Dal 30 novembre al 30 marzo presso il Complesso Monumentale di San Francesco
Da Roma a Cuneo con Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran teatro delle città va in scena in una mostra
Giovanni Antonio Canal detto Canaletto (Venezia 1697 - 1768), Piazza San Marco e Piazzetta, verso sud, 1740 circa, Olio su tela, 69 × 92 cm, Inv. 1005 Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica | © Gallerie Nazionali di Arte Antica
Samantha De Martin
29/11/2024
Cuneo - Ci sono le feste, le cerimonie e gli eventi mondani, stupore e delizia dei viaggiatori del Grand Tour tra Roma e Venezia.
E c’è l’antico che accende l’estro dei pittori, capaci di trasformare le città nel palcoscenico di un magnifico teatro all’aperto, immortalato con sguardo incredibilmente fotografico e coinvolgimento poetico.
Le solenni architetture, gli scorci urbani popolari di Roma antiquaria, tra natura e mito, incrociano la moderna città dei Papi, scenografica e contraddittoria, mentre una Venezia orgogliosa e cosmopolita si intreccia alle atmosfere austere di Dresda.
Il Gran teatro delle città, tra scorci, vedute, paesaggi idealizzati che trasmettono un senso di nostalgia per il mondo classico, si svela in una mostra che porta a Cuneo dodici capolavori prestati dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma.
L’obiettivo del percorso intitolato Canaletto, Van Wittel, Bellotto Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica, a cura di Paola Nicita e Yuri Primarosa, allestito dal 30 novembre al 30 marzo nelle sale del Complesso Monumentale di San Francesco, è quello di esplorare e reinventare l’immagine delle città nell’epoca dei Grand Tour frugando tra gli ambienti culturali illuminati, a cavallo tra Sei e Settecento, quando la prima tappa di ogni itinerario culturale attraverso l’Italia era Roma, mentre la destinazione finale coincideva con i riflessi e le suggestioni d'acqua che avvolgono Venezia.
Antonio Canal (detto Canaletto), Piazzetta San Marco con la Loggetta e la Libreria, 1730-1740, Olio su tela, 92 x 69 cm, Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica
Potenti guide di questo viaggio presentato da Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma e con il supporto organizzativo di MondoMostre, sono Giovanni Antonio Canaletto, Gaspar Van Wittel e Bernardo Bellotto, maestri indiscussi della veduta, affiancati dal pittore piacentino Giovanni Paolo Pannini. Il progetto di allestimento, ideato appositamente per lo spazio dell' ex chiesa di San Francesco, riutilizzando e adattando le strutture create per le precedenti mostre con l’obiettivo di abbattere l’impatto ambientale degli eventi espositivi promossi nel corso degli anni, cattura il primo sguardo del visitatore con cinque vedute romane dell’olandese Gaspar van Wittel, attivo tra XVII e XVIII secolo. La sua tecnica esecutiva scrupolosa e l’uso sapiente della scienza dell’ottica è evidente nelle grandi composizioni architettoniche a volo d’uccello popolate da personaggi in movimento e intrise di un’atmosfera piena di vita. Lo sguardo si posa su Veduta di Roma dalla piazza del Quirinale (1684) e su Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo (1683), per volare lungo le rive del lago Maggiore - dove l’artista fu ospite della famiglia Borromeo - tra Le isole Borromee, dipinto che incarna il perfetto connubio tra natura e architettura.
A cavallo dei pennelli del piacentino Giovanni Paolo Pannini, tra i più autorevoli interpreti del capriccio architettonico, in cui architetture esistenti e fittizie si fondono in vedute “ideate”, sorvoliamo Roma attraverso un dipinto conosciuto come Capriccio con la statua equestre di Marco Aurelio (1745) che rivela l’abilità di Pannini nel combinare elementi reali e immaginari in un sapiente equilibrio scenografico. Ruderi con terme (1730 ca) ci guida tra rovine che si integrano con un paesaggio idealizzato, comunicando un senso di nostalgia per il mondo classico.
Gaspar van Wittel, Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo, 1683, Tempera su pergamena, 47.3 x 26.5 cm, inv. 1408 Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica © Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MiC) - Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell'arte/Enrico Fontolan
La Venezia di Giovanni Antonio Canaletto, che della sua città d’origine ha saputo cogliere l’essenza grazie all’uso magistrale della luce e dei colori, si presenta in mostra attraverso quattro dipinti, tra i quali Veduta di Venezia con piazza San Marco e le Procuratie (1735-40) e Veduta di Venezia con la piazzetta (1741 ca), che riflettono la bellezza e la complessità della vita urbana, ampliando le possibilità formali del vedutismo settecentesco.
A sorprendere è una Venezia densa di dettagli, mentre apprezziamo la nitidezza descrittiva, unita a una forte sensibilità luminosa e atmosferica.
“Siamo felici di partecipare con un prestito senza precedenti ad un progetto di mostra del più alto valore scientifico che presenta un aspetto peculiare delle collezioni delle Gallerie Nazionali in un territorio straordinario” commenta Thomas Clement Salomon, direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica.
