Vienna, Amsterdam, Londra e Barcellona tra le destinazioni del nostro art-tour
Dieci (e più) mostre da non perdere in Europa nel 2023
Johannes van der Meer (Jan Vermeer), Ragazza con il cappello rosso, 1665-1667, Olio su pannello, National Gallery of Art, Washington
Francesca Grego
17/01/2023
Ad Amsterdam, per ammirare dal vivo i dipinti di Jan Vermeer riuniti in una mostra senza precedenti. O a Londra, per vivere le emozioni di una performance di Marina Abramovic, protagonista e co-curatrice di un progetto atteso da tempo? Per chi ha voglia di viaggiare seguendo le suggestioni dell’arte, il calendario 2023 è davvero generoso di proposte: dal contemporaneo agli old master, passando per le leggende del moderno, ce n’è per tutti. Barcellona, Vienna, Parigi, Oslo, Basilea, Bilbao sono tra le destinazioni da tenere d’occhio nei prossimi dodici mesi. Ecco gli appuntamenti che abbiamo selezionato per voi.
Wayne Thiebaud, dal 29 gennaio al 21 maggio alla Fondation Beyeler di Basilea
Il pittore americano Wayne Thiebaud è pronto a conquistare l’Europa con le sue nature morte di glassa e zucchero. La Fondation Beyeler lo consacrerà a fine gennaio in una retrospettiva che promette sorprese: oltre a golose fette di torta dipinte a colori pastello, a Basilea troveremo ritratti, paesaggi e vedute urbane multiprospettiche, testimonianza del versatile talento di Thiebaud. Grafico e animatore presso i Disney Studios prima di dedicarsi a tempo pieno alla pittura, Thiebaud disegna un mondo al confine tra il visibile e l’invisibile, tra l’ironia e la nostalgia, la tristezza e lo scherzo. Dopo di lui il calendario della Fondation Beyeler prevede altri importanti appuntamenti: dal 19 febbraio Picasso: the Artist and the Model celebrerà il cinquantenario della scomparsa del maestro, mentre dall’11 giugno un sorprendente progetto svelerà una pagina poco nota - e tutta italiana - della carriera di Jean-Michel Basquiat.
Wayne Thiebaud, Pie Rows, 1961, Huile sur toile, 55,9 x 71,1 cm, Collection de la Wayne Thiebaud Foundation © Wayne Thiebaud Foundation/2022, ProLitteris, Zurich. Photo: Matthew Kroening
Klimt inspired by Van Gogh, Rodin e Matisse, dal 3 febbraio al 29 maggio al Belvedere di Vienna
Fascinoso, abbagliante, irresistibile: artista dai molti talenti e dalla forte personalità, Klimt ha inventato uno stile unico, ancora oggi riconoscibile anche da chi non è un esperto d’arte. Ma chi lo ispirò nella sua impresa? Se lo chiede una grande mostra in programma al Belvedere di Vienna, che in collaborazione con il Van Gogh Museum di Amsterdam va alla ricerca delle origini dell’arte del maestro della Secessione. A partire da febbraio, i capolavori di Klimt dialogheranno con le opere di illustri colleghi come Van Gogh, Matisse, Rodin.
Per chi preferisce l’arte contemporanea la capitale austriaca ha in serbo altri due prestigiosi appuntamenti: dal 3 marzo al 29 maggio l’energia travolgente di Alex Katz sarà protagonista nelle sale di Albertina Modern, mentre in estate Georg Baselitz, tra i più grandi pittori viventi, festeggerà il suo 85° compleanno con una cospicua donazione (e relativa mostra) all’Albertina.
