Stefano Karadjov illustra le iniziative della Fondazione Brescia Musei
L'arte che cura. I musei di Brescia tra inclusione e partecipazione
Il bronzo della Vittoria Alata di Brescia torna al Capitolium di Brescia nel nuovo allestimento realizzato da Juan Navarro Baldeweg, dopo un intervento di restauro durato oltre due anni. Credits: Archivio fotografico Musei di Brescia ©Fotostudio Rapuzzi
Samantha De Martin
03/03/2023
Brescia - Praticare tai chi tra i gioielli della Pinacoteca Tosio Martinengo. O partecipare a una visita guidata rivolta a pazienti affetti da patologie cardiologiche assieme a uno specialista laureato in Storia dell’arte.
A Brescia l’arte fa bene al cuore, oltre che alla mente, grazie alle iniziative che la Fondazione Brescia Musei già da qualche anno porta avanti con successo tra le sale dei suoi capolavori, dove una nuova idea di museo abbraccia il valore inclusivo di un’arte più vicina ai fragili.
Mentre porta alto il vessillo di Capitale Italiana della Cultura 2023 con un ampio programma di mostre, la Leonessa d’Italia non dimentica la funzione partecipativa dei suoi scrigni di cultura, luoghi di conservazione e valorizzazione, deputati anche alla cura e al benessere attraverso una serie di progetti “di sistema”, attività non episodiche, ma riproposte dalla Fondazione Brescia Musei tendenzialmente almeno una volta all’anno.
“Il progetto Arte come Cura - spiega Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei - nasce da un’idea nuova di museo che Brescia sta cercando di portare avanti da tre-quattro anni, e che può essere riassunta nel concetto di museo di partecipazione, un luogo non solo di collezione, conservazione o valorizzazione. Sotto il nome di “partecipazione” si inseriscono una serie di pratiche di costruzione dei rapporti con la comunità sui quali noi come Brescia Musei siamo stati antesignani. Penso ad esempio alla gratuità dei musei per i residenti, pratica che abbiamo attivato dallo scorso 24 gennaio in occasione di Brescia Capitale Italiana della Cultura”.
Il Capitolium o Tempio Capitolino, 73 d.C., Brescia, Piazza del Foro | Courtesy Brescia Musei
E il museo come si inserisce tra queste pratiche?
“Rientra tra i compiti dei musei quello di superare le distanze attraverso azioni abilitanti, ma anche di superare il concetto di malattia come menomazione. La malattia, transitoria o permanente che sia, non deve impedire di cimentarsi in varie pratiche che sono di grandissimo supporto alla cura e al benessere”.
A chi si rivolgono questi percorsi?
“A una quota molto significativa di utenti dei nostri musei che vivono in condizioni di difficoltà temporanea o permanente, in condizioni di malattia, in condizioni psicologiche fragili. Si rivolgono a quegli utenti che hanno disabilità motorie o percettive, affetti da sindromi e ritardi, cittadini che devono essere di prima classe. Tutti i progetti non sono episodici, ma di sistema. Si tratta di attività che vengono reiterate, tendenzialmente almeno una volta all’anno”.
L'area archeologica di Brixia Romana vista dell'alto I Photo Brescia Musei
In questo momento la Fondazione Brescia musei sta puntando sul progetto “La bellezza che cura”. Avviato a giugno 2022, prevede percorsi speciali nel Parco archeologico di Brescia romana, rivolti a pazienti cardiopatici. Di cosa si tratta?
“Il progetto La bellezza che cura è sviluppato in collaborazione con il dottor Paolo Gei della Zadei Clinic, un cardiologo che, dopo il pensionamento, si è laureato in Storia dell’arte. Con lui abbiamo costruito un programma dedicato ai pazienti cardiopatici, e affetti da varie cronicità e fragilità, che hanno difficoltà a muoversi e normalmente sono esclusi dalle visite ai siti museali. Un paio di volte al mese il dottor Gei accompagna i pazienti in questa un’esperienza emozionante. È bello vedere queste persone riappropriarsi di una normalità alla quale non erano più abituati”.
In questa concezione di museo partecipativo rientra anche il programma “Museo per tutti”. In cosa consiste?
