Nuovi ritrovamenti nel santuario etrusco e romano del Bagno Grande

Serpenti in bronzo, anelli d’oro, uova, monete: le infinite sorprese di San Casciano dei Bagni

Dettaglio testa maschile | Courtesy SABAP-SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi | Foto: © Alessandra Fortini
 

Samantha De Martin

03/12/2024

Siena - Ci sono monete di età repubblicana e imperiale, un anello d’oro, metalli preziosi, gemme e ambra. E poi eccezionali iscrizioni in etrusco e in latino, offerte votive con l’antico nome etrusco di Chiusi, Cleusi, e ancora un corpo nudo maschile offerto esattamente a metà, come reciso da un taglio chirurgico dal collo ai genitali.
Dedicato da un Gaio Roscio alla Fonte Calda, questo mezzo corpo incarna forse la guarigione di un organo immortalato nel bronzo.
Un bambino, un piccolo sacerdote della fine del II secolo a.C., presenta invece una lunga iscrizione in etrusco sulla gambetta destra, mentre nella mano sinistra sorregge una palla che ruota ancora tra le dita, forse un elemento divinatorio da adoperare nel corso di un rito.
Sorprendono inoltre, proprio perché la loro conservazione è rara in uno scavo, migliaia di frammenti di uova di gallina, rinvenute in alcuni casi intere, con il tuorlo ancora visibile all’interno, la cui deposizione rimanda ai riti di rinascita e rigenerazione. Vi si alternano strati di offerte, scaglie di travertino e piani d’argilla, pigne, corone d’oro, rametti tagliati e decorati con intrecci vegetali. Alla base di grandi tronchi in legno infissi in verticale nel deposito, alcuni serpenti in bronzo sono riemersi in differenti forme e misure, dai più piccoli fino a un esemplare di oltre 90 cm, con tanto di barba e corna, probabilmente un serpente agatodemone, tra i più grandi rinvenuti ad oggi.


Dettaglio serpente | Courtesy SABAP-SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi | Foto: © Alessandra Fortini

Deposto nel punto in cui sgorgava l'acqua, perché con le sue spire rappresentava la sacralità della fonte, doveva proteggere la sorgente e detenere un ruolo fondamentale nelle pratiche divinatorie.
Dal bronzo all’oro, il fango di San Casciano continua a restituire tesori che riemergono dagli scavi effettuati nel santuario etrusco e romano del "Bagno Grande".
In attesa che il nuovo Museo Archeologico Nazionale di San Casciano dei Bagni nel Palazzo dell’Arcipretura assieme al Parco Archeologico Termale, che nascerà attorno allo scavo del Bagno Grande, vedano la luce, il sito continua a incantare gli studiosi.
A svelare al pubblico le nuove scoperte a San Casciano sarà la puntata del programma di Rai Storia “Italia, viaggio nella Bellezza”, dal titolo “Oltre il bronzo, lo scavo di San Casciano dei Bagni” e firmata da Brigida Gullo ed Eugenio Farioli Vecchioli, che andrà in onda su Rai Storia a febbraio 2025.

“San Casciano - ha affermato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli - è un luogo a me caro. Qui mi è venuta l'idea di un piano Olivetti per la cultura, ossia di stabilire un legame tra borghi, periferie, città. Questo degli scavi di San Casciano dei Bagni è un progetto che nasce in una comunità straordinaria, con ritrovamenti che inducono il MiC a sostenerlo fortemente, affinché l’area archeologica e i beni in essa ritrovati possano essere valorizzati al meglio e la struttura museale prenda forma nel più breve tempo possibile. Quello di San Casciano è un progetto di assoluto rilievo per il MiC”.


Dettaglio della statua del fanciullo con la palla | Courtesy SABAP-SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi | Foto: © Alessandra Fortini

Lo scavo del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni è in concessione di scavo al Comune di San Casciano dei Bagni, da parte della Direzione Generale Archeologia, belle arti e paesaggio e nasce in collaborazione con la Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e il coordinamento scientifico dell’Università per Stranieri di Siena. Gli interventi di conservazione e restauro avvengono in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro.

“I reperti - ha detto il Capo Dipartimento Tutela del MIC, Luigi La Rocca - ci trasmettono un messaggio antico ma attuale, la connessione tra la salute e la necessità di curarsi e la fede, tra il metodo scientifico e le pratiche rituali, il tutto legato dall'acqua termominerale del Bagno Grande. I dati ci raccontano di un mondo che sta cambiando, il passaggio dalla cultura etrusca a quella romana, dove il dono è rappresentato dai materiali preziosi, il bronzo, i gioielli e le monete appunto. Ci sono quindi tutti i presupposti per continuare a finanziare il progetto, che non riguarda solo gli scavi ma anche la realizzazione di un museo e di un parco archeologico presso il Bagno Grande”.