Un nuovo intervento a Firenze grazie al contributo di Friends of Florence
La tavola di Sant'Antonio abate torna nella Basilica di san Lorenzo dopo un complesso restauro

La Pala di Sant’Antonio abate e Santi dopo il restauro. Courtesy Friends of Florence
Samantha De Martin
06/02/2019
Firenze - La decorazione a base di azzurrite e foglia d’oro zecchino è tornata ad essere evidente e Sant’Antonio Abate raffigurato in trono tra San Leonardo, nelle sembianze di un giovane diacono che regge le tenaglie, e San Giuliano ospitaliere, emerge nuovamente in tutta la sua luce, avvolto dalla grande cornice all’antica ridipinta.
La tavola quattrocentesca - attribuita a un ignoto pittore, cosiddetto “Maestro del Tondo Borghese”, dal nome del tondo con la Sacra Famiglia della Galleria Borghese di Roma - torna nella basilica di San Lorenzo, a Firenze, dopo un accurato restauro. Attivo fra Quattro e Cinquecento, a Firenze, tra chiese e conventi, e forse anche in Romagna, il pittore rivela una cifra stilistica che sembra indicare una frequentazione dell’ambito dei Ghirlandaio.
L’intervento, a cura di Lucia Biondi, realizzato sotto la direzione di Monica Bietti, funzionario per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, è stato reso possibile grazie al contributo di Friends of Florence.
«Siamo molto felici di aver contribuito a un recupero conservativo che ha consentito di aggiungere nuove informazioni utili a una maggiore conoscenza del manufatto e dell’artista» ha commentato la presidente Simonetta Brandolini d’Adda.
L’opera era stata ritirata dalla chiesa il 2 ottobre 2017 per essere sottoposta, dopo poco, all'intervento di restauro finalizzato anche a rimuovere il vistoso attacco di insetti del legno e i segni depositati dalle incaute puliture del passato, che avevano impoverito la pittura. A questo si era aggiunta l’alterazione della vernice e dei ritocchi dell’ultimo restauro, effettuato nei laboratori della Vecchia Posta agli Uffizi nel 1953.
Nonostante l’opera sia stata dipinta per la Cappella Taddei - voluta da Antonio di Taddeo di Filippo Taddei che abitava non lontano dalla chiesa - la tavola si trova attualmente nella cappella Da Fortuna.
Nel corso del restauro è emerso anche un particolare curioso. Ai piedi di Sant’Antonio Abate sono apparsi un cinghiale o un maialino - che la tradizione lega alla figura del santo - rimossi tuttavia dall’artista.
Leggi anche:
• Restauro aperto per un capolavoro del Verrocchio
La tavola quattrocentesca - attribuita a un ignoto pittore, cosiddetto “Maestro del Tondo Borghese”, dal nome del tondo con la Sacra Famiglia della Galleria Borghese di Roma - torna nella basilica di San Lorenzo, a Firenze, dopo un accurato restauro. Attivo fra Quattro e Cinquecento, a Firenze, tra chiese e conventi, e forse anche in Romagna, il pittore rivela una cifra stilistica che sembra indicare una frequentazione dell’ambito dei Ghirlandaio.
L’intervento, a cura di Lucia Biondi, realizzato sotto la direzione di Monica Bietti, funzionario per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, è stato reso possibile grazie al contributo di Friends of Florence.
«Siamo molto felici di aver contribuito a un recupero conservativo che ha consentito di aggiungere nuove informazioni utili a una maggiore conoscenza del manufatto e dell’artista» ha commentato la presidente Simonetta Brandolini d’Adda.
L’opera era stata ritirata dalla chiesa il 2 ottobre 2017 per essere sottoposta, dopo poco, all'intervento di restauro finalizzato anche a rimuovere il vistoso attacco di insetti del legno e i segni depositati dalle incaute puliture del passato, che avevano impoverito la pittura. A questo si era aggiunta l’alterazione della vernice e dei ritocchi dell’ultimo restauro, effettuato nei laboratori della Vecchia Posta agli Uffizi nel 1953.
Nonostante l’opera sia stata dipinta per la Cappella Taddei - voluta da Antonio di Taddeo di Filippo Taddei che abitava non lontano dalla chiesa - la tavola si trova attualmente nella cappella Da Fortuna.
Nel corso del restauro è emerso anche un particolare curioso. Ai piedi di Sant’Antonio Abate sono apparsi un cinghiale o un maialino - che la tradizione lega alla figura del santo - rimossi tuttavia dall’artista.
Leggi anche:
• Restauro aperto per un capolavoro del Verrocchio
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | Dal 6 maggio le visite
Riapre dopo 50 anni la Grotta di Diana a Villa d’Este, gioiello del Manierismo
-
Roma | A Roma dal 17 aprile al 14 settembre
Al Museo Bilotti il mito e il sacro sotto la lente dell'arte contemporanea
-
Bergamo | Fino al 31 agosto mostre e itinerari dedicati al maestro
A Bergamo per una primavera con Lorenzo Lotto
-
Firenze | Un’importante riapertura a Firenze
Nel tempio della scultura del Quattrocento: riapre il salone di Donatello del Museo del Bargello
-
Treviso | Al Museo Gypsotheca Antonio Canova dal 22 giugno all’11 gennaio
Carlo Scarpa e la Biennale. A Possagno un legame da riscoprire attraverso gli artisti della Collezione Gemin, da Klimt a Paul Klee
-
Dal 3 maggio al 9 novembre
Al via Monumenti Aperti 2025: 800 siti da visitare in tutta Italia