“Si tratta di un programma di attività di public engagement dedicato a tutte le categorie, bambini, anziani, famiglie, disabili, sordi, ipovedenti, genitori non abbienti...Ogni sei mesi pubblichiamo una brochure con le attività che sono anche consultabili sul sito della Fondazione Brescia Musei".
Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia | Courtesy Brescia Musei
Così il programma speciale concepito in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura include iniziative divertenti per grandi e piccoli, dall’escape room al museo di Santa Giulia ai laboratori creativi per adulti e bambini, dedicati alle mostre in corso.
Non mancano gli itinerari rivolti ai ciechi e agli ipovedenti...
“Di recente Fondazione Brescia Musei ha rinnovato Il Filo di Arianna, un itinerario, supportato da materiali specifici, dedicato ai ciechi e agli ipovedenti, ma anche ai visitatori interessati a riscoprire l’opera d’arte attraverso esperienze percettive plurisensoriali. Da gennaio abbiamo riaperto la sezione dell’età romana del Museo di Santa Giulia e abbiamo realizzato, anche con la collaborazione del Lions Club Brescia Vittoria Alata, il rinnovo completo delle mappe tattili all’interno della sezione. A queste si associa una app che consente ai non vedenti di essere accompagnati nella visita sentendosi raccontare quello che stanno vedendo. Attraverso le repliche di alcune sculture possiamo permettere loro di toccare il patrimonio. Abbiamo inoltre realizzato una serie di modellini che consentono di comprendere le architetture. È un progetto molto integrato che si inserisce perfettamente nel percorso di visita ordinario accentuando l’inclusione”.
NONE Collective, BRIXIA, Museo di Santa Giulia, Brescia I Photo credits NONE Collective
Durante la pandemia eravate riusciti a portare l’arte fuori dal museo facendola entrare anche in un hub vaccinale...
“All’interno del centro vaccinale Hub Fiera di Brescia abbiamo realizzato una vera e propria mostra dedicata alla Vittoria Alata, dove “vittoria” era anche intesa come uscita dalla pandemia. Il progetto consisteva nella decorazione di alcuni spazi pubblici del centro vaccinale e nella creazione di uno storytelling, fruibile dagli utenti attraverso smartphone o tablet durante il triage e il percorso di vaccinazione, con la possibilità di interagire con le immagini della Vittoria Alata e dell’allestimento del nostro Capitolium”.
...E poi la mostra allestita all’interno dell’istituto ospedaliero Fondazione Poliambulanza. Sarà riproposta?
“In un ospedale, uno dei pochi luoghi accessibili durante la pandemia, abbiamo deciso di realizzare una mostra di fotografia di impianto curatoriale. Abbiamo scelto Mirabili radici che ha accolto 30 fotografie eseguite da Alessandra Chemollo nei luoghi di Brescia riconosciuti patrimonio UNESCO nel 2011. Abbiamo in programma di allestirla prossimamente presso l’Università Cattolica di Milano”.
La Vittoria Alata nel nuovo allestimento | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Brescia Musei
E per i bambini?
"Siamo l’unico museo ad avere tutti i siti visitabili con l’avatar di Geronimo Stilton. Per tutto il 2023 è disponibile l’app game del topo giornalista che attende i più piccoli per un’avventura attraverso tre percorsi disponibili al Museo di Santa Giulia, alla Pinacoteca Tosio Martinengo e al Museo Luigi Marzoli".
Attualmente a Brescia sono in corso diverse mostre importanti, dal percorso su Giacomo Ceruti che volerà a Los Angeles dal prossimo 18 luglio al progetto di David LaChapelle. Quali le prossime iniziative?
“La prossima avventura che ci vedrà protagonisti, dal 24 marzo al 25 giugno, sarà una mostra dedicata alla montagna. Accoglierà le incredibili foto di Vittorio Sella, impegnato a documentare come nessun altro le esplorazioni alpinistiche, e poi le fotografie del mitico Ansel Adams con i suoi scatti che immortalano i paesaggi dei parchi nazionali americani, e quelle del sudamericano Martin Chambi con le sue Ande peruviane intrise di documentazione etnografica e storica. Accanto a questi maestri che raccontano tre tipi di approcci diversi abbiamo pensato, in linea con la tradizione di Brescia Musei, di incaricare il fotografo tedesco Axel Hütte, specializzato nella fotografia della montagna, di realizzare un portfolio originale sulle Alpi bresciane. Avremo in mostra un parte dedicata alle nostre Alpi. Abbiamo acquisito due di questi scatti, dedicati uno alla Presanella e uno all’Adamello, che rimarranno in collezione di Brescia Musei”.
