Land Art nelle Fiandre durante le triennali di Bruges e Beaufort
Arte e architettura en plein air: le Triennali di Beaufort e Bruges proiettano le Fiandre in una nuova dimensione
Jos de Gruyter e Harald Thys, I Re Magi di De Panne, Foto:Jimmy Kets
Eleonora Zamparutti
02/03/2024
Le due Triennali gemelle che animeranno la prossima stagione nelle Fiandre, chiamano a raccolta giovani artisti per creare percorsi di visita non convenzionali e trovare formule narrative alternative che uniscano tradizioni, storia e territorio per immaginare il futuro.
Si affidano all’arte contemporanea le nove municipalità delle Fiandre occidentali che si snodano lungo la costa del Mare del Nord, inaugurando il 27 marzo la Triennale di Beaufort e lo fa Bruges, il gioiello medievale che custodisce alcuni tra i più grandi capolavori dei Primitivi fiamminghi, dando il via alla IV edizione della Triennale di Bruges dal prossimo 13 aprile.
Creatività e aria aperta sono le direttrici lungo le quali si muovono le Fiandre. Arte e architettura en plein air - interventi sganciati dall’obbligo di orari e biglietti, fruibili liberamente negli spazi pubblici passeggiando per le vie della città o percorrendo in bicicletta la ciclabile che si snoda lungo la costa - è il combinato vincente anche per la prossima primavera/estate.
Un’alternativa alla piaga contemporanea dell’over tourism con le interminabili code che qualcuno vorrebbe far passare come prova inconfutabile del successo di pubblico di mostre e musei, e fonte di lauti introiti da botteghino.
La Land Art è sicuramente la formula più congeniale alle tematiche politically correct dei tempi moderni: interventi che sottolineano il radicamento con il territorio e i suoi valori, il perfetto accordo con gli elementi naturali dell’ambiente, la rivisitazione dei segni della storia lasciati nel paesaggio.
Els Wuyts, curatrice della Triennale di Beaufort24, annuncia il tema della VIII edizione: The Fabric of Life, che vuole essere un invito a svelare trame e racconti familiari in vari punti lungo la costa, sciogliendo il nodo di quel tessuto di relazioni, fili, anelli che legano territorio, passato e abitanti. Come accade quando ci si trova davanti a grande monumento o a un'opera d’arte: c'è sempre molto più di una sola narrazione da svelare e ricordi o valori da portare a galla.
L’arte ribadisce la sua missione quasi francescana, povera e spontanea, cresce ai margini della strada in quegli angoli a cui non daresti il becco di un quattrino. Le nuove installazioni saranno accessibili in prossimità di un incrocio, su una duna ondulata in uno spazio tranquillo o in una semplice rotonda, faro o sul lungomare. O nella schiuma della marea o nelle pozze poco profonde lungo la spiaggia, tracciando i solchi nei terreni agricoli o tra le nuove giunture delle dighe lungo la costa belga.
Ritratto dell'artista Sumayya Vally
L’artista Filip Vervaet interverrà nella comunità di De Panne dove collocherà di fronte alla chiesa un padiglione vestito dei colori della costa belga con una fontana al suo interno capace di registrare le variazioni del livello del mare sulla base delle maree. A Koksijde-Oostduinkerke Johan Creten installerà una scultura che raffigura una donna rappresentata nella nudità classica, dove al posto della “foglia di fico” è utilizzata un’aringa, chiaro riferimento all’attività principale della comunità locale e al tema che unisce fertilità e pesca.
E’ in dialogo con la storia Jef Meyer che ha deciso di installare una specie di torre di avvistamento, realizzata in cemento ai piedi delle dune della spiaggia. Sarà possibile entrarci attraverso un pertugio e percorrere un passaggio stretto e angusto che ricorda al tempo stesso i bunker della Seconda guerra mondiale e le scale della cattedrale della città, per giungere a un punto di osservazione verso l’infinito in direzione del mare. L’artista rumeno Marius Ritiu si riallaccia al mito di Sisifo, il più astuto tra i mortali, condannato a rotolare eternamente sul fianco di una collina un’enorme pietra che, una volta spinta sulla cima, ricade sempre giù in basso. Per l’occasione realizzerà una parete di rame riutilizzando il metallo fuso impiegato in precedenti installazioni.
Otto interventi previsti da Beaufort24 si trasformeranno in installazioni permanenti andando ad espandere il Beaufort Sculture Park.
Beaufort24 e Triennale di Bruges si congiungono in un punto di intersezione: lo Zeebrugger. Lì il compito è affidato all’artista polacca Monica Sosnowska che ha immaginato di realizzare una sorta di scarabocchio in metallo partendo dalla griglia architettonica di un monumento a grandezza reale, accartocciata e ridotta a poco più di un metro e mezzo in altezza.