Gustav Klimt, Bisce d'acqua II, 1904, rielaborato 1906/07, Olio su tela, 145 x 80 cm, Collezione privata, Courtesy of HomeArt, Hong Kong
Jan Vermeer, dal 10 febbraio al 4 giugno al Rijksmuseum di Amsterdam
Sarà la più grande mostra mai organizzata su Jan Vermeer quella prevista al Rijksmuseum di Amsterdam per la prossima primavera. I preparativi fervono: prestiti da tutto il mondo si preparano a partire per i Paesi Bassi, mentre gli esperti sono impegnati a scandagliare i dipinti del maestro olandese per offrire al pubblico nuove informazioni. Stando alle conoscenze attuali, il pittore della luce realizzò appena 37 opere, o almeno tante sono quelle che oggi conosciamo: al Rijksmuseum ne vedremo ben 28, inclusi capolavori come la Ragazza con l’orecchino di perla, il Geografo, la Donna che scrive una lettera e la domestica, la Lattaia. Alcuni dipinti torneranno a casa per la prima volta, altri si mostreranno in tutto il loro splendore dopo il restauro, altri ancora, come la Ragazza con il flauto, la Pesatrice di perle e la Ragazza con il cappello rosso della National Gallery of Art di Washington, racconteranno inattese novità sul loro autore.
Jan Vermeer, Ragazza che legge una lettera davanti a una finestra aperta, 1657 circa I Courtesy Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda
Oskar Kokoschka, dal 17 marzo al 3 settembre al Museo Guggenheim di Bilbao
Dopo i festeggiamenti per i suoi primi 25 anni, il Guggenheim di Bilbao torna alle radici del moderno con una retrospettiva dedicata a Oskar Kokoschka. Per tutta la primavera e l’estate, una full immersion nell’arte del celebre pittore viennese attende i visitatori del museo: la mostra ripercorrerà i passi di Kokoschka in parallelo con i grandi eventi del XX secolo, dagli esordi nella vibrante Vienna dello Jugendstil allo sviluppo del suo linguaggio drammatico e personale, fino a Praga e a Londra, che lo accolse quando i nazisti lo bollarono artista “degenerato”. E infine in Svizzera, dove dopo la guerra divenne uno dei più accaniti sostenitori dell’Europa unita: qui per il maestro austriaco si aprì una stagione creativa poco nota al grande pubblico, che ha ispirato una generazione di artisti desiderosi di riscoprire il potere della pittura.
Degas e Manet, dal 28 marzo al 23 luglio al Musée d’Orsay di Parigi
L’uno esclusivo, silenzioso, segreto; l’altro aperto, socievole, brillante: Edgar Degas ed Edouard Manet erano diversi in tutto, ma senza il loro incontro probabilmente l’arte moderna non sarebbe stata la stessa. Lo racconta da fine marzo un progetto realizzato dal Musée d’Orsay in collaborazione con il Metropolitan Museum of Art di New York e il Musée de l’Orangerie di Parigi. Complicità e rivalità tra due grandi protagonisti della stagione impressionista emergono dal dialogo dei rispettivi dipinti, ma anche da storie che gettano nuova luce sullo spettacolo della pittura. Dalle affinità artistiche alle vicende del collezionismo, dal gusto alle amicizie, il frutto del legame tra Degas e Manet è un’arte che nasce dal confronto e dai contrasti, fatta di “meravigliose coesistenze” e di accordi dissonanti, come scrisse il poeta Paul Valery parlando proprio dei due amici parigini.
Édouard Manet, Il balcone, 1868-1869, Olio su tela, 125 x 170 cm, Parigi, Musée d’Orsay | © René-Gabriel Ojéda / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari
Ai Weiwei: Making Sense, dal 7 aprile al 30 luglio al Design Museum di Londra
Tra i più amati protagonisti della scena contemporanea, l’artista cinese dissidente Ai Weiwei non fa distinzioni tra le discipline: la sua opera spazia dalla fotografia alle installazioni, dal cinema all’architettura, passando per l’attivismo. Quest’anno per la prima volta i suoi lavori mettono in scena un discorso sul design e su ciò che esso rivela del nostro modo di vivere e di pensare. Al Design Museum di Londra opere recenti si mescoleranno a pezzi commissionati all’artista per l’occasione, in un percorso che attinge all’attrazione di Ai Weiwei per l’artigianato cinese, verso storie e abilità oggi ignorate o cancellate. Il risultato è un viaggio nelle tensioni tra passato e presente, tecnologia e manualità, costruzione e distruzione, alla scoperta di ciò che ha veramente valore per ognuno di noi.
