Dal 3 febbraio in una grande mostra
Klimt e i pionieri del moderno. Un incontro da scoprire a Vienna
Gustav Klimt, Serpenti d'acqua II, 1904-1907. Olio su tela. Collezione privata I Courtesy of HomeArt
Francesca Grego
02/02/2023
Mondo - Un genio solitario, nutrito da una fervida fantasia e dall'incanto di Vienna all'inizio del Novecento? Tutt’altro. Un’immagine profondamente nuova del maestro dello Jugendstil emerge dalla mostra Klimt. Inspired by Van Gogh, Rodin, Matisse, al Belvedere dal 3 febbraio al 29 maggio. Ricerche condotte dal museo austriaco in collaborazione con il Van Gogh Museum di Amsterdam rivelano che Gustav Klimt era un artista ben informato sulle tendenze dell’arte europea, aperto alla diversità e alle novità provenienti dall’estero, che spesso e volentieri gli servirono da spunto per rinnovare il proprio stile. Il merito di Klimt, insomma, è essere riuscito a incorporare nella propria arte ispirazioni molto eterogenee, dando vita a un linguaggio unico e inconfondibile, con un'identità talmente forte da diventare il simbolo di un’epoca e di una città.
Gustav Klimt, Blühender Mohn, 1907. Foto Johannes Stoll / Belvedere, Wien
Lo scopriremo al Belvedere Inferiore in uno spettacolare viaggio tra 90 dipinti, disegni e sculture, volando dal cuore dell’Impero asburgico verso la Francia e la Norvegia, l’Inghilterra e i Paesi Bassi. Accanto alle opere di Klimt, troveremo pezzi firmati da Vincent Van Gogh, Henri Matisse, Auguste Rodin, Claude Monet, Edouard Manet, Henri Toulouse-Lautrec, Edvard Munch, Lawrence Alma-Tadema, Margaret Macdonald Mackintosh, John Singer Sargent, Kees Van Dongen e molti altri.
Accostamenti inattesi sveleranno influenze e rimandi, coinvolgendo nel gioco ritratti, paesaggi e perfino icone come la scintillante Giuditta. A proposito, chi avrà suggerito a Klimt di dipingerla proprio così? Lei sorride maliziosa come sempre: c'è un solo modo per saperlo, partire. Tra i capolavori riuniti a Vienna da tutto il mondo, figurano anche opere raramente concesse in prestito a causa dell'estrema delicatezza: è il caso del celebre dipinto di Klimt Serpenti d’acqua II, conservato in una collezione privata, che non tornava in Austria dal 1964.
Gustav Klimt, Johanna Staude, 1917-1918. Foto Johannes Stoll / Belvedere, Wien
Ma quali sono le opere dei maestri stranieri che Klimt poté vedere con i propri occhi? E in che modo entrò in contatto con i loro autori? Un lungo e meticoloso lavoro di ricerca ha preceduto la mostra, grazie a un progetto intrapreso dal Belvedere nel 2015 con il Van Gogh Museum di Amsterdam. Gli studiosi hanno esaminato attentamente le letture dell’artista, lo hanno “seguito” nei suoi viaggi a Monaco, Venezia, Parigi, e hanno investigato sulle sue frequentazioni viennesi: dalle mostre alla Secessione o alla Galerie Miethke fino alle sedi espositive meno note, senza dimenticare le visite alle collezioni private dei Wittgenstein o dell’industriale Carl Reininghaus, fervente sostenitore delle avanguardie. Il risultato è una mappa completa dei legami di Klimt con il Modernismo europeo, alla base dei "faccia a faccia" presentati in mostra.
Gustav Klimt, Avenue in the Park of Schloss Kammer, 1912. Photo Belvedere, Wien
Oltre a offrire “una selezione di opere magnifiche”, spiega la direttrice del Belvedere Stella Rollig, l'esposizione permetterà ai visitatori di “guardare Klimt sotto una nuova luce”, “come un artista aperto e innovativo che studia l’arte altrui senza fare segreto delle proprie fonti”.
“Klimt è spesso considerato un genio solitario, la cui creatività emerge dall’intimo ed è plasmata dal suo stesso ambiente, la Vienna del primo Novecento”, prosegue il curatore Markus Fellinger: “La nostra esposizione rivela un Klimt diverso. Molti dei suoi contemporanei erano consapevoli della reale portata della sua opera, influenzata dagli artisti più moderni dell’epoca, che ebbe modo di incontrare alla Secessione, alla Galerie Miethke e in altri luoghi. Attraverso una serie di confronti, illustreremo come Klimt ne abbia assimilato le conquiste artistiche con istinto infallibile”.
Gustav Klimt, Giuditta, 1901. Olio e foglia d'oro su tela, 42 x 84 cm. Vienna, Belvedere. Foto © Johannes Stoll, Belvedere, Vienna
Una “primavera dorata” per i 300 anni del Belvedere
Per il Belvedere la mostra su Klimt inaugura un anno trionfale: nel 2023 ricorre infatti il terzo centenario della costruzione di questo eccezionale monumento voluto dal principe Eugenio di Savoia, oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco. Nel 1781 il fastoso castello barocco diventò uno dei primi musei aperti al pubblico nel mondo. Tuttora la sua collezione d’arte è tra le più importanti esistenti in Austria, con opere che spaziano dal Medioevo al XX secolo, ma è nota soprattutto per i numerosi capolavori di Gustav Klimt, Oskar Kokoschka ed Egon Schiele.
