TOMORROWS. Notes on the future of the Earth

Jonas Staal, 94 Million Years of Collectivism, 2022, still da video

 

Dal 13 Ottobre 2023 al 12 Novembre 2023

Verona

Luogo: Castel San Pietro

Indirizzo: Piazzale Castel San Pietro

Orari: da martedì a venerdì 10-13 e 15-18 | sabato e domenica 10-18

Curatori: Jessica Bianchera e Marta Ferretti

Costo del biglietto: ingresso gratuito. Incontri gratuiti in mostra per il pubblico il sabato e la domenica alle ore 10.00, 12.00, 14.00 e 16.00 durante ArtVerona 2023, mentre nei weekend successivi alle ore 10.00, 14.00 e 16.00

E-Mail info: progetti@urbspicta.org

Sito ufficiale: http://tomorrowsproject.org


In un mondo che sempre più si interroga sugli effetti della globalizzazione, della crisi ambientale e, in generale, dell’impatto dell’uomo sul pianeta, quali sono gli scenari possibili o impossibili che ci aspettano? Il progetto TOMORROWS – Notes on the future of the Earth, a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti, mette in mostra dal 14 ottobre al 12 novembre 2023, negli spazi di Castel San Pietro a Verona, la riflessione di sei artisti contemporanei sul presente e sul futuro della Terra: Sophia Al MariaMo Kong, il collettivo SITESIZE, Jonas Staal, Natália Trejbalová e Driant Zeneli.

L’esposizione, che si focalizza sul video e sull’immagine in movimento, rientra nel programma “Art&TheCity” di ArtVerona 2023 e si inscrive in un progetto di ampio respiro che intende accompagnare il visitatore fino all’edizione 2024 della storica fiera d’arte contemporanea scaligera.

Oltre alla mostra a Castel San Pietro, infatti, il progetto prevede un fitto public program, rivolto al grande pubblico e dal contenuto multidisciplinare, che comprende talk, tavole rotonde, workshop, screening e progetti per le scuole, con il coinvolgimento di scienziati, antropologi, sociologi, ricercatori e artisti di varie discipline.

Il primo appuntamento è per sabato 7 ottobre alle ore 16 presso il Polo Universitario Santa Marta a Verona, in occasione della Giornata del Contemporaneo: la tavola rotonda Il Futuro è Oggi, organizzata da Contemporanea - Università di Verona, avvia il dibattito sulle tematiche del progetto e inquadra lo stato attuale della ricerca sulle prospettive future per il nostro pianeta.
Inoltre, durante ArtVerona 2023 verrà lanciato Tomorrows UniCredit residency and production award, un premio di residenza e produzione, sostenuto da UniCredit, che invita artiste e artisti a operare riflessioni transdisciplinari in collaborazione con esperti nel campo dell’ecologia e della sostenibilità. Una giuria di comprovata fama individuerà il progetto che sarà poi sviluppato dall’artista nel periodo di studio e ricerca in residenza all’estero, per arrivare alla produzione finale di un’opera o di un ciclo di opere da presentare durante ArtVerona 2024.

TOMORROWS – Notes on the future of the Earth
 è un progetto, composto da mostra, public program e premio di residenza e produzione, di Fondazione Cariverona, UniCredit, ArtVerona, Contemporanea - Università di Verona con Urbs Picta e in collaborazione con Accademia di Belle Arti statale di VeronaAGIVERONA, Careof, LOOP Barcelona, MA*GA Museo Arte Gallarate; media partner exibart.