Hilma af Klint e Piet Mondrian, dal 20 aprile al 3 settembre alla Tate Modern, Londra
Durante la vita Hilma af Klint e Piet Mondrian non si incontrarono mai, ma qualcosa nei loro dipinti sembra suggerire l’urgenza di un dialogo. è la tesi fatta propria dalla Tate Modern, che questa primavera presenterà i lavori dei due artisti per la prima volta insieme. Per chi non la conoscesse, Hilma af Klint è una pittrice svedese della stessa generazione di Mondrian. Entrambi hanno iniziato come paesaggisti, elaborando un linguaggio astratto - e all’epoca rivoluzionario - a partire dalla natura. Entrambi hanno coltivato l’interesse per spiritualità, scienza e filosofia in forme innovative. L’esposizione londinese sarà un’occasione per scoprire il lavoro di due artisti visionari sotto una nuova luce: le celebri griglie di Mondrian si confronteranno con i semisconosciuti dipinti di fiori che il pittore olandese creò per tutta la vita, accanto alle opere enigmatiche di Af Klint, in cui le forme della natura si trasfigurano in un viaggio verso l’astrazione.
Hilma af Klint, The Ten Largest, Group IV, No. 3 Youth 1907 I Courtesy Hilma af Klint Foundation
Louise Bourgeois, dal 6 maggio al 6 agosto al Nasjonaalmuseet Oslo
La signora della scultura contemporanea sbarca a Oslo: inquietante, enigmatica, surreale, Louise Bourgeois si racconterà al Nasjonalmuseet in un percorso che tocca i temi sensibili di una lunga carriera. A confronto con le sue opere troveremo i lavori di pilastri del Novecento come Pablo Picasso e Alberto Giacometti, di protagonisti del contemporaneo come Nan Goldin e del genio di casa Edvard Munch. L’anno del museo norvegese proseguirà con un programma di notevole varietà, in cui c’è anche un po’ di Italia: dal 26 maggio al 1° ottobre, infatti, lo studio di design Formafantasma conquisterà le scene di Oslo, mentre dal 9 giugno al 10 settembre sarà la volta della grande arte fiamminga con la mostra Da Rubens a Bruegel.
Marina Abramovic, dal 23 settembre al 10 dicembre alla Royal Academy of Arts, Londra
La regina della performance si preparano ad andare in scena in una mostra attesa da tempo. In viaggio lungo 50 anni di carriera, alla Royal Academy rivedremo opere storiche come Rhythm 0 del ’74, quando la Abramovic si ritrovò con una pistola puntata alla testa, e azioni più recenti come The Artist is Present, realizzata al MoMa di New York nel 2010. Pioniera della performance art che ha spinto ai limiti della propria resistenza fisica e psicologica, la Abramovic ha collaborato da vicino alla creazione della mostra londinese per riproporre ai visitatori quell’intensa esperienza di incontro per la quale è conosciuta. Performer guidati e istruiti da lei stessa, per esempio, riporteranno in scena Imponderabilia, uno dei suoi interventi più celebri realizzato a Bologna nel ’77 con l’ex compagno Ulay.
Marina Abramović, Artist Portrait with a Candle (A), from the series With Eyes Closed I See Happiness, 2012. Colour, fine art pigment print I Courtesy of the Marina Abramović Archives © Marina Abramović
Mirò - Picasso, dal 19 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024 al Museu Picasso e Fondazione Joan Mirò di Barcellona
Il 2023 segna un importante anniversario per due grandi artisti spagnoli: oltre al cinquantenario della morte di Pablo Picasso, infatti, ricorrono i quarant’anni dalla scomparsa del suo amico Joan Mirò. Per l’occasione Barcellona sarà teatro di una mostra senza precedenti, che vedrà il Museu Picasso e la Fundaciò Joan Mirò unire le forze in vista di un comune obiettivo: celebrare l’amicizia che per tutta la vita legò l’uno all’altro due giganti del moderno e l’intenso rapporto che entrambi intrattennero con la città catalana, oggi custode di una cospicua eredità. Per i fan di Mirò nel 2023 un’altra imperdibile destinazione sarà il Museo Guggenheim di Bilbao, che dal 10 febbraio dedicherà all’artista una corposa retrospettiva. Oltre 50 mostre inaugureranno invece tra l’Europa e gli Stati Uniti per celebrare l’anno di Picasso: il programma completo è già disponibile sul sito celebrationpicasso.es.
