Un fotografo contro la guerra
										
										 
										
										
																		
																									James Natchwey
															
							07/06/2001
							 James Nachtwey è membro della Magnum Press dal 1986 e si autodefinisce “fotografo anti-guerra”. Negli ultimi vent’anni, infatti, ha  concentrato il proprio lavoro sulla documentazione e sulla testimonianza delle tragedie che si sono succedute nel pianeta, nel tentativo di contribuire alla formazione di una coscienza collettiva che ponga definitivamente fine agli odi reciproci. Pertanto ha attraversato innumerevoli gironi danteschi, mettendo spesso in pericolo la propria stessa vita, spinto da una vera e propria vocazione, come risulta da queste sue parole: "La cosa che mi sconvolge di più quando torno? - si chiede - Confesso, è l'esperienza di camminare in un grande supermercato. Lì mi chiedo davvero quale sia il senso  della cosiddetta vita normale". 
Nel suo primo libro, “Fatti di guerra”, le rappresentazioni della guerra civile afghana, dei conflitti in Libano in Sudan nello Sri-Lanka, del dramma dell’Irlanda del Nord,  oltrepassano la loro specificità per conferire un valore universale alla guerra, che è, sempre e dovunque, terrore distruzione e morte. Questo tipo di approccio nei confronti della guerra lo ritroviamo in Goya, in particolare nella serie dei disegni sulla guerra franco-spagnola, attualmente in mostra al Prado, al quale lo stesso Nachtwey dice di ispirarsi: "Ha raccontato la guerra non come un atto eroico di nobili e guerrieri - spiega - ma come un dramma, dalla parte delle vittime. E' quello che cerco di fare anche io". 
E’ questa volontà, unita ad un innegabile coraggio, che ha portato Nachtwey tra le bombe della guerra Serbo-Croata, tra i rifugi dell’UCK in Kossovo, tra le case diroccate di Grozny, tra i conflitti che si sono succeduti in Sud Africa dopo la fine dell’apartheid. Inoltre ha reso drammatiche testimonianze  sull’epidemia di colera che decimò gli Hutu, sulle lotte intestine in Somalia, sugli orfanotrofi romeni dove migliaia di bambini hanno contratto l’AIDS a causa di trasfusioni con sangue non controllato,  sugli indegni trattamenti ai quali vengono sottoposti i detenuti delle carceri americane, sulla feroce dittatura del generale Suharto in Indonesia che ha provocato la morte di milioni di persone. Tutte queste tragedie sono oggetto della mostra organizzata al Palazzo delle Esposizioni dal titolo “L’occhio testimone”, che si terrà fino al 25 Giugno, e sono documentate nell’ultimo libro di Nachtwey, “Inferno”, edito dalla Phaidon. Per la sua opera Nachtwey è stato insignito di numerosi premi, tra i quali molti “World Press Photo” per la miglior foto dell’anno.						
						
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