Il percorso della mostra

Autoritratto di Rembrandt
 

08/10/2002

Le incisioni esposte sono tutte di alta qualità, essendo state il nucleo originario di quelle appartenute all’artista. Il percorso della mostra è organizzato in modo da seguire cronologicamente l’arte grafica di Rembrandt; dagli esordi quindi, nel 1628, con tutti i limiti e i tentativi di un artista che probabilmente imparò la tecnica dell’acquaforte da autodidatta, alle ultime stampe degli anni ’50, capolavori come la cosiddetta Stampa dei cento fiorini, opere in cui Rembrandt adotta insieme le tecniche dell’acquaforte, del bulino e della puntasecca, per ottenere effetti pregevolissimi e di grande sperimentazione. Sono stampe in cui Rembrandt dimostra di essersi ormai liberato dai vincoli della tecnica incisoria, che venne ideata con lo scopo precipuo di riprodurre e diffondere le opere. Usando pregiate carte orientali, o addirittura la pergamena, Rembrandt, conferisce così ai delicati esemplari di queste ultime limitate tirature, la dignità di opere uniche, esclusive, non meno nobili dei dipinti. Stravolgere i limiti di una tecnica è del grande genio, e Rembrandt lo è stato. E non solo per questo. Percorsa la mostra, infatti, si ha la sensazione che pochi soggetti nel mondo siano sfuggiti all'abile mano di Rembrandt (che ha ritratto storie bibliche e mitologiche, paesaggi e scene erotiche, mendicanti e ambiziosi mercanti olandesi, la figura di Cristo, o quella della madre, dell'amata Saskia, o di se stesso). E che non esista particolare di questi soggetti, anche il più piccolo, che non sia stato colto dagli occhi di Rembrandt. E che non esista animo umano, che sembri aver mantenuto segreti per quell’insaziabile curiosità, quel desiderio di conoscere e di rappresentare, di mettere in scena, che, al pari di Shakespeare, ha fatto di Rembrandt uno degli artisti più celebrati di tutti i tempi.