Axel Hütte, Pietra Grande, 2022
La mostra rappresenta la punta di diamante della VI Edizione del Brescia Photo Festival, evento prodotto da Fondazione Brescia Musei, per la straordinaria edizione 2023.
Dal 9 giugno arriverà a Brescia Fabrizio Plessi con “Brixia sposa Plessi”. Cosa vedremo?
“Da anni ci dedichiamo a mettere in relazione gli artisti contemporanei con il patrimonio archeologico. Abbiamo iniziato con Francesco Vezzoli per proseguire con Emilio Isgrò e adesso con Fabrizio Plessi. Avremo una decina di installazioni tra il Parco archeologico-Capitolium, il Museo di Santa Giulia, le domus. Sarà un percorso che ci porterà alla valorizzazione di questo sito archeologico con un occhio alla contemporaneità".
Il Capitolium o Tempio Capitolino, 73 d.C., Brescia, Piazza del Foro | Courtesy Brescia Musei
Dal 14 luglio partirà invece al Museo di Santa Giulia la mostra “Cinema Mattotti” (titolo ancora provvisorio...)
“Sarà la più importante antologica dedicata al rapporto tra l’animazione e le arti performative, quindi non solo il cinema, ma anche il teatro e la danza. Sarà un programma molto scenografico, impiegheremo i film di Lorenzo Mattotti come scene dinamiche all’interno della mostra. In questo percorso teatrale ci si muoverà all’interno dei film come se si fosse all’interno di un’animazione, con la possibilità di studiare tutto il meccanismo produttivo dell’artista attraverso quaderni. Questa mostra ci accompagnerà tutta l’estate e ci porterà all’autunno mettendo in relazione il nostro museo con il cinema Nuovo Eden”.
L’autunno di Brescia esploderà tra i colori della mostra Brescia Cinquecento. Lo spirito della città: da Savoldo a Moretto, fino a Romanino (dal 29 settembre al Museo di Santa Giulia), mentre una nuova tappa del programma “Arte Contemporanea e Diritti Umani” farà calare il sipario sull’anno di Brescia Capitale della Cultura.
Ma questo sarà un racconto a parte.
Leggi anche:
• Brescia Capitale della Cultura. Tutte le mostre del 2023
• Brescia riscopre Giacomo Ceruti, l'artista curioso che ha tradotto in pittura lo spettacolo del mondo
A Brescia l’arte fa bene al cuore, oltre che alla mente, grazie alle iniziative che la Fondazione Brescia Musei già da qualche anno porta avanti con successo tra le sale dei suoi capolavori, dove una nuova idea di museo abbraccia il valore inclusivo di un’arte più vicina ai fragili.
Mentre porta alto il vessillo di Capitale Italiana della Cultura 2023 con un ampio programma di mostre, la Leonessa d’Italia non dimentica la funzione partecipativa dei suoi scrigni di cultura, luoghi di conservazione e valorizzazione, deputati anche alla cura e al benessere attraverso una serie di progetti “di sistema”, attività non episodiche, ma riproposte dalla Fondazione Brescia Musei tendenzialmente almeno una volta all’anno.
“Il progetto Arte come Cura - spiega Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei - nasce da un’idea nuova di museo che Brescia sta cercando di portare avanti da tre-quattro anni, e che può essere riassunta nel concetto di museo di partecipazione, un luogo non solo di collezione, conservazione o valorizzazione. Sotto il nome di “partecipazione” si inseriscono una serie di pratiche di costruzione dei rapporti con la comunità sui quali noi come Brescia Musei siamo stati antesignani. Penso ad esempio alla gratuità dei musei per i residenti, pratica che abbiamo attivato dallo scorso 24 gennaio in occasione di Brescia Capitale Italiana della Cultura”.
Il Capitolium o Tempio Capitolino, 73 d.C., Brescia, Piazza del Foro | Courtesy Brescia Musei
E il museo come si inserisce tra queste pratiche?
