Il fascino della bellezza
 
										
										 
										
										
																		
																									Venere
															
							26/02/2004
							 Venere, la Dea dell'amore e della bellezza, è il tema di un'esposizione che si tiene attualmente nella Vecchia Pinacoteca di Monaco di Baviera. Con le immagini di Venere, la sua ricezione e interpretazione, si mettono in contatto contenuti complessi come l'Eros e la conoscenza, possibili ammonizioni e sensuali diletti.
In gran parte di nuova concezione, la Vecchia Pinacoteca riprende l'esposizione di Colonia "il fascino di Venere".
Il pezzo forte dell'esposizione monacense è la "Venere col suonatore d'organo" di Prado Tiziani, una delle più conosciute, ove la moderna  immagine di Venere è impressa con un tratto essenziale.
Cento capolavori in pittura, disegno e stampe ci portano attraverso i diversi episodi del mito di Venere: la nascita, la toletta in compagnia delle tre grazie e il giudizio di Paride.
Si possono ammirare anche famosi episodi delle esperienze amorose, come la fuga con Marte, o l'avventura amorosa con Adone.
L'esposizione presenta immagini di Venere di quattro secoli cominciando con un Botticelli orientato all'antico modello di Venere, proveniente della Galleria d'Arte Pittorica di Berlino, fino alla nuova concezione del mito nel Rinascimento.
La pittura veneziana del sedicesimo secolo arricchisce il tema di nuovi aspetti e forme rappresentative: nella tradizione della Venere Dormiente di Giorgione, la Venere distesa di Palma Vecchio e soprattutto la "Venere col suonatore d'organo di Tiziano".
Nel diciasettesimo secolo il mito si rafforza anche in Francia e Olanda, dove all'immagine-simbolo si aggiungono contenuti più profondi e si collegano messaggi morali.
Lavori di Poussin, Vouet e Rubens - in particolare la "Venere al freddo" di Anversa sono pietre miliari nella storia della sua rappresentazione.
La popolarità del tema raggiunge l'apice al Nord delle Alpi nella pittura del Rococò francese non solo nella galante "Festa dell'amore" di Watteaus.
Durante il regno di Ludovico XV, grazie all'amante Madame de Pompadour, nasce un vero e proprio culto di Venere legato indissolubilmente al nome di Francois Boucher.
Nel diciannovesimo secolo il mito della Dea dell'Amore e della Bellezza si rinnova un'altra volta ridiventando un tema centrale dell'arte. 
Basti infatti pensare alle realizzazioni dei tre maggiori artisti partecipanti al Salone di Venere del 1863, Cabanel, Amaury-Duval e Baudry, grazie alle quali essi trionfarono a Parigi e che per la prima volta si possono ammirare nuovamente insieme in questa esposizione.
Allo stesso modo si formò una avanguardia francese del Mito testimoniata dai lavori di Coubert e Cezanne.
All'inizio del ventesimo secolo i due ultimi grandi pittori del periodo Classico Moderno si cimentano ancora una volta col mito di Venere, dando una personalissima interpretazione del tema.
La presentazione è completata da un Gabinetto grafico contenete opere di Altdorfer, Duerer, Giulio Romano, Goltzius e Rubens. 
Sono inoltre esposte 40 stampe nelle quali l'aspetto sensuale ed erotico della Dea si intensifica.
Fino al 22 aprile 2001 all'Alte Pinakotek in Barer Str, 27 a Monaco di Baviera (Germania). tel 0049 (0) 89 23805-216 Fax -221
Tutti i giorni escluso il lunedi dalle 10 alle 17, Giovedi dalle 10 alle 22.
Prezzo: 14 marchi (8 ridotto)						
						
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