, evocando echi della leggendaria città perduta di Atlantide, fotografie oniriche dove si fondono etereo e tangibile, una visione poetica che diviene un avvertimento sulla fragilità di questa città così esposta agli effetti dei cambiamenti climatici
Nulla è stato lasciato al caso in questo inedito e complesso “percorso”, incluso lo spazio espositivo che coincide con le Procuratie Vecchie, luogo simbolo della durata, della fedeltà alla tradizione e del prestigio della Serenissima Repubblica di San Marco, perfetto per dare evidenza al confronto fra il vuoto di persone e il silenzio a contrasto con l'affollamento rumoroso di oggi.
Un dialogo artistico e scientifico con il visitatore per portarlo a rivivere i sentimenti e i desideri che aveva provato durante quel tempo, a confrontare gli spazi della Venezia di oggi con quelli di allora, a stimolare nuove riflessioni sugli effetti di eventi così significativi della nostra esistenza.
All'anteprima stampa e al vernissage presenzierà il filosofo saggista Pascal Bruckner, autore del saggio Le Sacre Pantofole-Sulla fuga dal mondo (Edizioni Guanda) che indaga la cultura del ritiro, della rinuncia al mondo, effetto della pandemia e rischio potenziale di divenire individui, seppur sempre connessi tecnologicamente, privi di interazione fisica e sociale.
Sophie Fauchier, Sentivamo così, Arsenale, Da Venezia La città dalle cento profonde solitudini, 2020 | © Sophie Fauchier
LA COSTRUZIONE DELLA MEMORIA COLLETTIVA
Il progetto prevede la partecipazione del pubblico alla memoria collettiva per l’invio di testimonianze sotto forma di immagini digitali di esterni catturate con i vari dispositivi tecnologici nel periodo di chiusura per la pandemia, per elaborare un fermo immagine di questo tempo che potrebbe e dovrebbe orientare le scelte future.
I materiali si potranno caricare in autonomia e geolocalizzare sulla mappa interattiva della pagina dedicata del sito www.re-emerging.it,verranno conservati da CORILA, COnsorzio per il coordinamento delle RIcerche inerenti al sistema LAgunare di Venezia, sistematizzati in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari e saranno accessibili gratuitamente online.
Alla breve ma intensa mostra fotografica seguirà quindi un percorso espositivo virtuale nel sito web di riferimento che rimarrà online fino a marzo 2025 quando si concluderà la raccolta delle testimonianze digitali il progetto terminerà con la presentazione della memoria.
Re-Emerging guarda al lockdown da molteplici prospettive, cercando di trasmettere un messaggio di speranza e duplice apprezzamento non solo per la resilienza umana ma anche per la bellezza che può emergere nelle situazioni più complesse e inimmaginabili.
Sophie Fauchier si specializza nella fotografia d’arte e crea narrazioni basate sulle sue esperienze personali. Nei suoi viaggi ha osservato e analizzato tutte le fasi della vita di una donna. Stabilita a Venezia dal 2018 ha dedicato tutto il suo impegno nel ritrarre il periodo della pandemia del Covid 19 per evidenziare i contrasti.
“Mentre il mondo vedeva immagini di delfini nei canali, la verità riguardo il lockdown veneziano presenta una profonda solitudine. Una vecchia città rovinata dal turismo di massa, il Covid 19 è stato per Venezia sia una benedizione che una condanna. Lo spazio per respirare e muoversi liberamente, per la città ha portato anche molti aspetti negativi.
La doppia personalità di Venezia mi ha spinto a rappresentare la città attraverso i suoi abitanti. Per spingermi oltre le foto perfette delle cartoline, di una delle città più idolatrate nel pianeta, e mostrare cosa rimane quando tutti smettono di guardare”.
Sophie Fauchier, Venezia “La città dalle Cento Profonde Solitudini”, 2020
www.sophiefauchier.com
Val Masferrer-Oliveira, una fotografa brasiliana-portoghese di fine art, è un'amante di Venezia che ha deciso di trasferirsi lì durante la pandemia, cercando un'esperienza diversa.
"Dea della Laguna" sfuma la linea tra realtà e sogno. Val ha trasformato le calli vuote e i canali deserti in un avvertimento sulle potenziali conseguenze dell’abbandono di questa fragile città esposta ai rapidi cambiamenti climatici.
Val si è sintonizzata con le vibrazioni della città durante la pandemia, catturandole attraverso il vetro di Murano, il suo compagno artistico. Questa tecnica le ha permesso di presentare una Venezia sommersa, evocando echi della leggendaria città perduta di Atlantide. Tramite l'innovazione e l'arte, ha creato un linguaggio visivo invitando chi guarda a immergersi in un mondo in cui l'etereo e il tangibile si fondono.
Dea della Laguna è un appassionato appello per proteggere il patrimonio di Venezia. “Mentre ammirate queste immagini, diventate ambasciatori del cambiamento e del turismo sostenibile e diffondete la consapevolezza sulle sfide di Venezia. Insieme, possiamo preservare questa iconica città, conservando la sua magia per le generazioni future.”