A Bruges la co-curatrice della Triennale Shendy Gardin invoca la ricerca di nuovi “Spazi di possibilità” - questo il titolo dell’edizione 2024 - in una città immobile da secoli. “Ora alla sua quarta edizione, la Triennale di Bruges sta lavorando con dodici artisti e architetti internazionali per offrire uno specchio sul potenziale dormiente del continuo cambiamento città. L’obiettivo è di sfidare le persone a pensare in modo collaborativo al futuro di Bruges e, in termini più ampi, delle città in generale.”
Artisti e architetti hanno il compito di destinare a nuovo uso angoli della città non convenzionali, insoliti o abbandonati dischiudendo visioni della Bruges del futuro, accogliendo trasformazioni inusuali e aprendo a nuova prospettive.
Ritratto di Ivan Morrison
Il colombiano Iván Argote crea un’immagine iconica. Parte da un elemento caratteristico delle rappresentazioni figurative storiche, un paio di stivali, e dà loro un nuovo significato piazzandoli sull’acqua di un canale, quasi sospesi.
Dialoga con le torri medievali, simbolo di Bruges, e con il parco circostante l’intervento del Bangkok Project Studio che prevede una costruzione che si sviluppa in altezza, aperta con una campana di bronzo al centro, posizionata dalla parte opposta del King Albert I Park. L’artista Mona Hatoum di origini libanesi ha scelto una location fuori dalla cerchia della città, l’Onzelievevrouw Psychiatric Hospital, dove installerà in una buca scavata sotto il livello di superficie un’altalena.
Il duo americano di SO-IL ha individuato nel giardino del monastero dei frati Cappuccini, quasi mai aperto al pubblico, il luogo dell’intervento che mira a creare una connessione tra i due ingressi attraverso un tunnel in 3D realizzato con plastica riciclata. L’artista belga Adrian Tirtiaux gioca con le connessioni storiche tra due antichi ospedali della città e riporta in vita l’antico percorso stradale che univa i due edifici.
L’artista sudafricana Sumayya Vally osserva i canali e rievoca la loro funzione di vie di comunicazione con il resto del mondo. Si interroga sui prodotti che dalle colonie africane, il Congo belga, giungevano in Belgio e colloca alcune imbarcazioni di legno scuro che ricordano le canoe africane, riempite di specie e piante sotto un ponte della città.
Ieri, oggi e domani si stringono in un abbraccio grazie all’immaginazione degli artisti contemporanei.
Triennale di Beaufort
Dal 27 Marzo al 2 Novembre 2024
Triennale di Bruges
Dal 13 Aprile al 1 Settembre 2024
Si affidano all’arte contemporanea le nove municipalità delle Fiandre occidentali che si snodano lungo la costa del Mare del Nord, inaugurando il 27 marzo la Triennale di Beaufort e lo fa Bruges, il gioiello medievale che custodisce alcuni tra i più grandi capolavori dei Primitivi fiamminghi, dando il via alla IV edizione della Triennale di Bruges dal prossimo 13 aprile.
Creatività e aria aperta sono le direttrici lungo le quali si muovono le Fiandre. Arte e architettura en plein air - interventi sganciati dall’obbligo di orari e biglietti, fruibili liberamente negli spazi pubblici passeggiando per le vie della città o percorrendo in bicicletta la ciclabile che si snoda lungo la costa - è il combinato vincente anche per la prossima primavera/estate.
Un’alternativa alla piaga contemporanea dell’over tourism con le interminabili code che qualcuno vorrebbe far passare come prova inconfutabile del successo di pubblico di mostre e musei, e fonte di lauti introiti da botteghino.
La Land Art è sicuramente la formula più congeniale alle tematiche politically correct dei tempi moderni: interventi che sottolineano il radicamento con il territorio e i suoi valori, il perfetto accordo con gli elementi naturali dell’ambiente, la rivisitazione dei segni della storia lasciati nel paesaggio.
Els Wuyts, curatrice della Triennale di Beaufort24, annuncia il tema della VIII edizione: The Fabric of Life, che vuole essere un invito a svelare trame e racconti familiari in vari punti lungo la costa, sciogliendo il nodo di quel tessuto di relazioni, fili, anelli che legano territorio, passato e abitanti. Come accade quando ci si trova davanti a grande monumento o a un'opera d’arte: c'è sempre molto più di una sola narrazione da svelare e ricordi o valori da portare a galla.
L’arte ribadisce la sua missione quasi francescana, povera e spontanea, cresce ai margini della strada in quegli angoli a cui non daresti il becco di un quattrino. Le nuove installazioni saranno accessibili in prossimità di un incrocio, su una duna ondulata in uno spazio tranquillo o in una semplice rotonda, faro o sul lungomare. O nella schiuma della marea o nelle pozze poco profonde lungo la spiaggia, tracciando i solchi nei terreni agricoli o tra le nuove giunture delle dighe lungo la costa belga.
