Anfiteatro Flavio di Pozzuoli

Golfo

Anfiteatro Flavio di Pozzuoli
  • Dove: Anfiteatro Flavio di Pozzuoli
  • Indirizzo: Corso Nicola Terracciano 75
  • E-Mail: info@coopculture.it
  • Telefono: +39 06 399 67 050
  • Telefono prenotazioni: +39 06 399 67 050
  • Apertura: 09.00 - 16.40 dal 1 febbraio al 15 febbraio 09.00 - 17.00 dal 16 febbraio al 29 febbraio
    09.00 - 17.20 dal 1 marzo al 15 marzo
    09.00 - 17.40 dal 16 marzo al 31 marzo 09.00 - 18.00 dal 1 aprile al 15 aprile 09.00 - 18.20 dal 16 aprile al 30 aprile 09.00 - 20.00 dal 2 maggio al 31 agosto 09.00 - 18.30 dal 1 settembre al 15 settembre 09.00 - 18.00 dal 16 settembre al 30 settembre 09.00 - 16.40 dal 1 ottobre al 15 ottobre 09.00 - 16.15 dal 16 ottobre al 31 ottobre 09.00 - 16.00 dal 1 novembre al 30 novembre 09.00 - 15.45 dal 1 dicembre al 31 dicembre
    Chiuso il martedì eccetto durante la Settimana per la Cultura, 1 gennaio, 25 dicembre
    La biglietteria chiude un'ora prima
  • Costo: Biglietto combinato complesso monumentale archeologico flegreo (Museo Archeologico dei Campi Flegrei a Baia, Zona Archeologica di Baia, Anfiteatro Flavio e Serapeo a Pozzuoli, Scavi di Cuma) valido 2 giorni
    Intero: € 4, ridotto € 2 (Cittadini UE tra i 18 e i 24 anni e altre categorie)
    Gratuito: Cittadini sotto i 18 anni della Comunità Europea ed extracomunitari e altre categorie

    Ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese

    Il sito rientra nel circuito Campania Artecard
  • Trasporti: Cumana: fermata Pozzuoli - Porto
    Metro: Linea 2 fermata Pozzuoli - Solfatara
    Bus: ANM n°152 fermata Pozzuoli - Porto
    Bus: ANM n°152 fermata via Solfatara
    Bus: CTP n°M1N fermata via Solfatara
    Bus: CTP n°M1NB fermata via Solfatara
  • Servizi:
    Raccomandato dalla redazione
Pozzuoli è il più importante centro dei Campi Flegrei, situato sull’omonimo golfo, sorse nel 194 a.C. come colonia militare romana e divenne in seguito uno dei principali scali commerciali del Mediterraneo. La città fu sede anche di una delle prime comunità cristiane, ricordata anche da san Paolo che vi giunse nel 61 d.C. In conseguenza dei saccheggi avvenuti durante le invasioni barbariche (410, 455 e 545 d.C.), rimase abbandonata per lungo tempo dalla popolazione trasferitasi in gran parte a Napoli.

L'anfiteatro Flavio è la terza arena per dimensioni del mondo romano, dopo quelle di Roma e Capua, testimonianza della tecnica straordinaria raggiunta dall'ingegneria antica. Era collocato nei pressi dell'incrocio delle strade provenienti da Napoli, da Capua e da Cuma. Ha tre ordini sovrapposti, quattro ingressi maggiori e dodici secondari e una cava per circa 40.000 spettatori. L'anfiteatro era anche centro della vita urbana: nelle gallerie sotto l'ambulacro esterno c' erano luoghi di culto e sedi di molte associazioni professionali, note attraverso iscrizioni. Suggestiva è la visita dei sotterranei che mostrano la complessa organizzazione dei servizi per il funzionamento degli spettacoli. Nell'arena si svolsero i primi martirii cristiani: qui, secondo la tradizione formatasi tra il V e VI secolo, nel 305 d.C. fu preparato in un primo momento il supplizio per San Gennaro e i compagni; la condanna fu poi eseguita alla Solfatara. In ricordo della presenza del Santo, nel 1689 nell'area venne costruita una chiesetta, distrutta all'epoca degli scavi nell' Ottocento e sostituita da una cappellina tuttora visibile nell'ambulacro.
Testimonianza unica dei quartieri portuali e commerciali di PUTEOLI è il 'Tempio di Serapide', così chiamato perché qui fu trovata una statua della divinità egiziana (oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli). In realtà la struttura è uno dei maggiori esempi di MACELLUM, il mercato dei commestibili, eretto tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. e restaurato al tempo della dinastia dei Severi (III secolo d.C.). Le botteghe erano allineate ai lati di un grande cortile porticato e lastricato di marmo. Sul lato di fondo c'era una sala absidata per il culto imperiale e degli dei protettori del mercato (tra cui Serapide). Appartengono al pronao di questo sacello le tre colonne in marmo cipollino. Queste colonne, con le fasce di piccoli buchi scavati tutt'intorno dai litodomi (molluschi marini che scavano la loro tana nella pietra), sono i più evidenti misuratori del fenomeno del bradisismo. L'edificio sontuoso è ornato da pavimenti in marmi pregiati e un elemento caratteristico è la grande rotonda (THOLOS) al centro del cortile, impreziosita da un colonnato di sedici colonne in marmo africano e fregi ad animali marini sul basamento.
 
Su concessione della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei