A Brescia il fumetto è arte fino al 15 febbraio 2026

Valentina e oltre: l’autunno di Brescia tra i sogni di Crepax e le illustrazioni di Jacovitti

Guido Crepax, Valentina - La curva di Lesmo, 1965, inchiostro di china su cartoncino, Scheller, 36,5 x 51 cm © Archivio Crepax
 

Eleonora Zamparutti

03/10/2025

Brescia - «Crepax è un ottimo narratore, sa che l’immagine deve essere viva, raccolta in un lampo, per non allentare mai la suspense». Con queste parole Roland Barthes descriveva l’arte di Guido Crepax. In una lettera scritta nel 1978 aggiunge una postilla curiosa: «Sarebbe divertente fare un giorno un libro insieme. Ne ho appena fatto uno con Robert Rauschenberg».

Sarebbe contento oggi Guido Crepax di vedere le sue tavole esposte nell’antologica “Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003”, in corso fino al 15 febbraio 2026 al Museo di Santa Giulia a Brescia.

«È stato il primo fumettista in Italia a esporre le sue tavole in una galleria d’arte, grazie all’intervento di Maurizio Fagiolo dell’Arco negli anni ’70 a Roma» racconta Antonio Crepax, figlio dell’artista e presidente dell’Archivio Crepax. «Ma l’iniziativa non fu accolta con favore. Giuliano Briganti la stroncò su Repubblica, sostenendo che i fumetti non sono arte». Firmando ogni tavola come fosse un’opera autonoma, Crepax dimostrava invece il contrario. 


 Guido Crepax, Valentina Intrepida, 1972, China su cartoncino rigido Schoeller, 51 x 35.5 cm



Nel percorso lungo le sale, Alberto Fiz, il curatore “contemporaneista” della mostra insieme a Ilaria Bignotti e Camilla Remondina, spiega così il lavoro di Crepax: «Ogni singola pagina delle sue storie è come un’opera a sé stante, indipendente da tutto il resto. Era architetto di formazione e interpretava la pagina come luogo di scrittura e di architettura. Uno dei suoi sogni reconditi, e la sua più grande aspirazione, era che ogni suo lavoro uscisse dalla sua branca specifica – fosse la pubblicità, l’industria discografica, la moda, il fumetto – e venisse considerato opera di un artista contemporaneo».

Per l’esposizione sono state selezionate oltre 150 opere tra tavole originali, bozzetti, copertine di dischi, giochi, storyboard e documenti, inclusi carteggi con Federico Fellini e Louise Brooks, la diva del cinema muto destinata insieme alla moglie Luisa a dare luogo all'alchimia del personaggio Valentina. È un omaggio alla figura di un artista che per primo, insieme a Hugo Pratt, ha aperto la strada alle graphic novel in Italia. «Per me è stata un’esperienza nuova» racconta Antonio Crepax. «Per la prima volta, l’esposizione non è stata fatta dagli eredi».

Lungo il percorso emergono le molteplici anime di Crepax: artigiano dell’immagine, pubblicitario, autore di copertine di dischi, creativo capace di trasporre nei fumetti suggestioni di Picasso, Kandinsky, Yves Klein o Munch. In una tavola esposta l’autore si spinge fino alla trasposizione grafica delle Anthropométries di Yves Klein, performances in cui l’artista cospargeva con il celebre blu modelle nude e le utilizzava come “pennelli viventi” fissandone l’impronta sulla tela.


Guido Crepax, Valentina - Il falso Kandinsky, 1991, inchiostro di china su cartoncino, Schoeller, 36,5 x 51 cm, © Archivio Crepax



Le sezioni tematiche della mostra esplorano il tema del doppio e i rapporti del fumetto con letteratura, cinema, teatro, televisione, moda e pubblicità. Osserviamo da vicino Valentina, la creatura più celebre del geniale fumettista, crescere insieme all’autore. Era apparsa la prima volta nel 1965 sui primi numeri della rivista di fumetti per adulti “Linus”. "La curva di Lesmo" è la prima storia a fumetti di Crepax ed è anche la prima occasione in cui debutta la fotografa Valentina Rosselli. E' evidente come Crepax si discosti dai canoni tradizionali del fumetto. Mentre Valentina fotografa l’affresco quattrocentesco di Masolino da Panicale presso la Chiesa di Castiglione Olona si ha la sensazione che la figura dipinta si stacchi dalla parete per interagire con lei, rappresentata nella stessa identica posizione del cavaliere sullo sfondo.
Elegante e sottile negli anni '60, nelle tavole degli anni ’90 diventa plastica, più espressiva e sintetica, fino agli ultimi disegni segnati dalla malattia.
Accanto alle tavole adulte compaiono anche i primi lavori infantili: la pagina di un diario che Guido teneva a Venezia e figurine ritagliate a mano nel 1937, quando aveva solo quattro anni, destinate a riaffiorare decenni dopo in tavole dedicate a Fellini.

È evidente la grande passione per Jules Verne, il gusto per il gioco e la miniatura, le incursioni nel cinema – celebre lo storyboard che Crepax realizza per Nerosubianco di Tinto Brass – e le atmosfere fantascientifiche, dove Valentina diventa guida attraverso mondi sotterranei, cavalieri ciechi e antagoniste come Baba Yaga, strega metropolitana sospesa tra arcaico e moderno. Valentina, alter ego dell’autore, è anche lo specchio di una generazione: donna emancipata e consapevole, icona femminile e seduttrice elegante, capace di assorbire e restituire la cultura di un’Italia tra gli anni ’60 e gli anni ’80.

In parallelo, la mostra “Mondi, viaggi, storie… e poi c’è Jacovitti!”, organizzata con Editrice La Scuola in concomitanza con il Festival dell’Educazione, riscopre un patrimonio civico composto da illustrazioni realizzate tra il 1945 e gli anni ’70 da Bruno Munari, Benito Jacovitti, Gianni De Luca e molti altri. Sono 73 opere selezionate da un archivio di 120mila bozzetti e volumi, recuperato nel 2012 e oggi in corso di digitalizzazione. Illustrazioni nate per accompagnare l’infanzia della Repubblica italiana, quando le fotografie erano rare e le immagini diventavano veicoli educativi che rimanevano impressi nella memoria collettiva.

«Nel nostro palinsesto – spiega il direttore Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei – l’illustrazione e la grafica hanno sempre avuto spazio. Attraverso queste mostre si racconta l’immagine di un Paese in trasformazione». Per Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei, «il fumetto è un’arte del nostro tempo, capace di dialogare con cinema, musica e le altre arti, e non poteva mancare in un museo che custodisce 2500 anni di storia», ribadendo così che il fumetto non è più periferia, ma parte essenziale della cultura visiva contemporanea.

Così Brescia dedica il suo autunno ad alcuni maestri del segno e al potere immaginifico dell’illustrazione. Da un lato, Crepax con le sue architetture visive che hanno trasformato il fumetto in arte; dall’altro, Jacovitti e compagni, custodi di un patrimonio che ha insegnato a generazioni a guardare e immaginare. Entrambe le mostre, intrecciando sogni e storie, mostrano un diario collettivo fatto di immagini che continuano a vibrare, come tracce vive tra memoria e futuro. 




Guido Crepax, Valentina - La curva di Lesmo, 1965, inchiostro di china su cartoncino, Scheller, 36,5 x 51 cm © Archivio Crepax