Leggi anche:
• Otto mostre di fotografia da vedere nel 2023
• Dai Futuristi a Duchamp, otto mostre da vedere in Italia nel 2023
• Un anno con Picasso: le mostre del cinquantenario
• Un'amicizia lunga un secolo: Amedeo Modigliani e Paul Guillaume presto in mostra a Parigi
• Il Prado riparte dal Barocco. E punta su Guido Reni
• Lucian Freud da un’altra prospettiva. Una grande mostra in arrivo a Madrid
• L’ultimo Van Gogh in un doppio appuntamento tra Amsterdam e Parigi
• A Gand una mostra racconta Theodoor Rombouts, il Caravaggio fiammingo
• Invito al Louvre. Lo straordinario viaggio dei tesori di Capodimonte
• A Londra l’universo di David Hockney diventa uno spettacolo immersivo
Wayne Thiebaud, dal 29 gennaio al 21 maggio alla Fondation Beyeler di Basilea
Il pittore americano Wayne Thiebaud è pronto a conquistare l’Europa con le sue nature morte di glassa e zucchero. La Fondation Beyeler lo consacrerà a fine gennaio in una retrospettiva che promette sorprese: oltre a golose fette di torta dipinte a colori pastello, a Basilea troveremo ritratti, paesaggi e vedute urbane multiprospettiche, testimonianza del versatile talento di Thiebaud. Grafico e animatore presso i Disney Studios prima di dedicarsi a tempo pieno alla pittura, Thiebaud disegna un mondo al confine tra il visibile e l’invisibile, tra l’ironia e la nostalgia, la tristezza e lo scherzo. Dopo di lui il calendario della Fondation Beyeler prevede altri importanti appuntamenti: dal 19 febbraio Picasso: the Artist and the Model celebrerà il cinquantenario della scomparsa del maestro, mentre dall’11 giugno un sorprendente progetto svelerà una pagina poco nota - e tutta italiana - della carriera di Jean-Michel Basquiat.
Wayne Thiebaud, Pie Rows, 1961, Huile sur toile, 55,9 x 71,1 cm, Collection de la Wayne Thiebaud Foundation © Wayne Thiebaud Foundation/2022, ProLitteris, Zurich. Photo: Matthew Kroening
Klimt inspired by Van Gogh, Rodin e Matisse, dal 3 febbraio al 29 maggio al Belvedere di Vienna
Fascinoso, abbagliante, irresistibile: artista dai molti talenti e dalla forte personalità, Klimt ha inventato uno stile unico, ancora oggi riconoscibile anche da chi non è un esperto d’arte. Ma chi lo ispirò nella sua impresa? Se lo chiede una grande mostra in programma al Belvedere di Vienna, che in collaborazione con il Van Gogh Museum di Amsterdam va alla ricerca delle origini dell’arte del maestro della Secessione. A partire da febbraio, i capolavori di Klimt dialogheranno con le opere di illustri colleghi come Van Gogh, Matisse, Rodin.
Per chi preferisce l’arte contemporanea la capitale austriaca ha in serbo altri due prestigiosi appuntamenti: dal 3 marzo al 29 maggio l’energia travolgente di Alex Katz sarà protagonista nelle sale di Albertina Modern, mentre in estate Georg Baselitz, tra i più grandi pittori viventi, festeggerà il suo 85° compleanno con una cospicua donazione (e relativa mostra) all’Albertina.
Gustav Klimt, Bisce d'acqua II, 1904, rielaborato 1906/07, Olio su tela, 145 x 80 cm, Collezione privata, Courtesy of HomeArt, Hong Kong
Jan Vermeer, dal 10 febbraio al 4 giugno al Rijksmuseum di Amsterdam
Sarà la più grande mostra mai organizzata su Jan Vermeer quella prevista al Rijksmuseum di Amsterdam per la prossima primavera. I preparativi fervono: prestiti da tutto il mondo si preparano a partire per i Paesi Bassi, mentre gli esperti sono impegnati a scandagliare i dipinti del maestro olandese per offrire al pubblico nuove informazioni. Stando alle conoscenze attuali, il pittore della luce realizzò appena 37 opere, o almeno tante sono quelle che oggi conosciamo: al Rijksmuseum ne vedremo ben 28, inclusi capolavori come la Ragazza con l’orecchino di perla, il Geografo, la Donna che scrive una lettera e la domestica, la Lattaia. Alcuni dipinti torneranno a casa per la prima volta, altri si mostreranno in tutto il loro splendore dopo il restauro, altri ancora, come la Ragazza con il flauto, la Pesatrice di perle e la Ragazza con il cappello rosso della National Gallery of Art di Washington, racconteranno inattese novità sul loro autore.