“Rientra tra i compiti dei musei quello di superare le distanze attraverso azioni abilitanti, ma anche di superare il concetto di malattia come menomazione. La malattia, transitoria o permanente che sia, non deve impedire di cimentarsi in varie pratiche che sono di grandissimo supporto alla cura e al benessere”.
A chi si rivolgono questi percorsi?
“A una quota molto significativa di utenti dei nostri musei che vivono in condizioni di difficoltà temporanea o permanente, in condizioni di malattia, in condizioni psicologiche fragili. Si rivolgono a quegli utenti che hanno disabilità motorie o percettive, affetti da sindromi e ritardi, cittadini che devono essere di prima classe. Tutti i progetti non sono episodici, ma di sistema. Si tratta di attività che vengono reiterate, tendenzialmente almeno una volta all’anno”.
L'area archeologica di Brixia Romana vista dell'alto I Photo Brescia Musei
In questo momento la Fondazione Brescia musei sta puntando sul progetto “La bellezza che cura”. Avviato a giugno 2022, prevede percorsi speciali nel Parco archeologico di Brescia romana, rivolti a pazienti cardiopatici. Di cosa si tratta?
“Il progetto La bellezza che cura è sviluppato in collaborazione con il dottor Paolo Gei della Zadei Clinic, un cardiologo che, dopo il pensionamento, si è laureato in Storia dell’arte. Con lui abbiamo costruito un programma dedicato ai pazienti cardiopatici, e affetti da varie cronicità e fragilità, che hanno difficoltà a muoversi e normalmente sono esclusi dalle visite ai siti museali. Un paio di volte al mese il dottor Gei accompagna i pazienti in questa un’esperienza emozionante. È bello vedere queste persone riappropriarsi di una normalità alla quale non erano più abituati”.
In questa concezione di museo partecipativo rientra anche il programma “Museo per tutti”. In cosa consiste?
“Si tratta di un programma di attività di public engagement dedicato a tutte le categorie, bambini, anziani, famiglie, disabili, sordi, ipovedenti, genitori non abbienti...Ogni sei mesi pubblichiamo una brochure con le attività che sono anche consultabili sul sito della Fondazione Brescia Musei".
Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia | Courtesy Brescia Musei
Così il programma speciale concepito in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura include iniziative divertenti per grandi e piccoli, dall’escape room al museo di Santa Giulia ai laboratori creativi per adulti e bambini, dedicati alle mostre in corso.
Non mancano gli itinerari rivolti ai ciechi e agli ipovedenti...
“Di recente Fondazione Brescia Musei ha rinnovato Il Filo di Arianna, un itinerario, supportato da materiali specifici, dedicato ai ciechi e agli ipovedenti, ma anche ai visitatori interessati a riscoprire l’opera d’arte attraverso esperienze percettive plurisensoriali. Da gennaio abbiamo riaperto la sezione dell’età romana del Museo di Santa Giulia e abbiamo realizzato, anche con la collaborazione del Lions Club Brescia Vittoria Alata, il rinnovo completo delle mappe tattili all’interno della sezione. A queste si associa una app che consente ai non vedenti di essere accompagnati nella visita sentendosi raccontare quello che stanno vedendo. Attraverso le repliche di alcune sculture possiamo permettere loro di toccare il patrimonio. Abbiamo inoltre realizzato una serie di modellini che consentono di comprendere le architetture. È un progetto molto integrato che si inserisce perfettamente nel percorso di visita ordinario accentuando l’inclusione”.
NONE Collective, BRIXIA, Museo di Santa Giulia, Brescia I Photo credits NONE Collective
Durante la pandemia eravate riusciti a portare l’arte fuori dal museo facendola entrare anche in un hub vaccinale...
“All’interno del centro vaccinale Hub Fiera di Brescia abbiamo realizzato una vera e propria mostra dedicata alla Vittoria Alata, dove “vittoria” era anche intesa come uscita dalla pandemia. Il progetto consisteva nella decorazione di alcuni spazi pubblici del centro vaccinale e nella creazione di uno storytelling, fruibile dagli utenti attraverso smartphone o tablet durante il triage e il percorso di vaccinazione, con la possibilità di interagire con le immagini della Vittoria Alata e dell’allestimento del nostro Capitolium”.
...E poi la mostra allestita all’interno dell’istituto ospedaliero Fondazione Poliambulanza. Sarà riproposta?
