L’Opera di Santa Maria del Fiore e Querlo insieme per il progetto Michelangelo AI
Una chiacchierata con Michelangelo grazie all'intelligenza artificiale
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Pietà di Michelangelo detta Pietà Bandini o dell’Opera del Duomo,Firenze, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze | Foto: © Alena Fialová | Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore
Samantha De Martin
04/03/2021
In vista del giorno che ne celebra la nascita, il 6 marzo 1475, a oltre 500 anni di distanza, Michelangelo “rivive” grazie all’intelligenza artificiale.
Poco importa se l’irrequieto pennello della Cappella Sistina utilizzerà l’inglese e una chat per confrontarsi con il suo pubblico moderno, mettendo da parte l’accento tosco. Quel che conta è che chiunque potrà porgli delle domande, da quali siano stati i suoi artisti preferiti agli anni formativi di Firenze, con le prime esperienze tra arte, pensiero, spiritualità.
E il maestro risponderà citando Donatello, l’artista del passato che maggiormente ammirava, e ancora Ghiberti e Luca della Robbia, ricordando le sue prime commissioni pubbliche importanti proprio per il Duomo, dove anche i colleghi avevano lavorato.
A realizzare il progetto Michelangelo AI - uno strumento educativo utile a far conoscere a un pubblico ampio l’arte, la vita e il pensiero del più grande artista del Rinascimento - è l’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze in collaborazione con Querlo, Customized Artificial Intelligence Solutions con base a New York.
Le due istituzioni hanno dato vita, per la prima volta, a un Michelangelo virtuale utilizzando la tecnologia.
Come chattare con Michelangelo?
Per dialogare con Michelangelo basterà andare sul sito dell’Opera del Duomo o di Querlo. L’artista - attraverso la figura di Nicodemo della Pietà Bandini che ne racchiude tra l’altro l’autoritratto - farà capolino da una finestra e il dialogo potrà avere inizio.
Grazie all’interazione con gli utenti, il programma implementerà costantemente il suo bagaglio di conoscenze.
I contenuti sono stati curati da uno staff di storici dell’arte dell’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze guidati da Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo.
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Michelangelo Buonarroti, Pietà Bandini o dell’Opera del Duomo, Particolare del volto, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze | Foto: © Alena Fialova | Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore
“Un’idea nata per avvicinare il pubblico a uno dei grandi spiriti della nostra civiltà”
“L’idea - afferma Verdon - è nata durante questo periodo segnato dalla pandemia da Covid-19. Le restrizioni globali hanno avuto un impatto devastante, impedendo alle persone di poter visitare città preziose come la Firenze di Michelangelo. Riportare in vita Michelangelo riduce questo divario, permettendo a visitatori virtuali di avvicinare uno dei grandi spiriti della nostra civiltà, di dialogare di arte e di vita con lui, di scoprire attraverso lui un equilibrio diverso, al contempo antico e, per i nostri contemporanei, nuovo”.
Il progetto affonda negli oltre 700 anni di storia dell’Opera di Santa Maria del Fiore che commissionò all’artista il David e il San Matteo, e che conserva nel suo Museo a Firenze la Pietà Bandini.
Il progetto è utile a far conoscere i monumenti dell’Opera di Santa Maria del Fiore (dalla Cattedrale di Firenze alla Cupola del Brunelleschi, dal Campanile di Giotto alla Cripta di Santa Reparata e al Battistero) e coinvolgere gli utenti nelle iniziative di restauro.
Un suggerimento di domanda per Michelangelo. Provate a chiedergli se gli piacerebbe vivere nel 2021. La risposta non è poi così scontata.
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Restauro della Pietà di Michelangelo detta Pietà Bandini o dell’Opera del Duomo, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze | Foto: © Claudio Giovannini | Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore
Poco importa se l’irrequieto pennello della Cappella Sistina utilizzerà l’inglese e una chat per confrontarsi con il suo pubblico moderno, mettendo da parte l’accento tosco. Quel che conta è che chiunque potrà porgli delle domande, da quali siano stati i suoi artisti preferiti agli anni formativi di Firenze, con le prime esperienze tra arte, pensiero, spiritualità.
E il maestro risponderà citando Donatello, l’artista del passato che maggiormente ammirava, e ancora Ghiberti e Luca della Robbia, ricordando le sue prime commissioni pubbliche importanti proprio per il Duomo, dove anche i colleghi avevano lavorato.
A realizzare il progetto Michelangelo AI - uno strumento educativo utile a far conoscere a un pubblico ampio l’arte, la vita e il pensiero del più grande artista del Rinascimento - è l’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze in collaborazione con Querlo, Customized Artificial Intelligence Solutions con base a New York.
Le due istituzioni hanno dato vita, per la prima volta, a un Michelangelo virtuale utilizzando la tecnologia.
Come chattare con Michelangelo?
Per dialogare con Michelangelo basterà andare sul sito dell’Opera del Duomo o di Querlo. L’artista - attraverso la figura di Nicodemo della Pietà Bandini che ne racchiude tra l’altro l’autoritratto - farà capolino da una finestra e il dialogo potrà avere inizio.
Grazie all’interazione con gli utenti, il programma implementerà costantemente il suo bagaglio di conoscenze.
I contenuti sono stati curati da uno staff di storici dell’arte dell’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze guidati da Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo.
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Michelangelo Buonarroti, Pietà Bandini o dell’Opera del Duomo, Particolare del volto, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze | Foto: © Alena Fialova | Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore
“Un’idea nata per avvicinare il pubblico a uno dei grandi spiriti della nostra civiltà”
“L’idea - afferma Verdon - è nata durante questo periodo segnato dalla pandemia da Covid-19. Le restrizioni globali hanno avuto un impatto devastante, impedendo alle persone di poter visitare città preziose come la Firenze di Michelangelo. Riportare in vita Michelangelo riduce questo divario, permettendo a visitatori virtuali di avvicinare uno dei grandi spiriti della nostra civiltà, di dialogare di arte e di vita con lui, di scoprire attraverso lui un equilibrio diverso, al contempo antico e, per i nostri contemporanei, nuovo”.
Il progetto affonda negli oltre 700 anni di storia dell’Opera di Santa Maria del Fiore che commissionò all’artista il David e il San Matteo, e che conserva nel suo Museo a Firenze la Pietà Bandini.
Il progetto è utile a far conoscere i monumenti dell’Opera di Santa Maria del Fiore (dalla Cattedrale di Firenze alla Cupola del Brunelleschi, dal Campanile di Giotto alla Cripta di Santa Reparata e al Battistero) e coinvolgere gli utenti nelle iniziative di restauro.
Un suggerimento di domanda per Michelangelo. Provate a chiedergli se gli piacerebbe vivere nel 2021. La risposta non è poi così scontata.
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Restauro della Pietà di Michelangelo detta Pietà Bandini o dell’Opera del Duomo, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze | Foto: © Claudio Giovannini | Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore
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