I dipinti in mostra uno accanto all'altro per la prima volta
Il doppio volto di Flora secondo Arcimboldo
![](http://www.arte.it/foto/600x450/0b/19936-Arcimboldo_Giuseppe_attr_-_Flora_-_c_1591.jpg)
Flora, Arcimboldo
E.B.
04/02/2014
“Flora” e “Flora meretrix” si incontrano alla Fundacion Juan March di Madrid, per dare vita ad una mostra dal titolo “Giuseppe Arcimboldo. Dos pinturas de Flora”, aperta al pubblico dal 31 gennaio al 2 marzo 2014.
I dipinti del maestro lombardo, realizzati a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro, rispettivamente nel 1589 e 1590 circa, rappresentano due interpretazioni della divinità che incarna la fioritura sin dai tempi antichi.
Accanto al noto mito narrato da Ovidio, secondo cui la ninfa Clori, unitasi a Zefiro, si sarebbe trasformata in una dea, Arcimboldo raffigura anche quello meno conosciuto della generosa Flora, facoltosa meretrice che avrebbe ceduto i propri beni al popolo romano, dando vita ai Floralia.
Completano i due ritratti le cornici in pietre dure realizzate dal critico d'arte Federico Zeri, create secondo una tecnica largamente diffusa alla fine del Cinquecento.
Le opere del maestro, riscoperto solo a partire dagli anni '30 grazie al MoMa, quando il direttore Alfred H. Barr Jr lo definì un precursore del Surrealismo e del Dadaismo, sono state di recente al centro di una grande mostra ospitata a Palazzo Reale a Milano nel 2011, in cui erano stati esposti oltre trecento dipinti.
I dipinti del maestro lombardo, realizzati a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro, rispettivamente nel 1589 e 1590 circa, rappresentano due interpretazioni della divinità che incarna la fioritura sin dai tempi antichi.
Accanto al noto mito narrato da Ovidio, secondo cui la ninfa Clori, unitasi a Zefiro, si sarebbe trasformata in una dea, Arcimboldo raffigura anche quello meno conosciuto della generosa Flora, facoltosa meretrice che avrebbe ceduto i propri beni al popolo romano, dando vita ai Floralia.
Completano i due ritratti le cornici in pietre dure realizzate dal critico d'arte Federico Zeri, create secondo una tecnica largamente diffusa alla fine del Cinquecento.
Le opere del maestro, riscoperto solo a partire dagli anni '30 grazie al MoMa, quando il direttore Alfred H. Barr Jr lo definì un precursore del Surrealismo e del Dadaismo, sono state di recente al centro di una grande mostra ospitata a Palazzo Reale a Milano nel 2011, in cui erano stati esposti oltre trecento dipinti.
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