Italia, Croazia e Montenegro insieme per il sito delle fortificazioni veneziane
Bergamo, Palmanova e Peschiera del Garda a un passo dall’Unesco World Heritage
Lorem Ipsum via Wikimedia Commons |
Veduta aerea di Palmanova, la città-fortezza
Francesca Grego
10/05/2017
È quasi fatta: le fortificazioni veneziane che disegnano il panorama cittadino di Bergamo, Peschiera del Garda e Palmanova sono prossime all’entrata nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelato dell’Unesco, insieme a quelle di Cattaro (Montenegro), Zara e Sebenico (Croazia).
L’Icomos, che valuta i progetti candidati per conto dell’agenzia delle Nazioni Unite, ha appena espresso parere favorevole nei confronti del progetto per il sito unico transnazionale “Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo”.
Prossimo – e definitivo – step, la decisione del Comitato per il World Heritage, che sarà presa durante l’Assemblea Generale dell’Unesco in programma a Cracovia dal 2 al 12 luglio.
Riflettori puntati quindi sullo straordinario sistema difensivo che si sviluppò di pari passo con l’avventura della Serenissima Repubblica nel Mediterraneo, lasciando in ogni luogo le tracce di una fiorente civiltà.
Con domini che, tra “stato di terra” e “stato di mare”, si estendevano dalle città lombarde e venete di Bergamo, Brescia, Padova, Verona, fino a Creta e a Cipro passando per le coste orientali dell’Adriatico, Venezia funse da cerniera tra Oriente e Occidente, mondo cristiano e mondo musulmano, in un delicato equilibrio che trovò nelle rinomate fortificazioni “alla moderna” un ingrediente imprescindibile.
Un grandioso sistema di siti, rappresentato nella proposta originaria inviata all'Unesco da 11 località per un percorso di oltre 1000 chilometri, che documenta un’epoca in cui l’intero Adriatico era noto come “Golfo di Venezia”.
A tre anni dall’iscrizione del progetto nella lista delle candidature, con la raccomandazione dell’Icomos restano fuori le fortezze montenegrine di Ulcinj ed Herceg Novi e quelle croate di Hvar e Korčula, nota nel Paese come “l’Isola di Marco Polo”, oltre a importanti opere presenti nella stessa Laguna: l'Arsenale, il Forte di Sant'Andrea, l'Ottagono di Poveglia e quello degli Alberoni.
Tagliati fuori fin dal primo momento, invece, i siti di Grecia, Albania e Cipro.
Non resta dunque che attendere la decisione di luglio per conoscere il destino dell’ambizioso progetto, che tra inevitabili polemiche e rivalità – in primis quella tra Venezia e la promotrice Bergamo – ha fatto del proprio carattere composito e transnazionale un innegabile punto di forza, con un accordo ufficiale tra i tre stati mediterranei per la futura gestione del sito.
L’Icomos, che valuta i progetti candidati per conto dell’agenzia delle Nazioni Unite, ha appena espresso parere favorevole nei confronti del progetto per il sito unico transnazionale “Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo”.
Prossimo – e definitivo – step, la decisione del Comitato per il World Heritage, che sarà presa durante l’Assemblea Generale dell’Unesco in programma a Cracovia dal 2 al 12 luglio.
Riflettori puntati quindi sullo straordinario sistema difensivo che si sviluppò di pari passo con l’avventura della Serenissima Repubblica nel Mediterraneo, lasciando in ogni luogo le tracce di una fiorente civiltà.
Con domini che, tra “stato di terra” e “stato di mare”, si estendevano dalle città lombarde e venete di Bergamo, Brescia, Padova, Verona, fino a Creta e a Cipro passando per le coste orientali dell’Adriatico, Venezia funse da cerniera tra Oriente e Occidente, mondo cristiano e mondo musulmano, in un delicato equilibrio che trovò nelle rinomate fortificazioni “alla moderna” un ingrediente imprescindibile.
Un grandioso sistema di siti, rappresentato nella proposta originaria inviata all'Unesco da 11 località per un percorso di oltre 1000 chilometri, che documenta un’epoca in cui l’intero Adriatico era noto come “Golfo di Venezia”.
A tre anni dall’iscrizione del progetto nella lista delle candidature, con la raccomandazione dell’Icomos restano fuori le fortezze montenegrine di Ulcinj ed Herceg Novi e quelle croate di Hvar e Korčula, nota nel Paese come “l’Isola di Marco Polo”, oltre a importanti opere presenti nella stessa Laguna: l'Arsenale, il Forte di Sant'Andrea, l'Ottagono di Poveglia e quello degli Alberoni.
Tagliati fuori fin dal primo momento, invece, i siti di Grecia, Albania e Cipro.
Non resta dunque che attendere la decisione di luglio per conoscere il destino dell’ambizioso progetto, che tra inevitabili polemiche e rivalità – in primis quella tra Venezia e la promotrice Bergamo – ha fatto del proprio carattere composito e transnazionale un innegabile punto di forza, con un accordo ufficiale tra i tre stati mediterranei per la futura gestione del sito.
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