Sempre connessi con la bellezza grazie alla tecnologia
Dai social alla realtà aumentata: le 10 cose che hanno rivoluzionato l'arte
La Conciergerie di Parigi vista attraverso l’HistoPad di Histovery. Courtesy Histovery
Samantha De Martin
23/03/2020
Quali sono le principali innovazioni tecnologiche che hanno rivoluzionato i musei negli ultimi anni? E in che modo hanno davvero cambiato l'universo dell'arte?
Non sempre arte fa rima con digitale, siamo tutti d’accordo. Nessuna tecnologia potrà mai offrirci la bellezza di un capolavoro dal vivo, l’emozione di respirare la presenza del suo artista, di sentire il fruscio della sua mano scorrere sulla tela. Eppure in questi giorni di chiusure a oltranza di musei e luoghi della cultura ci capita spesso di volgere un pensiero agli immensi capolavori dell’arte che riposano al buio di sale silenziose, in attesa di tornare ad accogliere i loro appassionati ospiti.
Adesso, più che mai, avvertiamo la presenza della tecnologia che viene in nostro soccorso.
Se oggi riusciamo a passare dalle sale dell’Hermitage a quelle del Louvre in pochi clic, a visitare una mostra dall’altra parte del mondo, ad apprendere in tempo reale una notizia su Instagram (o Twitter), è grazie ai passi da gigante compiuti dalla tecnologia digitale che in pochi anni ha rivoluzionato il nostro modo di approcciarci all’arte.
Ecco le 10 cose che hanno rivoluzionato musei e luoghi d’arte negli ultimi 20 anni (e non solo).
1. In museo con la guida...audio
Willem Sandberg, grafico olandese e direttore dello Stedelijk Museum di Amsterdam dal 1945 al 1962 fu tra i pionieri della passeggiate guidate tra le sale di un museo, con tanto di audioguida.
2. Il museo sbarca sul web
Aperto nel 1683, il Museum of the History of Science di Oxford, tra i più antichi al mondo, trasferì per la prima volta online la propria attività il 21 agosto del 1995. Il museo ospita un'importante collezione di strumenti scientifici dal Medioevo al XIX secolo.
3. Nasce il profilo Instagram ufficiale del Mibact
Il profilo Instagram @museitaliani - l’account ufficiale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che si propone di veicolare a livello internazionale le collezioni dei nostri musei, anche sul web - nasce nel 2016 in occasione delle Olimpiadi di Rio. Lo scopo era quello di rilanciare le opere del patrimonio culturale italiano dedicate allo sport con l’hashtag #italianmuseums4olympics.
4. Giorno e notte al Museo grazie alle mostre virtuali
Fondato nel 1857, l’History of Science Museum di Londra è stato tra i primi musei ad inaugurare un programma di mostre virtuali con contenuti dettagliati incentrati su collezioni e immagini ad alta risoluzione di dipinti, libri, strumenti e altre opere d'arte e manufatti. Oggi la collezione online accoglie oltre 20mila oggetti e diversi manoscritti.
5. La rivoluzione firmata Google Arts & Culture
Lanciato da Google il 1° febbraio del 2011 questo progetto mette a disposizione una raccolta online di immagini in alta risoluzione di opere d'arte esposte in diversi musei del mondo, oltre a rendere possibile una visita virtuale alle gallerie in cui esse si trovano. Il progetto include opere della Tate Gallery di Londra, del Metropolitan Museum of Art di New York, degli Uffizi di Firenze, dei Musei capitolini di Roma, solo per citarne alcuni.
L’esplorazione dei musei impiega la stessa tecnologia utilizzata dal progetto Street View di Google. Dal 2016 per la digitalizzazione delle immagini è stata ideata una speciale macchina fotografica robotizzata, Art Camera, che permette di effettuare riprese fotografiche con una risoluzione di 7 gigapixel. Provate a effettuare uno zoom sulla Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer o sullo Stagno delle Ninfee di Monet e buona visione!
6. Dalla didascalia al QR Code
Una rivoluzione significativa nella realtà museale è il passaggio dalle audio guide (o dalle didascalie accanto alle opere) all'utilizzo di uno smartphone che, attraverso i QR code, consente una migliore esperienza di visita del museo.
Nel 2012 al Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia, vengono esposti dei QR code su card interattive opera degli architetti Tiziana Amicuzi e Giulio Pascali che raccontano il viaggio in rete del gruppo Gran Touristas.
7. Debutta il motore di ricerca Creative Commons
Ad aprile del 2019 entra in funzione il motore di ricerca Creative Commons con un archivio di 300 milioni di immagini gratuite. Questo immenso patrimonio fotografico di pubblico dominio va ad aggiungersi ai contenuti resi disponibili su Google e Flickr con licenza CC. All’indirizzo creativecommons.org è possibile selezionare le immagini da scaricare e utilizzare secondo l'uso e i credits indicati. Al momento del lancio il database contava 9,5 milioni di contenuti messi a disposizione tra gli altri da Flickr, Rijksmuseum, New York Public Library e Metropolitan Museum of Art. Oggi l'archivio è cresciuto grazie ai contributi di numerose collezioni digitali.