Lo scenario urbano si trasforma infatti in uno straordinario palcoscenico all’aperto, connotato da vere e proprie scenografie dove realtà e immaginazione si fondono in maniera spettacolare e dove lo sguardo fotografico dialoga con il coinvolgimento poetico. La vivacità culturale dell’epoca, attraversata da nuove sperimentazioni scientifiche e da rivoluzioni artistiche, che abbracciano musica, pittura, teatro, riecheggia vigorosa tra le sale della mostra.
Giovanni Paolo Pannini, Capriccio con la statua equestre di Marco Aurelio, 1745 Olio su tela, 154.5 x 186 cm, inv. 2349 Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica © Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MiC) - Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell'arte/Enrico Fontolan
“Sulla traccia del successo registrato qui a Cuneo gli anni scorsi - dichiara Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo - la mostra presentata oggi e realizzata insieme con la Fondazione CRC conferma come anche l’arte possa contribuire a consolidare la presenza di Intesa Sanpaolo nel Cuneese, uno dei suoi territori di elezione, e rinsaldare così ulteriormente il legame con gli azionisti stabili come le Fondazioni”; mentre Mauro Gola, presidente della Fondazione CRC sottolinea come l’evento ospitato nel complesso monumentale di San Francesco rappresenti “un’occasione unica per arricchire l’offerta culturale della comunità e promuovere la bellezza come forza generativa, capace di attirare nuovi pubblici e affermare il ruolo della provincia di Cuneo come centro di produzione culturale riconosciuto a livello nazionale”.
L’esposizione rafforza per il terzo anno la collaborazione tra Fondazione CRC - da sempre attiva nel sostegno e nella promozione di attività culturali finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione artistica - e Intesa Sanpaolo che con il Progetto Cultura esprime il proprio impegno per la promozione dell’arte e della cultura. La mostra offre pertanto un seguito a quanto realizzato congiuntamente con i progetti I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese nel 2022 e Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto nel 2023, apprezzate da oltre 54 mila visitatori.
Canaletto, Van Wittel, Bellotto Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica, locandina
Per tutta la durata della mostra saranno disponibili per il pubblico diverse attività finalizzate a favorirne l’accessibilità, dall’ingresso gratuito alle visite guidate tutti i weekend e alle audioguide per le visite in autonomia con percorso studiato per adulti (in italiano e inglese) e bambini (in italiano).
Sono previsti anche laboratori e workshop per le scuole, dalle primarie alle superiori.
La mostra, a ingresso gratuito, si potrà visitare martedì e venerdì dalle 15.30 alle 19.30 (al mattino aperto su prenotazione per scuole e gruppi); sabato e domenica dalle 10 alle 19.30.
E c’è l’antico che accende l’estro dei pittori, capaci di trasformare le città nel palcoscenico di un magnifico teatro all’aperto, immortalato con sguardo incredibilmente fotografico e coinvolgimento poetico.
Le solenni architetture, gli scorci urbani popolari di Roma antiquaria, tra natura e mito, incrociano la moderna città dei Papi, scenografica e contraddittoria, mentre una Venezia orgogliosa e cosmopolita si intreccia alle atmosfere austere di Dresda.
Il Gran teatro delle città, tra scorci, vedute, paesaggi idealizzati che trasmettono un senso di nostalgia per il mondo classico, si svela in una mostra che porta a Cuneo dodici capolavori prestati dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma.
L’obiettivo del percorso intitolato Canaletto, Van Wittel, Bellotto Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica, a cura di Paola Nicita e Yuri Primarosa, allestito dal 30 novembre al 30 marzo nelle sale del Complesso Monumentale di San Francesco, è quello di esplorare e reinventare l’immagine delle città nell’epoca dei Grand Tour frugando tra gli ambienti culturali illuminati, a cavallo tra Sei e Settecento, quando la prima tappa di ogni itinerario culturale attraverso l’Italia era Roma, mentre la destinazione finale coincideva con i riflessi e le suggestioni d'acqua che avvolgono Venezia.
Antonio Canal (detto Canaletto), Piazzetta San Marco con la Loggetta e la Libreria, 1730-1740, Olio su tela, 92 x 69 cm, Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica
Potenti guide di questo viaggio presentato da Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma e con il supporto organizzativo di MondoMostre, sono Giovanni Antonio Canaletto, Gaspar Van Wittel e Bernardo Bellotto, maestri indiscussi della veduta, affiancati dal pittore piacentino Giovanni Paolo Pannini. Il progetto di allestimento, ideato appositamente per lo spazio dell' ex chiesa di San Francesco, riutilizzando e adattando le strutture create per le precedenti mostre con l’obiettivo di abbattere l’impatto ambientale degli eventi espositivi promossi nel corso degli anni, cattura il primo sguardo del visitatore con cinque vedute romane dell’olandese Gaspar van Wittel, attivo tra XVII e XVIII secolo. La sua tecnica esecutiva scrupolosa e l’uso sapiente della scienza dell’ottica è evidente nelle grandi composizioni architettoniche a volo d’uccello popolate da personaggi in movimento e intrise di un’atmosfera piena di vita. Lo sguardo si posa su Veduta di Roma dalla piazza del Quirinale (1684) e su Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo (1683), per volare lungo le rive del lago Maggiore - dove l’artista fu ospite della famiglia Borromeo - tra Le isole Borromee, dipinto che incarna il perfetto connubio tra natura e architettura.
