La forma della città
										
										 
										
										
																		
																									Roma tra le due guerre
															
							11/03/2002
							 La riflessione sulla “forma della città” apre dunque con una sezione dedicata ai profondi mutamenti che ne hanno caratterizzato il volto dal 1870 alla prima guerra mondiale: la costruzione degli argini e dei lungotevere, gli assi di via Nazionale, via Cavour e corso Vittorio Emanuele II, i quartieri popolari (piazza Vittorio, piazza Indipendenza, Prati di Castello), la stazione, il Vittoriano, fornendo di ciascun cantiere un sintetico commento e l’esatta ubicazione topografica. Con il medesimo approccio, la seconda parte affronta sistematicamente la politica urbanistica del Ventennio: il Foro Mussolini, l’area archeologica dell’Argentina, lo sterro del Campidoglio, il traforo di via dell’Impero, la città universitara, l’isolamento dell’Augusteo, l’apertura di corso Rinascimento, la città del cinema, la distruzione dei Borghi, la stazione Termini, l’E42 e l’espansione verso il mare, per concludere con le documentazioni fotografiche del bombardamento aereo del quartiere San Lorenzo e della lunga sopravvivenza del Piano Regolatore (1931) disapprovato da Mussolini.
Le sezioni dedicate alle trasformazioni urbanistiche delle aree Campidoglio, Fori Imperiali, Borghi e Augusteo (quest’ultima allestita con la collaborazione e i pregevoli materiali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia), sono commentate da un consistente nucleo di acquarelli di Vito Lombardi, Giuseppe Fammilume, Maria Barosso provenienti dal Museo di Roma. Altre sequenze della narrazione per immagini, sono invece sottolineate da oli su tela di Scuola Romana ed opere appartenenti alle collezioni Francesco Trombadori, Publio Morbiducci e Alfredo Furiga. Due vedute prospettiche su vetro, prestate dalla Fondazione Mazzotta, documentano Piazza Montanara nel Settecento.
In una saletta video, all’interno del percorso espositivo, viene continuamente proiettato “Un percorso nei luoghi ritratti dai fotografi dell’Istituto Luce”, il documentario in cui il cineoperatore Marco Fabiano ripercorre la città di oggi sulle tracce delle emergenze sopravvissute o cadute sotto i colpi dei picconi del regime.  
Contemporaneamente all’apertura della mostra, il Museo di Roma in Trastevere ospiterà un ciclo di convegni sull’urbanistica, l’architettura e l’edilizia nella capitale tra gli anni Venti e Trenta, sulle vicende storiche e la documentazione fotografica e cinematografica dello stesso periodo e sulle stagioni del Teatro Augusteo, attivo a Roma dal 1908 al 1936. Tra i relatori, Giorgio Ciucci, Vittorio Vidotto, Giorgio Muratore, Nicola Caracciolo, Roman Vlad.						
						
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