Val Masferrer-Oliveira, Dea della Laguna, 2020-2022
www.valmasferreroliveira.com
Gaby Wagner, fotografa, esplora il mondo di Venezia e in occasione di un servizio fotografico per Laura di Santillana scopre la sua passione per il vetro diventandone designer dal 1999.
Vive e lavora a Venezia coltivando entrambe le sue passioni.
“Il Coronavirus del 2020 ed il conseguente lockdown hanno trasformato Venezia in una città fantasma. Era rimasta incantevole e affascinante, ma era diventata deserta e le notti desolate e misteriose. Non ho potuto resistere alla tentazione di riscoprire la città da me tanto amata sotto questo nuovo aspetto così magico e straordinario. Per settimane ho camminato giorno e notte da sola per le strette calli e campi… ho sentito il bisogno di immortalare le emozioni e le immagini che vedevo.
Sopraffatta dalla bellezza bucolica riflessa negli specchi fluidi dei canali ho fotografato le incantevoli architetture gotiche e rinascimentali... La diversità e unicità delle facciate, tutte illuminate da un intenso cielo blu e dalla luce accecante del sole. Quiete e perfezione ovunque. Ho desiderato condividere questi istanti attraverso le mie immagini”.
Gaby Wagner, Venezia nel Silenzio, 2020
www.gabywagner.it
Grazie a CORILA, nella figura di Caterina Dabalà, la mostra diventa anche l’occasione per creare un archivio digitale unico che raccoglie le immagini veneziane e le condivide con il resto del mondo mettendole gratuitamente a disposizione nel web.
Le due scienziate ambientali dell'Università Ca' Foscari di Venezia, Alice Stocco e Silvia Rova durante il lockdown hanno diffuso un questionario per raccogliere i sentimenti negativi e positivi che le persone stavano sperimentando, invitandole a riflettere sul rapporto con la Natura sia a livello individuale che collettivo. La loro analisi si affianca allo sguardo delle tre fotografe, dando evidenza e parola ai vissuti e proponendo insieme a loro una descrizione del lockdown più completa.
Gaby Wagner, Eravamo così, Rialto da Venezia nel silenzio, 2020 | © Gaby Wagner
LA MOSTRA
L’esposizione ha carattere immersivo con l’ausilio di realtà aumentata e di una mappa di fotografie digitale interattiva accompagnata dal tappeto sonoro dei rumori registrati durante la chiusura, quando il tempo e il vociare si erano fermati.
Eravamo così di Gaby Wagner - Sentivamo così di Sophie Fauchier - Sognavamo così di Val Masferrer-Oliveira
È il percorso fotografico lungo il quale si snoda la mostra, i tre stati emotivi rappresentati dalle opere delle Artiste. L’imponente bellezza di Venezia riflessa nei canali, gli splendidi palazzi rinascimentali e le architetture gotiche della città vivono nelle fotografie di Gaby Wagner del primo lockdown nel 2020, un tripudio di luci, colori e assoluta perfezione.
Negli introspettivi scatti dello stesso anno di Sophie Fauchier trovano posto, con estrema delicatezza, il silenzio dei luoghi, la solitudine degli abitanti e l’abbandono di una città fra le più idolatrate al mondo.
Le opere di Val Masferrer-Oliveira, sfumano tra realtà e sogno, ricreando una Venezia sommersa, evocando echi della leggendaria città perduta di Atlantide, fotografie oniriche dove si fondono etereo e tangibile, una visione poetica che diviene un avvertimento sulla fragilità di questa città così esposta agli effetti dei cambiamenti climatici
Nulla è stato lasciato al caso in questo inedito e complesso “percorso”, incluso lo spazio espositivo che coincide con le Procuratie Vecchie, luogo simbolo della durata, della fedeltà alla tradizione e del prestigio della Serenissima Repubblica di San Marco, perfetto per dare evidenza al confronto fra il vuoto di persone e il silenzio a contrasto con l'affollamento rumoroso di oggi.
Un dialogo artistico e scientifico con il visitatore per portarlo a rivivere i sentimenti e i desideri che aveva provato durante quel tempo, a confrontare gli spazi della Venezia di oggi con quelli di allora, a stimolare nuove riflessioni sugli effetti di eventi così significativi della nostra esistenza.
All'anteprima stampa e al vernissage presenzierà il filosofo saggista Pascal Bruckner, autore del saggio Le Sacre Pantofole-Sulla fuga dal mondo (Edizioni Guanda) che indaga la cultura del ritiro, della rinuncia al mondo, effetto della pandemia e rischio potenziale di divenire individui, seppur sempre connessi tecnologicamente, privi di interazione fisica e sociale.