8. Il museo da scoprire con la con realtà aumentata
Dal 1 ° febbraio 2019 ai visitatori del Castello di Amboise, ma anche dei Castelli della Loira, di Chambord e Amboise, del Palazzo dei Papi ad Avignone, della Conciergerie a Parigi, del Castello di Guglielmo il Conquistatore a Falaise, viene consegnato all’ingresso un HistoPad. Una volta iniziato il percorso tra le sale, lo schermo del tablet si popola di oggetti, mobili, tende e altri elementi decorativi di un rinascimento ormai lontano, che rivive adesso grazie alle ricostruzioni 3D e alla Realtà Aumentata. Volete vedere come doveva essere l'arredamento di alcune stanze nel 1518, all'inizio del regno del giovane Francesco I? Basta un clic. HistoPad consente inoltre ai visitatori di approfondire la storia del castello contemporaneo e delle sue collezioni. L’idea è di Histovery, una startup francese specializzata nella valorizzazione del patrimonio artistico attraverso le nuove tecnologie.
9. Rivoluzione "social": gli Uffizi campioni di followers nel 2020
Con oltre 400mila followers su Instagram, le Gallerie degli Uffizi si confermano, nel 2020, come il museo più “social” d’Italia. Il traguardo porta la pinacoteca fiorentina al 21esimo posto tra i musei più seguiti al mondo, dietro il Getty Museum di Los Angeles. Grazie allo stile comunicativo dell’account, in cui ogni giorno viene pubblicata un’immagine, accompagnata da uno scritto storico, filosofico, poetico o divertente in italiano e inglese, i musei fiorentini si guadagnano, a livello europeo, un 14esimo posto.
10. Al Museo tra gli ologrammi
La rivoluzione digitale dei musei passa anche dagli ologrammi. Un bell’esempio in Italia, si può apprezzare tra le sale del Lumen, il primo museo nel nostro Paese dedicato alla fotografia di montagna, ospitato nell’ex stazione a monte della funivia di Plan de Corones. Presso il Durst Studio di New York, Reinhold Messner, l’appassionato promotore della tutela delle Alpi, ha infatti realizzato diversi servizi fotografici per testare le possibili applicazioni di una futura fotografia simultanea a 360 gradi, che possa essere riconvertita direttamente in stampe 3D o in ologrammi.
Non sempre arte fa rima con digitale, siamo tutti d’accordo. Nessuna tecnologia potrà mai offrirci la bellezza di un capolavoro dal vivo, l’emozione di respirare la presenza del suo artista, di sentire il fruscio della sua mano scorrere sulla tela. Eppure in questi giorni di chiusure a oltranza di musei e luoghi della cultura ci capita spesso di volgere un pensiero agli immensi capolavori dell’arte che riposano al buio di sale silenziose, in attesa di tornare ad accogliere i loro appassionati ospiti.
Adesso, più che mai, avvertiamo la presenza della tecnologia che viene in nostro soccorso.
Se oggi riusciamo a passare dalle sale dell’Hermitage a quelle del Louvre in pochi clic, a visitare una mostra dall’altra parte del mondo, ad apprendere in tempo reale una notizia su Instagram (o Twitter), è grazie ai passi da gigante compiuti dalla tecnologia digitale che in pochi anni ha rivoluzionato il nostro modo di approcciarci all’arte.
Ecco le 10 cose che hanno rivoluzionato musei e luoghi d’arte negli ultimi 20 anni (e non solo).
1. In museo con la guida...audio
Willem Sandberg, grafico olandese e direttore dello Stedelijk Museum di Amsterdam dal 1945 al 1962 fu tra i pionieri della passeggiate guidate tra le sale di un museo, con tanto di audioguida.
2. Il museo sbarca sul web
Aperto nel 1683, il Museum of the History of Science di Oxford, tra i più antichi al mondo, trasferì per la prima volta online la propria attività il 21 agosto del 1995. Il museo ospita un'importante collezione di strumenti scientifici dal Medioevo al XIX secolo.
3. Nasce il profilo Instagram ufficiale del Mibact
Il profilo Instagram @museitaliani - l’account ufficiale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che si propone di veicolare a livello internazionale le collezioni dei nostri musei, anche sul web - nasce nel 2016 in occasione delle Olimpiadi di Rio. Lo scopo era quello di rilanciare le opere del patrimonio culturale italiano dedicate allo sport con l’hashtag #italianmuseums4olympics.
