Attenzione: alcuni musei, gallerie e luoghi espositivi potrebbero essere temporaneamente chiusi al pubblico.
Kandinskij, Gončarova, Chagall. Sacro e bellezza nell’arte russa

Dal 05 Ottobre 2019 al 26 Gennaio 2020
Vicenza
Luogo: Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari
Indirizzo: Contra’ Santa Corona 25
Orari: Da martedì a domenica dalle 10:00 alle 18:00 (ultimo ingresso alle 17:30). Chiuso il lunedì
Curatori: Silvia Burini e Giuseppe Barbieri con Alessia Cavallaro
Enti promotori:
- In collaborazione con il Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (CSAR)
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3
Telefono per informazioni: 800.578875
E-Mail info: info@palazzomontanari.com
Sito ufficiale: http://www.gallerieditalia.com
In occasione dei 20 anni dell’apertura al pubblico del primo museo di Intesa Sanpaolo, la mostra Kandinskij, Gončarova, Chagall. Sacro e bellezza nell’arte russa accoglie alle Gallerie d’Italia di Vicenza 45 opere di grandi artisti russi di fine Ottocento e inizio Novecento in un dialogo inedito con una selezione di preziose icone della collezione Intesa Sanpaolo.
L’esposizione, che si terrà dal 5 ottobre 2019 al 26 gennaio 2020, intende riproporre quel dialogo straordinario che poco più di un secolo fa segnò la fisionomia profonda del contributo russo all’arte contemporanea internazionale.
Lo fa attraverso il confronto fra le icone e una sceltissima serie di opere, molte delle quali mai viste in Italia, provenienti per la maggior parte dal principale museo di arte russa di Mosca, la Galleria Tret’jakov, e inoltre dai musei di Yaroslavl, Astrakhan, dal MMOMA (Moscow Museum of Modern Art) e dal Museo dello Spettacolo Bakhrushin di Mosca, nonché dal Musée Natiònal Marc Chagall di Nizza e dal Museum of Modern Art Costakis collection di Salonicco.
L’esposizione intende approfondire come l’arte moderna russa attinga ad antichi modelli iconografici per esigenze di spiritualità, per la ricostruzione di un’identità nazionale e, con le Avanguardie, per una nuova sensibilità estetica che ritrova nelle icone la straordinaria capacità di esprimere una simbologia universale.
Il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con il Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (CSAR), curato da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri con Alessia Cavallaro.
La mostra è accompagnata da un ricco programma di attività collaterali: cicli di film in lingua originale e incontri di approfondimento sulla storia dell’arte russa, balletti e musica da camera, numerose proposte didattiche gratuite e, nei fine settimana e in occasione di giornate di apertura straordinaria, passeggiate d’arte e proposte creative per famiglie e pubblici di ogni età.
Dipingere l’invisibile L’attenzione del mondo artistico russo per la secolare tradizione delle icone esplode nel secondo decennio del XX sec.; in precedenza, alcuni suoi autorevoli rappresentanti di fine Ottocento avevano già mostrato un crescente interesse per l’arte sacra: è il caso dei protagonisti più influenti dell’Art Nouveau russa, come Vrubel’, Vasnecov e Nesterov, Ivanov (tutti presenti nella mostra Kandinskij, Gončarova Chagall. Sacro e bellezza nell’arte russa) che si cimentano con soggetti sacri, senza però collegarsi direttamente alla tradizione antica. Assai più stringente è invece il rapporto con le icone che s’instaura nei decenni successivi, con l’Avanguardia. Anche se i temi non sono più esplicitamente religiosi e le opere non più finalizzate al culto, come avveniva con i pittori di fine secolo, la risonante presenza della matrice iconica risulta ben più marcata.
Per il popolo russo – come Kandinskij ripete continuamente – la bellezza è una sorta di necessità interiore che deriva dallo sperimentare, nel quotidiano (byt), anche l’invisibile (nevidimoe).
La mostra prende avvio con l’esplorazione del tema del sacro a fine Ottocento per poi concentrarsi sulle principali figure che – come Kandinskij, Natalia Gončarova e Chagall, ma anche Petrov-Vodkin e Filonov – hanno rivelato, più di altri esponenti dell’Avanguardia, la profonda affinità tra la concezione filosofico-teologica dell’icona e le ricerche spirituali ed estetiche degli esponenti dell’Avanguardia.
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