Il percorso espositivo, che inaugura venerdì 13 ottobre alle ore 21, abita fino al 12 novembre gli spazi di Castel San Pietro, recentemente riaperto al pubblico fra cantiere di restauro e scavi archeologici, luogo altamente suggestivo sia negli ambienti interni sia per la vista mozzafiato che abbraccia tutta Verona, oltre alla portata storica e culturale che riveste per la città. In mostra sei lavori video appartenenti a collezioni e archivi internazionali di sei noti artisti provenienti da Europa, America e Asia: comune denominatore delle opere esposte la riflessione transdisciplinare tra arte, ecologia e sostenibilità, che affronta temi come l’interconnessione tra gli esseri viventi, la biodiversità, le dinamiche socioculturali, l’interazione dell’umanità con l’ambiente, il concetto di ecoansia. Il risultato sono lavori che vanno dal documentario alla fantascienza e alla fiction, dall’ucronia all’utopia, tra vasti tempi storici ed ere geologiche, riflettendo su possibilità, perplessità e alternative immaginifiche alle attuali dinamiche estrattive su cui si basa una non più sostenibile relazione uomo-Terra.

«Attraverso letture antropologiche e scientifiche
 – dichiarano le curatrici Jessica Bianchera e Marta Ferretti – gli artisti in mostra mettono alla prova le nostre capacità di osservazione e interpretazione, per formulare un’ecologia condivisa in cui varie forme di vita più egualitarie possano sopravvivere, vivere e morire in armonia. In generale, attraverso mostra, programma pubblico e premio, il progetto intende sottolineare quanto il contributo dell’arte possa essere fertile nel dibattito contemporaneo sul futuro del nostro pianeta, proprio in virtù della capacità immaginifica e di ricerca transdisciplinare che gli artisti mettono in campo unendo competenze e linguaggi differenti, oltre a favorire il dialogo con il grande pubblico. Senza la pretesa di dare risposte, intendiamo piuttosto porre domande e tentare una mappatura, seppur parziale, di realtà e personalità che si sono finora interrogate su questi temi, favorendo la conoscenza di nuove iniziative e progetti che stanno nascendo e crescendo in maniera esponenziale sia in termini quantitativi che qualitativi». 

Le opere in mostra


In The Magical State (6’09’’, 2017) l’artista, scrittrice e regista qataro-americana Sophia Al Maria(USA, 1983) esplora il processo estrattivo del carbone nella regione di La Guajira in Colombia associandola all’esorcismo violento di un corpo femminile. Siamo vicini al confine con il Venezuela, dove si trova uno dei più grandi impianti di estrazione mineraria a cielo aperto dell’America Latina e una delle aree più colpite del pianeta dalla rivoluzione industriale e dalla globalizzazione. Metà demone, metà eroina, la giovane protagonista del film è sia la sostanza che il risultato dell’estrazione mineraria, ma anche una forte metafora femminista di ogni donna ed essere oppresso, soffocato nei limiti di una condizione forzata e della sua violenza, che finisce per sfogare il suo panico contro chiunque incontri sul suo cammino.

Con l’installazione See Sun, and Think the Shadow (11’11’’, 2016), Mo Kong (Cina, 1990),artista multimediale e ricercatore che oggi vive e lavora a Brooklyn, New York, condivide la propria ansia rispetto alle attività minerarie in Cina, suo paese natale. Un collage digitale, in cui immagini di repertorio, animazioni video, suoni e simboli della cultura contemporanea dei social media si fondono in una giostra di dati reali e immaginari, che a tratti assomiglia a un viaggio attraverso un videogioco. Il lavoro, come sostiene l’artista, è una “replica in miniatura” della sua reazione fisica ed emotiva al mondo reale e al mondo virtuale, una proiezione sull’abuso della terra, sulla corruzione, sulla censura governativa e l’inquinamento ambientale vissuto in prima persona, fino alla domanda finale se sia possibile che le identità virtuali della rete possano rappresentare o, ancora più importante, arrivare a sostituire figure e sistemi politici.

