Collezionisti d'arte al Kunstmuseum di Berna

La raccolta degli Hahnloser: pionieri nell'arte del '900

Félix Vallotton "La Blanche et la Noire" (1913) courtesy © Dauerleihgabe, Hahnloser/Jaeggli Stiftung, Kunstmuseum Bern
 

Chiara Vedovetto

18/10/2017

Fino all'11 marzo 2018 le sale del Kunstmuseum di Berna accolgono la collezione Hahnloser, una straordinaria raccolta privata, riunita tra 1907 e il 1936 dalla coppia svizzera Arthur e Hedy Hahnloser.
Oltre 300 opere dei massimi autori vissuti in quel periodo, ma ancora sconosciuti al tempo, come Bonnard, Giacometti, Matisse, affiancati agli artisti della generazione precedente, quali Van Gogh e Cézanne. La mostra a cura di Matthias Frehner, si presenta come la più importante dell’anno nel calendario espositivo del museo: non solo è in grado di trasmettere l'impressione più completa di questa collezione, ma illustra lucidamente l’importanza della ricezione dell'arte moderna in Svizzera, dimostrando la portata dell'influenza di Hahnloser con la loro raccolta pionieristica.


Vincent van Gogh, Le semeur, 1888 Öl auf Leinwand, 72 x 91,5 cm Dauerleihgabe, Hahnloser/Jaeggli Stiftung, Kunstmuseum Bern. Foto: Reto Pedrini, Zürich
 
VILLA FLORA A WINTERTHUR E LO SPIRITO DI UN'EPOCA
Quella degli Hahnloser è una vita per l’arte e per gli artisti, che venivano accolti nella dimora della coppia, Villa Flora Winterthur, un luogo di incontri, scambi, relazioni, d’incanto, nonché scrigno della collezione.
Fedele alla massima di Hedy, secondo cui era necessario vivere secondo il proprio tempo, la coppia si impegnò nell’acquisto di opere e nel sostegno di autori sconosciuti o ritenuti scandalosi a quel tempo: il gruppo parigino dei nabis Pierre Bonnard, Edouard Vuillard, Kerr-Xavier Roussel; i fauves, Henri Matisse, Albert Marquet, affiancati ad autori della generazione precedente, i precursori: Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Vincent van Gogh, Odilon Redon, Henri de Toulouse-Lautrec.


Henri-Charles Manguin, La Flora, Winterthur, 1912 Öl auf Leinwand, 76 x 96 cm Dauerleihgabe, Hahnloser/Jaeggli Stiftung, Kunstmuseum Bern Foto: Reto Pedrini, Zürich © 2017 ProLitteris, Zürich

LA STORIA DELLE ACQUISIZIONI E IL PERCORSO ESPOSITIVO
Era il 1907 quando la coppia incontra Giovanni Giacometti e acquistano da lui le prime opere della collezione: Selbstporträt (Autoritratto) e Bambini nel Letto, entrambi realizzati quell’anno.
In seguito, dopo essersi concentrati sui contemporanei, Arthur e Hedy acquistano lavori dei loro predecessori: Cézanne, Rodin, Manet e soprattutto van Gogh. La mostra al Kunstmuseum di Berna pone chiaramente l’accento sull’influenza di questo autore nella generazione successiva, rapita dalla sua rappresentazione della natura e dai ricchi colori.
Dall’Olanda la coppia rientra con una serie squisita di primi lavori dell’artista, tra cui le tele in mostra L'allée en automne (1885) e Place de voitures (1881-1883), a cui si aggiunge Sämann (Seminatore 1888), una composizione unica rispetto alle altre con lo stesso soggetto, più volte rappresentato dal pittore olandese; la figura del seminatore è minuscola mentre il campo, un mare di colore, è reso con un’incredibile densità di pennellate e si estende smisuratamente.


Paul Cézanne, Plaine provençale,1883–1885 Öl auf Leinwand, 58,5 x 81 cm Dauerleihgabe, Hahnloser/Jaeggli Stiftung, Kunstmuseum Bern Foto: Reto Pedrini, Zürich

IL RACCONTO DELLA MODERNITÀ: FÉLIX VALLOTTON, PIERRE BONNARD
Nell’esibizione gioca un ruolo chiave l'artista franco-svizzero Félix Vallotton, uno degli autori più vicini alla coppia. Faceva parte della collezione ed è presente in mostra la celebre tela La Blanche et la Noire del 1913, un racconto emblematico dei tempi moderni. La composizione cita apertamente l’Olympia di Manet, uno scandalo di appena quarant'anni prima, ma nel corso di questo periodo di tempo, il ruolo delle due figure appare diametralmente opposto. La sfacciataggine nello sguardo della giovane prostituta parigina, affiancata dall’inerzia della domestica nera, trasmigra qui nell’atteggiamento sfrontato della donna di colore, che fuma una sigaretta seduta ai piedi del letto. La vera protagonista è lei. Non più una serva, ma una cittadina.
 
Le stesse caratteristiche di ambiguità e ambivalenza si ritrovano nel ritratto Le chapeau viole (1907): da un lato c’è la carica erotica della donna, ripresa nell’atto di levarsi gli abiti, mentre continua ad indossare il cappello a tesa larga. Dall’altro, l'espressione della protagonista è grave, spiazzante, non trasmette nessuna lascivia: appare, piuttosto, come se stesse agendo contro la propria volontà. Un probabile riferimento alle raffigurazione voyeuristiche di donne nei budoir, molto in voga.


Félix Vallotton, Le chapeau violet,1907 Öl auf Leinwand, 81 x 65,5 cm Dauerleihgabe aus Privatbesitz, ehemalige Sammlung Arthur und Hedy Hahnloser-Bühler. Foto: Reto Pedrini, Zürich
 
Insieme a Valloton, Pierre Bonnard è stato uno degli artisti più importanti nella collezione Hahnloser, come testimoniato dal numero di opere acquistate e dal fatto che la famiglia fosse occasionalmente soggetto delle tele. Come in Promenade en mer: un viaggio in barca che coinvolge Arthur, Hedy e Lisa Hahnloser insieme a Bonnard, dove i protagonisti diventano un tutt’uno con la barca, la luce e il mare, nella soleggiata località vicino a Cannes.
 
Accanto alla purezza e alla sintesi formale di questi autori, espolodono le “belve” parigine dei Favues Henri Matisse, Albert Marquet, e Henri Manguin, tele cariche di colore puro, come doveva esserlo, idealmente, la loro pittura.
La mostra al Kunstmuseum di Berna è un’occasione unica per immergersi in questa fervida atmosfera artistica e culturale, apprezzando il valore di una straordinaria collezione, universale e domestica, allo stesso tempo.

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