Da Venezia a Taormina la bellezza fuori dal museo
Dal Labirinto Borges al giardino di Boboli, cinque appuntamenti per vivere l'arte en plein air
Il Labirinto Borges | Foto: © Matteo De Fina | Courtesy Fondazione Cini
Samantha De Martin
11/06/2021
Se il sold out da weekend registrato da musei e gallerie dopo l’attesa riapertura costringe gli irrefrenabili dell’arte a riprogrammare l’agenda culturale, il modo più immediato per godere in libertà della bellezza è quello di puntare sull’outdoor.
Da nord a sud, tra, ville, laghi e giardini d’autore, ecco cinque appuntamenti da non perdere con l’arte en plein air.
• A Venezia il Labirinto Borges apre al pubblico a suon di musica
“Un progetto meraviglioso, un regalo magico che mi fece, dopo la morte di Borges, Randoll Coate, un architetto inglese di labirinti che ha conosciuto Borges molti anni fa in Argentina”. Con queste parole Maria Kodama, vedova Borges, descriveva il labirinto che, sull’isola di San Giorgio, a Venezia, la Fondazione Cini ha dedicato nel 2011 allo scrittore argentino, a partire dal progetto dell’architetto inglese.
In occasione del decennale della sua creazione, dei 35 anni dalla scomparsa dell'autore e dei 70 anni della Fondazione Cini, il Labirinto di Borges diventa finalmente accessibile al pubblico grazie al nuovo percorso di visita a cura della società D’Uva di Firenze.
Ad accompagnare i visitatori lungo la passeggiata alla scoperta di questo luogo incantato ispirato al Il giardino dei sentieri che si biforcano, sarà una sinfonia dal titolo Walking The Labyrinth appositamente composta da Antonio Fresa.
Il Labirinto Borges è visitabile tutti i giorni, escluso il mercoledì. Prenotazioni sul sito della Fondazione Cini.
Il Labirinto Borges | Foto: © Matteo De Fina | Courtesy Fondazione Cini
• Sul lago d’Iseo la nuvola di luce firmata Daniel Buren
Dalle acque del lago d’Iseo, nei pressi di Pisogne, il Mirad’Or di Daniel Buren si fa spazio come a cercare un dialogo con l’incanto del paesaggio.
Se entro il 30 settembre vi troverete a passeggiare in questo comune della bassa Valle Camonica potrete rivolgere lo sguardo a questo piccolo padiglione pensato per l’arte contemporanea, concepito come un belvedere, o forse una sorta di nuvola bianca adagiata sul lago, quasi a protezione dei resti dell’antico lavatoio che riflette la luce dell’acqua e del cielo.
Grazie alle ampie vetrate, le tele luminose di Daniel Buren sono sempre visibili dall'esterno, di giorno e di notte, e anche da diversi punti del lago, oltre che da Pisogne.
A fare da cornice a questa installazione sull’acqua, un racconto fatto di pietra, di metamorfosi e di incontri, proprio dove lo specchio del lago incontra questa millenaria valle.
Daniel Buren, Mirad'Or, Pisogne, Lago d'Iseo I Foto: © Michele Nastasi
• Nel Giardino di Boboli torna a zampillare la Fontana delle Scimmie
Trent’anni fa la voce della fontana delle Scimmie al Giardino di Boboli aveva smesso di allietare i caldi pomeriggi dei fiorentini. Adesso, dopo un restauro durato un anno, che ha consentito il ripristino dell’impianto e la pulitura e protezione dei materiali lapidei, questo monumento, realizzato tra Cinque e Ottocento assemblando elementi di scultori di epoche diverse, ha ripreso a zampillare e l’acqua è tornata a sgorgare dalla bocchetta nelle mani del putto che sormonta la vasca.
Le tre scimmie in bronzo, opera dallo scultore vicentino Camillo Mariani per il duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere, erano destinate ad abbellire una fontana di Villa Miralfiore, a Pesaro. La loro collocazione attuale risalirebbe al 1830. La loro presenza si spiega come inno alla libertà, all’armonico rapporto con la natura e a una sorta di naturalismo esotico riconducibile al gusto del bizzarro tipico del Manierismo.