SITESIZE
, collettivo nato in Spagna nel 2002 e composto da Elvira Pujol Masip e Joan Vila Puig, propone TERRApolis (1h45’, 2021), trilogia parte del progetto europeo “A-PLACE. Linking places through networked artistic practices”. Dedicato alla città spagnola di L’Hospitalet de Llobregat, in Catalogna, il film si divide in tre parti che esplorano i tre paesaggi corrispondenti alla sua geografia: Puig d’Ossa, El Samontà e La Marina. Ne risulta un viaggio che indaga la vita fisica, spirituale, umana e non umana del territorio, tra presenze naturali immutabili, storie scritte dai segni del tempo e azioni compiute sui luoghi visitati.

94 Million Years of Collectivism, Video Study 
(13’14’’, 2022) dell’artista visivo olandese Jonas Staal (Paesi Bassi, 1981) è, invece, una sorta di video lezione incentrata sul periodo geologico Ediacarano, precedente il Cambriano, che è stato ritenuto culla delle forme di vita complesse con un’ecologia interconnessa e interdipendente, non predatoria. Da qui la messa in discussione delle attuali condizioni del capitalismo globale, che attraverso narrazioni neodarwiniane sostengono la predazione estrattiva come spinta evolutiva primordiale; al contrario l’Ediacarano ci parla di un’ecologia collettivista possibile, durata 94 milioni di anni, tutta da immaginare per un futuro della Terra più egualitario.

Con l’opera About Mirages and Stolen Stones (18’50’’, 2020), l’artista slovacca formatasi a Milano Natália Trejbalová (Slovacchia, 1989) restituisce una versione speculativa della nostra Terra che, per ragioni sconosciute, è diventata piatta. Tra teorie terrapiattiste e la responsabilità dell’uomo nella distruzione del pianeta e dei suoi ecosistemi, la protagonista del film è una ricercatrice che indaga su questo impossibile cambiamento avvenuto cinque anni prima e che ha portato con sé anche un impoverimento della conoscenza umana, incapace ormai di comprendere la complessità del mondo. Il lavoro è diviso in tre capitoli che sfidano le capacità di osservazione e interpretazione dello spettatore, chiamato a mettere continuamente in discussione la fisicità della materia e le sue proporzioni durante questo viaggio immaginifico ai confini della Terra, in cui si immerge, ritrovandosi alla fine solo ad interrogarsi sulla perdita del mondo così come lo conosciamo.

Nella video installazione And then I found some meteorites in my room (22’, 2018), secondo capitolo della trilogia Beneath a surface there is just another surface (2017-2019), Driant Zeneli (Albania, 1983), artista di origine albanese residente a Torino, coinvolge Bujar e Flora, padre e figlia raccoglitori di carbone nell’area dell’ex stabilimento della Metalurgjiko, vicino a Elbasan, a circa cinquanta chilometri da Tirana. Nonostante le loro condizioni di vita Flora è una DJ, mentre Bujar coltiva il grande interesse per lo spazio che l’ha portato a sviluppare una sua teoria sul sistema solare e la materia oscura. Bujar è, quindi, invitato da Zeneli a illustrare le proprie teorie, mentre Flora si esibisce con suoni misti sotto il nome d’arte “DJ Sulejmani” e sullo sfondo passano immagini trasmesse dalla Stazione Spaziale Internazionale. In bilico tra realtà e possibilità, l’artista esplora così la distanza tra gli abitanti della Terra e lo shuttle, come metafora del tentativo di sfuggire alla gravità. Il video affronta il tema ricorrente dell’infinito che risiede nell’animo umano e di quella parte di mondo spodestata ed espropriata, ma ancora capace di desiderare e immaginare, che rischia di essere lasciata indietro dalla modernità.

Opening program – venerdì 13 ottobre ore 21, Castel San Pietro
Venerdì 13 ottobre il programma inaugurale della mostra a Castel San Pietro, a Verona, prevede alle ore 21 la performance live multimediale di LOREM che presenta il suo ultimo lavoro TESH A/V, seguita alle ore 22 dal dj set di SHINOBY. Entrambe le proposte sono curate da Path, festival di musica d’avanguardia che dal 2014 porta nella città di Verona alcune tra le proposte più interessanti dello scenario musicale contemporaneo.




SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI