Giuseppe Maria Crespi (lo Spagnolo)

Bologna 14/03/1665 - Bologna 16/07/1747

© Arte.it | Crespi Giuseppe Maria (lo Spagnolo)

Figlio del mugnaio Girolamo e di Ippolita Cospi, Giuseppe prede il soprannome di ‘Spagnolo’ per gli abiti di foggia spagnola che ama indossare fin da giovane. I primi insegnamenti della pittura li riceve da Angelo Michele Toni, poi dal Canuti e infine dal Cignani, col quale resta due anni. Quando nel 1686 il Cignani si trasferisce a Forlì e Burrini ne rileva la bottega, è lo stesso Burrini a presentarlo al Ricci, un agiato cittadino che gli acquisterà dipinti, procurerà commissioni e finanzierà viaggi di studio a Parma, Pesaro, Urbino e Venezia, dove Giuseppe può approfondire la conoscenza delle opere di Correggio e di Federico Barocci. Versato non solo nella pittura sacra ma anche quella di genere, Giuseppe lascia testimonianza del proprio talento anche quando si tratta di produrre ritratti, come in quello di Virginia Sacchetti Caprara, del 1699, o in quello del generale Pallfy, alla Gemäldegalerie di Dresda, o negli Autoritratti degli Uffizi e dell’Ermitage. Su commissione del principe Ferdinando de’ Medici dipinge nel 1701 l’Estasi di Santa Margherita e, dal 1706 al 1708, la Strage degli innocenti. Nel 1709 è ospite di Ferdinando nella villa di Pratolino, dove esegue diverse tele: la Fiera di Poggio a Cajano, le Lavandaie alla fonte, i Fanciulli al giuoco del cappelletto, e, verosimilmente, anche il Cupido e Psiche e la Pulce, entrambe agli Uffizi. Nel 1712 e nel 1714 è direttore dei corsi di pittura all’Accademia Clementina, inaugurata all’inizio del 1710. Negli stessi anni il cardinale Pietro Ottoboni gli commissiona sette tele per la serie dei Sacramenti (il Battesimo è del 1712). Nel 1733 aggredisce un concittadino reo di averlo infastidito e nel 1737 è incaricato di dipingere una grande tela con Giosuè che ferma il sole, per la cappella Colleoni a Bergamo. A riconoscimento della fama guadagnata, all’età di settantacinque anni, riceve da Benedetto XIV a una croce d’oro e il titolo di cavaliere (1740). Divenuto cieco nel 1745, muore due anni dopo nella sua casa di Bologna.

Biografia di Silvia Pedone



Le opere