Sotto il motto di “Primavera dorata”, nei prossimi mesi un ricco programma di eventi festeggerà i 300 anni del castello. Per tutto il 2023 negli spazi dell’Orangerie la mostra Il Belvedere. Da tre secoli luogo dell’arte ne ripercorrerà la storia tra grandi eventi e feste di corte - le nozze di Maria Antonietta, per esempio - con un occhio speciale per le straordinarie collezioni. A partire da maggio sculture nuove di zecca dialogheranno con le statue barocche dello splendido parco in occasione di Public Matter. Arte contemporanea nei Giardini del Belvedere, mentre a settembre i riflettori si accenderanno su due signore del contemporaneo, Louise Bourgeois e Renate Bertlmann.
Belvedere Superiore, Vienna. Foto © Lukas Schaller
Leggi anche:
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Gustav Klimt, Blühender Mohn, 1907. Foto Johannes Stoll / Belvedere, Wien
Lo scopriremo al Belvedere Inferiore in uno spettacolare viaggio tra 90 dipinti, disegni e sculture, volando dal cuore dell’Impero asburgico verso la Francia e la Norvegia, l’Inghilterra e i Paesi Bassi. Accanto alle opere di Klimt, troveremo pezzi firmati da Vincent Van Gogh, Henri Matisse, Auguste Rodin, Claude Monet, Edouard Manet, Henri Toulouse-Lautrec, Edvard Munch, Lawrence Alma-Tadema, Margaret Macdonald Mackintosh, John Singer Sargent, Kees Van Dongen e molti altri.
Accostamenti inattesi sveleranno influenze e rimandi, coinvolgendo nel gioco ritratti, paesaggi e perfino icone come la scintillante Giuditta. A proposito, chi avrà suggerito a Klimt di dipingerla proprio così? Lei sorride maliziosa come sempre: c'è un solo modo per saperlo, partire. Tra i capolavori riuniti a Vienna da tutto il mondo, figurano anche opere raramente concesse in prestito a causa dell'estrema delicatezza: è il caso del celebre dipinto di Klimt Serpenti d’acqua II, conservato in una collezione privata, che non tornava in Austria dal 1964.
Gustav Klimt, Johanna Staude, 1917-1918. Foto Johannes Stoll / Belvedere, Wien
Ma quali sono le opere dei maestri stranieri che Klimt poté vedere con i propri occhi? E in che modo entrò in contatto con i loro autori? Un lungo e meticoloso lavoro di ricerca ha preceduto la mostra, grazie a un progetto intrapreso dal Belvedere nel 2015 con il Van Gogh Museum di Amsterdam. Gli studiosi hanno esaminato attentamente le letture dell’artista, lo hanno “seguito” nei suoi viaggi a Monaco, Venezia, Parigi, e hanno investigato sulle sue frequentazioni viennesi: dalle mostre alla Secessione o alla Galerie Miethke fino alle sedi espositive meno note, senza dimenticare le visite alle collezioni private dei Wittgenstein o dell’industriale Carl Reininghaus, fervente sostenitore delle avanguardie. Il risultato è una mappa completa dei legami di Klimt con il Modernismo europeo, alla base dei "faccia a faccia" presentati in mostra.
Gustav Klimt, Avenue in the Park of Schloss Kammer, 1912. Photo Belvedere, Wien
Oltre a offrire “una selezione di opere magnifiche”, spiega la direttrice del Belvedere Stella Rollig, l'esposizione permetterà ai visitatori di “guardare Klimt sotto una nuova luce”, “come un artista aperto e innovativo che studia l’arte altrui senza fare segreto delle proprie fonti”.
“Klimt è spesso considerato un genio solitario, la cui creatività emerge dall’intimo ed è plasmata dal suo stesso ambiente, la Vienna del primo Novecento”, prosegue il curatore Markus Fellinger: “La nostra esposizione rivela un Klimt diverso. Molti dei suoi contemporanei erano consapevoli della reale portata della sua opera, influenzata dagli artisti più moderni dell’epoca, che ebbe modo di incontrare alla Secessione, alla Galerie Miethke e in altri luoghi. Attraverso una serie di confronti, illustreremo come Klimt ne abbia assimilato le conquiste artistiche con istinto infallibile”.
Gustav Klimt, Giuditta, 1901. Olio e foglia d'oro su tela, 42 x 84 cm. Vienna, Belvedere. Foto © Johannes Stoll, Belvedere, Vienna
Una “primavera dorata” per i 300 anni del Belvedere
Per il Belvedere la mostra su Klimt inaugura un anno trionfale: nel 2023 ricorre infatti il terzo centenario della costruzione di questo eccezionale monumento voluto dal principe Eugenio di Savoia, oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco. Nel 1781 il fastoso castello barocco diventò uno dei primi musei aperti al pubblico nel mondo. Tuttora la sua collezione d’arte è tra le più importanti esistenti in Austria, con opere che spaziano dal Medioevo al XX secolo, ma è nota soprattutto per i numerosi capolavori di Gustav Klimt, Oskar Kokoschka ed Egon Schiele.
Sotto il motto di “Primavera dorata”, nei prossimi mesi un ricco programma di eventi festeggerà i 300 anni del castello. Per tutto il 2023 negli spazi dell’Orangerie la mostra Il Belvedere. Da tre secoli luogo dell’arte ne ripercorrerà la storia tra grandi eventi e feste di corte - le nozze di Maria Antonietta, per esempio - con un occhio speciale per le straordinarie collezioni. A partire da maggio sculture nuove di zecca dialogheranno con le statue barocche dello splendido parco in occasione di Public Matter. Arte contemporanea nei Giardini del Belvedere, mentre a settembre i riflettori si accenderanno su due signore del contemporaneo, Louise Bourgeois e Renate Bertlmann.
Belvedere Superiore, Vienna. Foto © Lukas Schaller
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