Jan Vermeer, Ragazza che legge una lettera davanti a una finestra aperta, 1657 circa I Courtesy Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda
Oskar Kokoschka, dal 17 marzo al 3 settembre al Museo Guggenheim di Bilbao
Dopo i festeggiamenti per i suoi primi 25 anni, il Guggenheim di Bilbao torna alle radici del moderno con una retrospettiva dedicata a Oskar Kokoschka. Per tutta la primavera e l’estate, una full immersion nell’arte del celebre pittore viennese attende i visitatori del museo: la mostra ripercorrerà i passi di Kokoschka in parallelo con i grandi eventi del XX secolo, dagli esordi nella vibrante Vienna dello Jugendstil allo sviluppo del suo linguaggio drammatico e personale, fino a Praga e a Londra, che lo accolse quando i nazisti lo bollarono artista “degenerato”. E infine in Svizzera, dove dopo la guerra divenne uno dei più accaniti sostenitori dell’Europa unita: qui per il maestro austriaco si aprì una stagione creativa poco nota al grande pubblico, che ha ispirato una generazione di artisti desiderosi di riscoprire il potere della pittura.
Degas e Manet, dal 28 marzo al 23 luglio al Musée d’Orsay di Parigi
L’uno esclusivo, silenzioso, segreto; l’altro aperto, socievole, brillante: Edgar Degas ed Edouard Manet erano diversi in tutto, ma senza il loro incontro probabilmente l’arte moderna non sarebbe stata la stessa. Lo racconta da fine marzo un progetto realizzato dal Musée d’Orsay in collaborazione con il Metropolitan Museum of Art di New York e il Musée de l’Orangerie di Parigi. Complicità e rivalità tra due grandi protagonisti della stagione impressionista emergono dal dialogo dei rispettivi dipinti, ma anche da storie che gettano nuova luce sullo spettacolo della pittura. Dalle affinità artistiche alle vicende del collezionismo, dal gusto alle amicizie, il frutto del legame tra Degas e Manet è un’arte che nasce dal confronto e dai contrasti, fatta di “meravigliose coesistenze” e di accordi dissonanti, come scrisse il poeta Paul Valery parlando proprio dei due amici parigini.
Édouard Manet, Il balcone, 1868-1869, Olio su tela, 125 x 170 cm, Parigi, Musée d’Orsay | © René-Gabriel Ojéda / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari
Ai Weiwei: Making Sense, dal 7 aprile al 30 luglio al Design Museum di Londra
Tra i più amati protagonisti della scena contemporanea, l’artista cinese dissidente Ai Weiwei non fa distinzioni tra le discipline: la sua opera spazia dalla fotografia alle installazioni, dal cinema all’architettura, passando per l’attivismo. Quest’anno per la prima volta i suoi lavori mettono in scena un discorso sul design e su ciò che esso rivela del nostro modo di vivere e di pensare. Al Design Museum di Londra opere recenti si mescoleranno a pezzi commissionati all’artista per l’occasione, in un percorso che attinge all’attrazione di Ai Weiwei per l’artigianato cinese, verso storie e abilità oggi ignorate o cancellate. Il risultato è un viaggio nelle tensioni tra passato e presente, tecnologia e manualità, costruzione e distruzione, alla scoperta di ciò che ha veramente valore per ognuno di noi.