4. Giorno e notte al Museo grazie alle mostre virtuali
Fondato nel 1857, l’History of Science Museum di Londra è stato tra i primi musei ad inaugurare un programma di mostre virtuali con contenuti dettagliati incentrati su collezioni e immagini ad alta risoluzione di dipinti, libri, strumenti e altre opere d'arte e manufatti. Oggi la collezione online accoglie oltre 20mila oggetti e diversi manoscritti.
5. La rivoluzione firmata Google Arts & Culture
Lanciato da Google il 1° febbraio del 2011 questo progetto mette a disposizione una raccolta online di immagini in alta risoluzione di opere d'arte esposte in diversi musei del mondo, oltre a rendere possibile una visita virtuale alle gallerie in cui esse si trovano. Il progetto include opere della Tate Gallery di Londra, del Metropolitan Museum of Art di New York, degli Uffizi di Firenze, dei Musei capitolini di Roma, solo per citarne alcuni.
L’esplorazione dei musei impiega la stessa tecnologia utilizzata dal progetto Street View di Google. Dal 2016 per la digitalizzazione delle immagini è stata ideata una speciale macchina fotografica robotizzata, Art Camera, che permette di effettuare riprese fotografiche con una risoluzione di 7 gigapixel. Provate a effettuare uno zoom sulla Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer o sullo Stagno delle Ninfee di Monet e buona visione!
6. Dalla didascalia al QR Code
Una rivoluzione significativa nella realtà museale è il passaggio dalle audio guide (o dalle didascalie accanto alle opere) all'utilizzo di uno smartphone che, attraverso i QR code, consente una migliore esperienza di visita del museo.
Nel 2012 al Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia, vengono esposti dei QR code su card interattive opera degli architetti Tiziana Amicuzi e Giulio Pascali che raccontano il viaggio in rete del gruppo Gran Touristas.
7. Debutta il motore di ricerca Creative Commons
Ad aprile del 2019 entra in funzione il motore di ricerca Creative Commons con un archivio di 300 milioni di immagini gratuite. Questo immenso patrimonio fotografico di pubblico dominio va ad aggiungersi ai contenuti resi disponibili su Google e Flickr con licenza CC. All’indirizzo creativecommons.org è possibile selezionare le immagini da scaricare e utilizzare secondo l'uso e i credits indicati. Al momento del lancio il database contava 9,5 milioni di contenuti messi a disposizione tra gli altri da Flickr, Rijksmuseum, New York Public Library e Metropolitan Museum of Art. Oggi l'archivio è cresciuto grazie ai contributi di numerose collezioni digitali.
8. Il museo da scoprire con la con realtà aumentata
Dal 1 ° febbraio 2019 ai visitatori del Castello di Amboise, ma anche dei Castelli della Loira, di Chambord e Amboise, del Palazzo dei Papi ad Avignone, della Conciergerie a Parigi, del Castello di Guglielmo il Conquistatore a Falaise, viene consegnato all’ingresso un HistoPad. Una volta iniziato il percorso tra le sale, lo schermo del tablet si popola di oggetti, mobili, tende e altri elementi decorativi di un rinascimento ormai lontano, che rivive adesso grazie alle ricostruzioni 3D e alla Realtà Aumentata. Volete vedere come doveva essere l'arredamento di alcune stanze nel 1518, all'inizio del regno del giovane Francesco I? Basta un clic. HistoPad consente inoltre ai visitatori di approfondire la storia del castello contemporaneo e delle sue collezioni. L’idea è di Histovery, una startup francese specializzata nella valorizzazione del patrimonio artistico attraverso le nuove tecnologie.
9. Rivoluzione "social": gli Uffizi campioni di followers nel 2020
Con oltre 400mila followers su Instagram, le Gallerie degli Uffizi si confermano, nel 2020, come il museo più “social” d’Italia. Il traguardo porta la pinacoteca fiorentina al 21esimo posto tra i musei più seguiti al mondo, dietro il Getty Museum di Los Angeles. Grazie allo stile comunicativo dell’account, in cui ogni giorno viene pubblicata un’immagine, accompagnata da uno scritto storico, filosofico, poetico o divertente in italiano e inglese, i musei fiorentini si guadagnano, a livello europeo, un 14esimo posto.
10. Al Museo tra gli ologrammi
La rivoluzione digitale dei musei passa anche dagli ologrammi. Un bell’esempio in Italia, si può apprezzare tra le sale del Lumen, il primo museo nel nostro Paese dedicato alla fotografia di montagna, ospitato nell’ex stazione a monte della funivia di Plan de Corones. Presso il Durst Studio di New York, Reinhold Messner, l’appassionato promotore della tutela delle Alpi, ha infatti realizzato diversi servizi fotografici per testare le possibili applicazioni di una futura fotografia simultanea a 360 gradi, che possa essere riconvertita direttamente in stampe 3D o in ologrammi.
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