La fontana si può ammirare nel Giardino del Cavaliere, sulla parte più alta di Boboli. Un motivo in più per godersi una passeggiata in questo museo a cielo aperto nel cuore di Firenze.
La Fontana delle Scimmie | Courtesy Gallerie degli Uffizi
• A Villa Borghese l’arte incontra la natura
Fino al 25 luglio il grande polmone verde della capitale accoglie Back to Nature 2, un autentico festival (gratuito) che risuona come un riflessione collettiva sul futuro del mondo e sulla necessità di costruire un nuovo rapporto con la natura.
In prossimità del Parco dei Daini e di Piazza di Siena aguzzate la vista. Perfettamente integrate con il paesaggio del parco, con i suoi viali e statue, troverete sette opere di grandi artisti internazionali, tutte da fotografare e (qualcuna) da azionare. Come l’altalena di Marzia Migliora realizzata in collaborazione con le detenute del carcere femminile di Rebibbia. I moduli in acciaio di Loris Cecchini assecondano, invece, la danza di uno dei tanti alberi del parco, mentre il Migrante di Pietro Ruffo, monumento alla speranza, emerge dallo specchio d’acqua della Fontana del Sileno. Fate tappa anche davanti alle sedie fragili allestite da Giuseppe Gallo, elaborate sulla forma di rami d’albero, e fate pure ginnastica al cospetto di Dance first, think later di Marinella Senatore.
La spettacolare installazione di Leandro Erlich conduce invece lo sguardo verso una scala sospesa su una finestra senza casa.
Leandro Erlich, Window & Ladder – Città Eterna, 2021
• Al Teatro antico di Taormina Pietro Consagra al chiaro di luna
In corrispondenza dei vomitoria del Teatro antico di Taormina, simili a componenti di un coro ribaltato a cospetto frontale con la scena, le opere di Consagra, con la loro energia vitale racchiusa tra colori e materiali, brillano al chiaro di luna.
Grazie al ciclo di visite serali “A riveder le stelle”, che offre la possibilità di scoprire e ammirare fino alle 24 il complesso archeologico, la mostra Pietro Consagra. Il colore come materia si carica di un fascino particolare.
Fino al 30 ottobre, in occasione del centenario della nascita dell’artista siciliano, il Teatro Antico ospita una selezione di opere realizzate tra il 1964 e il 2003, che intrecciano un suggestivo dialogo con le memorie del luogo e con il paesaggio circostante, in un percorso en plein air fuori dal tempo. Per informazioni sui giorni e gli orari delle visite serali consultare il sito web.
Leggi anche:
• Un museo a cielo aperto: il giardino di Boboli a Firenze
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“Un progetto meraviglioso, un regalo magico che mi fece, dopo la morte di Borges, Randoll Coate, un architetto inglese di labirinti che ha conosciuto Borges molti anni fa in Argentina”. Con queste parole Maria Kodama, vedova Borges, descriveva il labirinto che, sull’isola di San Giorgio, a Venezia, la Fondazione Cini ha dedicato nel 2011 allo scrittore argentino, a partire dal progetto dell’architetto inglese.
In occasione del decennale della sua creazione, dei 35 anni dalla scomparsa dell'autore e dei 70 anni della Fondazione Cini, il Labirinto di Borges diventa finalmente accessibile al pubblico grazie al nuovo percorso di visita a cura della società D’Uva di Firenze.
Ad accompagnare i visitatori lungo la passeggiata alla scoperta di questo luogo incantato ispirato al Il giardino dei sentieri che si biforcano, sarà una sinfonia dal titolo Walking The Labyrinth appositamente composta da Antonio Fresa.
Il Labirinto Borges è visitabile tutti i giorni, escluso il mercoledì. Prenotazioni sul sito della Fondazione Cini.
Il Labirinto Borges | Foto: © Matteo De Fina | Courtesy Fondazione Cini
• Sul lago d’Iseo la nuvola di luce firmata Daniel Buren
Dalle acque del lago d’Iseo, nei pressi di Pisogne, il Mirad’Or di Daniel Buren si fa spazio come a cercare un dialogo con l’incanto del paesaggio.
Se entro il 30 settembre vi troverete a passeggiare in questo comune della bassa Valle Camonica potrete rivolgere lo sguardo a questo piccolo padiglione pensato per l’arte contemporanea, concepito come un belvedere, o forse una sorta di nuvola bianca adagiata sul lago, quasi a protezione dei resti dell’antico lavatoio che riflette la luce dell’acqua e del cielo.