Ritratto dell'artista Sumayya Vally
L’artista Filip Vervaet interverrà nella comunità di De Panne dove collocherà di fronte alla chiesa un padiglione vestito dei colori della costa belga con una fontana al suo interno capace di registrare le variazioni del livello del mare sulla base delle maree. A Koksijde-Oostduinkerke Johan Creten installerà una scultura che raffigura una donna rappresentata nella nudità classica, dove al posto della “foglia di fico” è utilizzata un’aringa, chiaro riferimento all’attività principale della comunità locale e al tema che unisce fertilità e pesca.
E’ in dialogo con la storia Jef Meyer che ha deciso di installare una specie di torre di avvistamento, realizzata in cemento ai piedi delle dune della spiaggia. Sarà possibile entrarci attraverso un pertugio e percorrere un passaggio stretto e angusto che ricorda al tempo stesso i bunker della Seconda guerra mondiale e le scale della cattedrale della città, per giungere a un punto di osservazione verso l’infinito in direzione del mare. L’artista rumeno Marius Ritiu si riallaccia al mito di Sisifo, il più astuto tra i mortali, condannato a rotolare eternamente sul fianco di una collina un’enorme pietra che, una volta spinta sulla cima, ricade sempre giù in basso. Per l’occasione realizzerà una parete di rame riutilizzando il metallo fuso impiegato in precedenti installazioni.
Otto interventi previsti da Beaufort24 si trasformeranno in installazioni permanenti andando ad espandere il Beaufort Sculture Park.
Beaufort24 e Triennale di Bruges si congiungono in un punto di intersezione: lo Zeebrugger. Lì il compito è affidato all’artista polacca Monica Sosnowska che ha immaginato di realizzare una sorta di scarabocchio in metallo partendo dalla griglia architettonica di un monumento a grandezza reale, accartocciata e ridotta a poco più di un metro e mezzo in altezza.
A Bruges la co-curatrice della Triennale Shendy Gardin invoca la ricerca di nuovi “Spazi di possibilità” - questo il titolo dell’edizione 2024 - in una città immobile da secoli. “Ora alla sua quarta edizione, la Triennale di Bruges sta lavorando con dodici artisti e architetti internazionali per offrire uno specchio sul potenziale dormiente del continuo cambiamento città. L’obiettivo è di sfidare le persone a pensare in modo collaborativo al futuro di Bruges e, in termini più ampi, delle città in generale.”
Artisti e architetti hanno il compito di destinare a nuovo uso angoli della città non convenzionali, insoliti o abbandonati dischiudendo visioni della Bruges del futuro, accogliendo trasformazioni inusuali e aprendo a nuova prospettive.
Ritratto di Ivan Morrison
Il colombiano Iván Argote crea un’immagine iconica. Parte da un elemento caratteristico delle rappresentazioni figurative storiche, un paio di stivali, e dà loro un nuovo significato piazzandoli sull’acqua di un canale, quasi sospesi.
Dialoga con le torri medievali, simbolo di Bruges, e con il parco circostante l’intervento del Bangkok Project Studio che prevede una costruzione che si sviluppa in altezza, aperta con una campana di bronzo al centro, posizionata dalla parte opposta del King Albert I Park. L’artista Mona Hatoum di origini libanesi ha scelto una location fuori dalla cerchia della città, l’Onzelievevrouw Psychiatric Hospital, dove installerà in una buca scavata sotto il livello di superficie un’altalena.
Il duo americano di SO-IL ha individuato nel giardino del monastero dei frati Cappuccini, quasi mai aperto al pubblico, il luogo dell’intervento che mira a creare una connessione tra i due ingressi attraverso un tunnel in 3D realizzato con plastica riciclata. L’artista belga Adrian Tirtiaux gioca con le connessioni storiche tra due antichi ospedali della città e riporta in vita l’antico percorso stradale che univa i due edifici.
L’artista sudafricana Sumayya Vally osserva i canali e rievoca la loro funzione di vie di comunicazione con il resto del mondo. Si interroga sui prodotti che dalle colonie africane, il Congo belga, giungevano in Belgio e colloca alcune imbarcazioni di legno scuro che ricordano le canoe africane, riempite di specie e piante sotto un ponte della città.
Ieri, oggi e domani si stringono in un abbraccio grazie all’immaginazione degli artisti contemporanei.
Triennale di Beaufort
Dal 27 Marzo al 2 Novembre 2024
Triennale di Bruges
Dal 13 Aprile al 1 Settembre 2024
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