A cavallo dei pennelli del piacentino Giovanni Paolo Pannini, tra i più autorevoli interpreti del capriccio architettonico, in cui architetture esistenti e fittizie si fondono in vedute “ideate”, sorvoliamo Roma attraverso un dipinto conosciuto come Capriccio con la statua equestre di Marco Aurelio (1745) che rivela l’abilità di Pannini nel combinare elementi reali e immaginari in un sapiente equilibrio scenografico. Ruderi con terme (1730 ca) ci guida tra rovine che si integrano con un paesaggio idealizzato, comunicando un senso di nostalgia per il mondo classico.
Gaspar van Wittel, Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo, 1683, Tempera su pergamena, 47.3 x 26.5 cm, inv. 1408 Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica © Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MiC) - Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell'arte/Enrico Fontolan
La Venezia di Giovanni Antonio Canaletto, che della sua città d’origine ha saputo cogliere l’essenza grazie all’uso magistrale della luce e dei colori, si presenta in mostra attraverso quattro dipinti, tra i quali Veduta di Venezia con piazza San Marco e le Procuratie (1735-40) e Veduta di Venezia con la piazzetta (1741 ca), che riflettono la bellezza e la complessità della vita urbana, ampliando le possibilità formali del vedutismo settecentesco.
A sorprendere è una Venezia densa di dettagli, mentre apprezziamo la nitidezza descrittiva, unita a una forte sensibilità luminosa e atmosferica.
“Siamo felici di partecipare con un prestito senza precedenti ad un progetto di mostra del più alto valore scientifico che presenta un aspetto peculiare delle collezioni delle Gallerie Nazionali in un territorio straordinario” commenta Thomas Clement Salomon, direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica.
Lo scenario urbano si trasforma infatti in uno straordinario palcoscenico all’aperto, connotato da vere e proprie scenografie dove realtà e immaginazione si fondono in maniera spettacolare e dove lo sguardo fotografico dialoga con il coinvolgimento poetico. La vivacità culturale dell’epoca, attraversata da nuove sperimentazioni scientifiche e da rivoluzioni artistiche, che abbracciano musica, pittura, teatro, riecheggia vigorosa tra le sale della mostra.
Giovanni Paolo Pannini, Capriccio con la statua equestre di Marco Aurelio, 1745 Olio su tela, 154.5 x 186 cm, inv. 2349 Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica © Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MiC) - Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell'arte/Enrico Fontolan
“Sulla traccia del successo registrato qui a Cuneo gli anni scorsi - dichiara Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo - la mostra presentata oggi e realizzata insieme con la Fondazione CRC conferma come anche l’arte possa contribuire a consolidare la presenza di Intesa Sanpaolo nel Cuneese, uno dei suoi territori di elezione, e rinsaldare così ulteriormente il legame con gli azionisti stabili come le Fondazioni”; mentre Mauro Gola, presidente della Fondazione CRC sottolinea come l’evento ospitato nel complesso monumentale di San Francesco rappresenti “un’occasione unica per arricchire l’offerta culturale della comunità e promuovere la bellezza come forza generativa, capace di attirare nuovi pubblici e affermare il ruolo della provincia di Cuneo come centro di produzione culturale riconosciuto a livello nazionale”.
L’esposizione rafforza per il terzo anno la collaborazione tra Fondazione CRC - da sempre attiva nel sostegno e nella promozione di attività culturali finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione artistica - e Intesa Sanpaolo che con il Progetto Cultura esprime il proprio impegno per la promozione dell’arte e della cultura. La mostra offre pertanto un seguito a quanto realizzato congiuntamente con i progetti I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese nel 2022 e Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto nel 2023, apprezzate da oltre 54 mila visitatori.
Canaletto, Van Wittel, Bellotto Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica, locandina
Per tutta la durata della mostra saranno disponibili per il pubblico diverse attività finalizzate a favorirne l’accessibilità, dall’ingresso gratuito alle visite guidate tutti i weekend e alle audioguide per le visite in autonomia con percorso studiato per adulti (in italiano e inglese) e bambini (in italiano).
Sono previsti anche laboratori e workshop per le scuole, dalle primarie alle superiori.
La mostra, a ingresso gratuito, si potrà visitare martedì e venerdì dalle 15.30 alle 19.30 (al mattino aperto su prenotazione per scuole e gruppi); sabato e domenica dalle 10 alle 19.30.
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