Grazie alle ampie vetrate, le tele luminose di Daniel Buren sono sempre visibili dall'esterno, di giorno e di notte, e anche da diversi punti del lago, oltre che da Pisogne.
A fare da cornice a questa installazione sull’acqua, un racconto fatto di pietra, di metamorfosi e di incontri, proprio dove lo specchio del lago incontra questa millenaria valle.
Daniel Buren, Mirad'Or, Pisogne, Lago d'Iseo I Foto: © Michele Nastasi
• Nel Giardino di Boboli torna a zampillare la Fontana delle Scimmie
Trent’anni fa la voce della fontana delle Scimmie al Giardino di Boboli aveva smesso di allietare i caldi pomeriggi dei fiorentini. Adesso, dopo un restauro durato un anno, che ha consentito il ripristino dell’impianto e la pulitura e protezione dei materiali lapidei, questo monumento, realizzato tra Cinque e Ottocento assemblando elementi di scultori di epoche diverse, ha ripreso a zampillare e l’acqua è tornata a sgorgare dalla bocchetta nelle mani del putto che sormonta la vasca.
Le tre scimmie in bronzo, opera dallo scultore vicentino Camillo Mariani per il duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere, erano destinate ad abbellire una fontana di Villa Miralfiore, a Pesaro. La loro collocazione attuale risalirebbe al 1830. La loro presenza si spiega come inno alla libertà, all’armonico rapporto con la natura e a una sorta di naturalismo esotico riconducibile al gusto del bizzarro tipico del Manierismo.
La fontana si può ammirare nel Giardino del Cavaliere, sulla parte più alta di Boboli. Un motivo in più per godersi una passeggiata in questo museo a cielo aperto nel cuore di Firenze.
La Fontana delle Scimmie | Courtesy Gallerie degli Uffizi
• A Villa Borghese l’arte incontra la natura
Fino al 25 luglio il grande polmone verde della capitale accoglie Back to Nature 2, un autentico festival (gratuito) che risuona come un riflessione collettiva sul futuro del mondo e sulla necessità di costruire un nuovo rapporto con la natura.
In prossimità del Parco dei Daini e di Piazza di Siena aguzzate la vista. Perfettamente integrate con il paesaggio del parco, con i suoi viali e statue, troverete sette opere di grandi artisti internazionali, tutte da fotografare e (qualcuna) da azionare. Come l’altalena di Marzia Migliora realizzata in collaborazione con le detenute del carcere femminile di Rebibbia. I moduli in acciaio di Loris Cecchini assecondano, invece, la danza di uno dei tanti alberi del parco, mentre il Migrante di Pietro Ruffo, monumento alla speranza, emerge dallo specchio d’acqua della Fontana del Sileno. Fate tappa anche davanti alle sedie fragili allestite da Giuseppe Gallo, elaborate sulla forma di rami d’albero, e fate pure ginnastica al cospetto di Dance first, think later di Marinella Senatore.
La spettacolare installazione di Leandro Erlich conduce invece lo sguardo verso una scala sospesa su una finestra senza casa.
Leandro Erlich, Window & Ladder – Città Eterna, 2021
• Al Teatro antico di Taormina Pietro Consagra al chiaro di luna
In corrispondenza dei vomitoria del Teatro antico di Taormina, simili a componenti di un coro ribaltato a cospetto frontale con la scena, le opere di Consagra, con la loro energia vitale racchiusa tra colori e materiali, brillano al chiaro di luna.
Grazie al ciclo di visite serali “A riveder le stelle”, che offre la possibilità di scoprire e ammirare fino alle 24 il complesso archeologico, la mostra Pietro Consagra. Il colore come materia si carica di un fascino particolare.
Fino al 30 ottobre, in occasione del centenario della nascita dell’artista siciliano, il Teatro Antico ospita una selezione di opere realizzate tra il 1964 e il 2003, che intrecciano un suggestivo dialogo con le memorie del luogo e con il paesaggio circostante, in un percorso en plein air fuori dal tempo. Per informazioni sui giorni e gli orari delle visite serali consultare il sito web.
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