Sophie Fauchier, Sentivamo così, Arsenale, Da Venezia La città dalle cento profonde solitudini, 2020 | © Sophie Fauchier
LA COSTRUZIONE DELLA MEMORIA COLLETTIVA
Il progetto prevede la partecipazione del pubblico alla memoria collettiva per l’invio di testimonianze sotto forma di immagini digitali di esterni catturate con i vari dispositivi tecnologici nel periodo di chiusura per la pandemia, per elaborare un fermo immagine di questo tempo che potrebbe e dovrebbe orientare le scelte future.
I materiali si potranno caricare in autonomia e geolocalizzare sulla mappa interattiva della pagina dedicata del sito www.re-emerging.it,verranno conservati da CORILA, COnsorzio per il coordinamento delle RIcerche inerenti al sistema LAgunare di Venezia, sistematizzati in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari e saranno accessibili gratuitamente online.
Alla breve ma intensa mostra fotografica seguirà quindi un percorso espositivo virtuale nel sito web di riferimento che rimarrà online fino a marzo 2025 quando si concluderà la raccolta delle testimonianze digitali il progetto terminerà con la presentazione della memoria.
Re-Emerging guarda al lockdown da molteplici prospettive, cercando di trasmettere un messaggio di speranza e duplice apprezzamento non solo per la resilienza umana ma anche per la bellezza che può emergere nelle situazioni più complesse e inimmaginabili.
Sophie Fauchier si specializza nella fotografia d’arte e crea narrazioni basate sulle sue esperienze personali. Nei suoi viaggi ha osservato e analizzato tutte le fasi della vita di una donna. Stabilita a Venezia dal 2018 ha dedicato tutto il suo impegno nel ritrarre il periodo della pandemia del Covid 19 per evidenziare i contrasti.
“Mentre il mondo vedeva immagini di delfini nei canali, la verità riguardo il lockdown veneziano presenta una profonda solitudine. Una vecchia città rovinata dal turismo di massa, il Covid 19 è stato per Venezia sia una benedizione che una condanna. Lo spazio per respirare e muoversi liberamente, per la città ha portato anche molti aspetti negativi.
La doppia personalità di Venezia mi ha spinto a rappresentare la città attraverso i suoi abitanti. Per spingermi oltre le foto perfette delle cartoline, di una delle città più idolatrate nel pianeta, e mostrare cosa rimane quando tutti smettono di guardare”.
Sophie Fauchier, Venezia “La città dalle Cento Profonde Solitudini”, 2020
www.sophiefauchier.com
Val Masferrer-Oliveira, una fotografa brasiliana-portoghese di fine art, è un'amante di Venezia che ha deciso di trasferirsi lì durante la pandemia, cercando un'esperienza diversa.
"Dea della Laguna" sfuma la linea tra realtà e sogno. Val ha trasformato le calli vuote e i canali deserti in un avvertimento sulle potenziali conseguenze dell’abbandono di questa fragile città esposta ai rapidi cambiamenti climatici.
Val si è sintonizzata con le vibrazioni della città durante la pandemia, catturandole attraverso il vetro di Murano, il suo compagno artistico. Questa tecnica le ha permesso di presentare una Venezia sommersa, evocando echi della leggendaria città perduta di Atlantide. Tramite l'innovazione e l'arte, ha creato un linguaggio visivo invitando chi guarda a immergersi in un mondo in cui l'etereo e il tangibile si fondono.
Dea della Laguna è un appassionato appello per proteggere il patrimonio di Venezia. “Mentre ammirate queste immagini, diventate ambasciatori del cambiamento e del turismo sostenibile e diffondete la consapevolezza sulle sfide di Venezia. Insieme, possiamo preservare questa iconica città, conservando la sua magia per le generazioni future.”
Val Masferrer-Oliveira, Dea della Laguna, 2020-2022
www.valmasferreroliveira.com
Gaby Wagner, fotografa, esplora il mondo di Venezia e in occasione di un servizio fotografico per Laura di Santillana scopre la sua passione per il vetro diventandone designer dal 1999.
Vive e lavora a Venezia coltivando entrambe le sue passioni.
“Il Coronavirus del 2020 ed il conseguente lockdown hanno trasformato Venezia in una città fantasma. Era rimasta incantevole e affascinante, ma era diventata deserta e le notti desolate e misteriose. Non ho potuto resistere alla tentazione di riscoprire la città da me tanto amata sotto questo nuovo aspetto così magico e straordinario. Per settimane ho camminato giorno e notte da sola per le strette calli e campi… ho sentito il bisogno di immortalare le emozioni e le immagini che vedevo.
Sopraffatta dalla bellezza bucolica riflessa negli specchi fluidi dei canali ho fotografato le incantevoli architetture gotiche e rinascimentali... La diversità e unicità delle facciate, tutte illuminate da un intenso cielo blu e dalla luce accecante del sole. Quiete e perfezione ovunque. Ho desiderato condividere questi istanti attraverso le mie immagini”.
Gaby Wagner, Venezia nel Silenzio, 2020
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