Hilma af Klint e Piet Mondrian, dal 20 aprile al 3 settembre alla Tate Modern, Londra
Durante la vita Hilma af Klint e Piet Mondrian non si incontrarono mai, ma qualcosa nei loro dipinti sembra suggerire l’urgenza di un dialogo. è la tesi fatta propria dalla Tate Modern, che questa primavera presenterà i lavori dei due artisti per la prima volta insieme. Per chi non la conoscesse, Hilma af Klint è una pittrice svedese della stessa generazione di Mondrian. Entrambi hanno iniziato come paesaggisti, elaborando un linguaggio astratto - e all’epoca rivoluzionario - a partire dalla natura. Entrambi hanno coltivato l’interesse per spiritualità, scienza e filosofia in forme innovative. L’esposizione londinese sarà un’occasione per scoprire il lavoro di due artisti visionari sotto una nuova luce: le celebri griglie di Mondrian si confronteranno con i semisconosciuti dipinti di fiori che il pittore olandese creò per tutta la vita, accanto alle opere enigmatiche di Af Klint, in cui le forme della natura si trasfigurano in un viaggio verso l’astrazione.
Hilma af Klint, The Ten Largest, Group IV, No. 3 Youth 1907 I Courtesy Hilma af Klint Foundation
Louise Bourgeois, dal 6 maggio al 6 agosto al Nasjonaalmuseet Oslo
La signora della scultura contemporanea sbarca a Oslo: inquietante, enigmatica, surreale, Louise Bourgeois si racconterà al Nasjonalmuseet in un percorso che tocca i temi sensibili di una lunga carriera. A confronto con le sue opere troveremo i lavori di pilastri del Novecento come Pablo Picasso e Alberto Giacometti, di protagonisti del contemporaneo come Nan Goldin e del genio di casa Edvard Munch. L’anno del museo norvegese proseguirà con un programma di notevole varietà, in cui c’è anche un po’ di Italia: dal 26 maggio al 1° ottobre, infatti, lo studio di design Formafantasma conquisterà le scene di Oslo, mentre dal 9 giugno al 10 settembre sarà la volta della grande arte fiamminga con la mostra Da Rubens a Bruegel.
Marina Abramovic, dal 23 settembre al 10 dicembre alla Royal Academy of Arts, Londra
La regina della performance si preparano ad andare in scena in una mostra attesa da tempo. In viaggio lungo 50 anni di carriera, alla Royal Academy rivedremo opere storiche come Rhythm 0 del ’74, quando la Abramovic si ritrovò con una pistola puntata alla testa, e azioni più recenti come The Artist is Present, realizzata al MoMa di New York nel 2010. Pioniera della performance art che ha spinto ai limiti della propria resistenza fisica e psicologica, la Abramovic ha collaborato da vicino alla creazione della mostra londinese per riproporre ai visitatori quell’intensa esperienza di incontro per la quale è conosciuta. Performer guidati e istruiti da lei stessa, per esempio, riporteranno in scena Imponderabilia, uno dei suoi interventi più celebri realizzato a Bologna nel ’77 con l’ex compagno Ulay.
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Mirò - Picasso, dal 19 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024 al Museu Picasso e Fondazione Joan Mirò di Barcellona
Il 2023 segna un importante anniversario per due grandi artisti spagnoli: oltre al cinquantenario della morte di Pablo Picasso, infatti, ricorrono i quarant’anni dalla scomparsa del suo amico Joan Mirò. Per l’occasione Barcellona sarà teatro di una mostra senza precedenti, che vedrà il Museu Picasso e la Fundaciò Joan Mirò unire le forze in vista di un comune obiettivo: celebrare l’amicizia che per tutta la vita legò l’uno all’altro due giganti del moderno e l’intenso rapporto che entrambi intrattennero con la città catalana, oggi custode di una cospicua eredità. Per i fan di Mirò nel 2023 un’altra imperdibile destinazione sarà il Museo Guggenheim di Bilbao, che dal 10 febbraio dedicherà all’artista una corposa retrospettiva. Oltre 50 mostre inaugureranno invece tra l’Europa e gli Stati Uniti per celebrare l’anno di Picasso: il programma completo è già disponibile sul sito celebrationpicasso.es.
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• Invito al Louvre. Lo straordinario viaggio dei tesori di Capodimonte
• A Londra l’universo di David Hockney diventa uno spettacolo immersivo
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