L'indagine condotta da Dean Snow è stata sostenuta dalla National Geographic Society
I primi artisti erano donne? Un'analisi rovescia le certezze sugli autori delle pitture rupestri
L. Sanfelice
13/10/2013
Una nuova analisi condotta su un campione di impronte di mani osservate nelle pitture rupestri di diversi siti europei, rivela che la maggior parte dei disegni furono realizzati da donne. Lo studio ribalta il postulato indiscusso per anni che dava per scontato che l’arte nella preistoria fosse un dominio maschile.
A suggerire queste teorie erano soprattutto i soggetti rappresentati con frequenza: bisonti, cavalli, mammut, che i ricercatori attribuivano a cacciatori di sesso maschile e interpretavano come formule propiziatorie o come cronache delle battute di caccia.
L’archeologo Dean Snow, della Pennsylvania State University, con il supporto della Commissione di Ricerca ed Esplorazione della National Geographic Society, ha invece approfondito il lavoro di John Manning, un biologo britannico che aveva scoperto che la lunghezza delle dita stabilisce una distinzione tra uomini e donne. L’anulare è più corto del medio nelle mani di una donna mentre nell’uomo l’anulare è più lungo.
Armato di questo indizio, Snow si è recato nell’area compresa tra il nord della Spagna e il Sud della Francia dove sono conservati i più famosi esempi di impronte di mani in una serie di pitture rupestri del periodo compreso tra i 12mila e i 40mila anni fa; ha isolato un campione di 32 calchi e li ha analizzati attraverso un algoritmo di sua concezione capace di stabilire se la mano appartenesse ad un uomo o a una donna con un margine di accuratezza del 60%. Un indice di precisione non certo sufficiente a sostenere una rivoluzione copernicana, ma la fortuna ha soccorso Snow, perchè venti milioni di anni fa le differenze fisiche tra uomo e donna erano molto più marcate rispetto a quelle di oggi. Ad ogni modo le analisi hanno permesso di determinare che 24 delle 32 mani, ovvero il 75%, appartenevano a donne.
Alcuni esperti già manifestano scetticismo. Il biologo R. Dale Gurthie, ad esempio, diversi anni fa condusse analisi simili sulle impronte del Paleolitico e concluse che le impronte appartenevano ad adolescenti maschi.
Altri studiosi ritengono invece che la ricerca sia interessante e si avvalga di prove convincenti.
Tuttavia tutti sono concordi sul fatto che il nuovo lavoro solleva più domande che risposte. Perchè le donne avrebbero dovuto dedicarsi all’arte? Crearono solo impronte o furono autrici anche del resto dei dipinti?
A suggerire queste teorie erano soprattutto i soggetti rappresentati con frequenza: bisonti, cavalli, mammut, che i ricercatori attribuivano a cacciatori di sesso maschile e interpretavano come formule propiziatorie o come cronache delle battute di caccia.
L’archeologo Dean Snow, della Pennsylvania State University, con il supporto della Commissione di Ricerca ed Esplorazione della National Geographic Society, ha invece approfondito il lavoro di John Manning, un biologo britannico che aveva scoperto che la lunghezza delle dita stabilisce una distinzione tra uomini e donne. L’anulare è più corto del medio nelle mani di una donna mentre nell’uomo l’anulare è più lungo.
Armato di questo indizio, Snow si è recato nell’area compresa tra il nord della Spagna e il Sud della Francia dove sono conservati i più famosi esempi di impronte di mani in una serie di pitture rupestri del periodo compreso tra i 12mila e i 40mila anni fa; ha isolato un campione di 32 calchi e li ha analizzati attraverso un algoritmo di sua concezione capace di stabilire se la mano appartenesse ad un uomo o a una donna con un margine di accuratezza del 60%. Un indice di precisione non certo sufficiente a sostenere una rivoluzione copernicana, ma la fortuna ha soccorso Snow, perchè venti milioni di anni fa le differenze fisiche tra uomo e donna erano molto più marcate rispetto a quelle di oggi. Ad ogni modo le analisi hanno permesso di determinare che 24 delle 32 mani, ovvero il 75%, appartenevano a donne.
Alcuni esperti già manifestano scetticismo. Il biologo R. Dale Gurthie, ad esempio, diversi anni fa condusse analisi simili sulle impronte del Paleolitico e concluse che le impronte appartenevano ad adolescenti maschi.
Altri studiosi ritengono invece che la ricerca sia interessante e si avvalga di prove convincenti.
Tuttavia tutti sono concordi sul fatto che il nuovo lavoro solleva più domande che risposte. Perchè le donne avrebbero dovuto dedicarsi all’arte? Crearono solo impronte o furono autrici anche del resto dei dipinti?
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