“In un ospedale, uno dei pochi luoghi accessibili durante la pandemia, abbiamo deciso di realizzare una mostra di fotografia di impianto curatoriale. Abbiamo scelto Mirabili radici che ha accolto 30 fotografie eseguite da Alessandra Chemollo nei luoghi di Brescia riconosciuti patrimonio UNESCO nel 2011. Abbiamo in programma di allestirla prossimamente presso l’Università Cattolica di Milano”.
La Vittoria Alata nel nuovo allestimento | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Brescia Musei
E per i bambini?
"Siamo l’unico museo ad avere tutti i siti visitabili con l’avatar di Geronimo Stilton. Per tutto il 2023 è disponibile l’app game del topo giornalista che attende i più piccoli per un’avventura attraverso tre percorsi disponibili al Museo di Santa Giulia, alla Pinacoteca Tosio Martinengo e al Museo Luigi Marzoli".
Attualmente a Brescia sono in corso diverse mostre importanti, dal percorso su Giacomo Ceruti che volerà a Los Angeles dal prossimo 18 luglio al progetto di David LaChapelle. Quali le prossime iniziative?
“La prossima avventura che ci vedrà protagonisti, dal 24 marzo al 25 giugno, sarà una mostra dedicata alla montagna. Accoglierà le incredibili foto di Vittorio Sella, impegnato a documentare come nessun altro le esplorazioni alpinistiche, e poi le fotografie del mitico Ansel Adams con i suoi scatti che immortalano i paesaggi dei parchi nazionali americani, e quelle del sudamericano Martin Chambi con le sue Ande peruviane intrise di documentazione etnografica e storica. Accanto a questi maestri che raccontano tre tipi di approcci diversi abbiamo pensato, in linea con la tradizione di Brescia Musei, di incaricare il fotografo tedesco Axel Hütte, specializzato nella fotografia della montagna, di realizzare un portfolio originale sulle Alpi bresciane. Avremo in mostra un parte dedicata alle nostre Alpi. Abbiamo acquisito due di questi scatti, dedicati uno alla Presanella e uno all’Adamello, che rimarranno in collezione di Brescia Musei”.
Axel Hütte, Pietra Grande, 2022
La mostra rappresenta la punta di diamante della VI Edizione del Brescia Photo Festival, evento prodotto da Fondazione Brescia Musei, per la straordinaria edizione 2023.
Dal 9 giugno arriverà a Brescia Fabrizio Plessi con “Brixia sposa Plessi”. Cosa vedremo?
“Da anni ci dedichiamo a mettere in relazione gli artisti contemporanei con il patrimonio archeologico. Abbiamo iniziato con Francesco Vezzoli per proseguire con Emilio Isgrò e adesso con Fabrizio Plessi. Avremo una decina di installazioni tra il Parco archeologico-Capitolium, il Museo di Santa Giulia, le domus. Sarà un percorso che ci porterà alla valorizzazione di questo sito archeologico con un occhio alla contemporaneità".
Il Capitolium o Tempio Capitolino, 73 d.C., Brescia, Piazza del Foro | Courtesy Brescia Musei
Dal 14 luglio partirà invece al Museo di Santa Giulia la mostra “Cinema Mattotti” (titolo ancora provvisorio...)
“Sarà la più importante antologica dedicata al rapporto tra l’animazione e le arti performative, quindi non solo il cinema, ma anche il teatro e la danza. Sarà un programma molto scenografico, impiegheremo i film di Lorenzo Mattotti come scene dinamiche all’interno della mostra. In questo percorso teatrale ci si muoverà all’interno dei film come se si fosse all’interno di un’animazione, con la possibilità di studiare tutto il meccanismo produttivo dell’artista attraverso quaderni. Questa mostra ci accompagnerà tutta l’estate e ci porterà all’autunno mettendo in relazione il nostro museo con il cinema Nuovo Eden”.
L’autunno di Brescia esploderà tra i colori della mostra Brescia Cinquecento. Lo spirito della città: da Savoldo a Moretto, fino a Romanino (dal 29 settembre al Museo di Santa Giulia), mentre una nuova tappa del programma “Arte Contemporanea e Diritti Umani” farà calare il sipario sull’anno di Brescia Capitale della Cultura.
Ma questo sarà un racconto a parte.
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