Le celebrazioni per il centenario della morte di Modì
Verso il 2020, nel segno di Modigliani
Amedeo Modigliani, La Juive, 1908, olio su tela, 46x55 cm. Collezione privata. Courtesy of Istituto Amedeo Modigliani
Samantha De Martin
05/07/2017
Perugia - È con effetti speciali, omaggi inediti, mostre “impossibili”, e con due esposizioni, in Argentina e Cile - ancora in fase di definizione, ma che dovrebbero aver luogo nel 2018 - che l'arte si appresta a celebrare il centenario dalla morte dell'intramontabile maestro “dei colli affusolati”.
In vista del 2020, anno in cui il calendario degli eventi in onore del pittore di Livorno sarà più definito e fitto, la Fondazione Modigliani snocciola già con entusiasmo alcuni appuntamenti da non perdere dedicati al maestro “Dedo”.
Intanto da Spoleto a Genova, passando da Venezia, le tele del maestro sono già al centro di alcune imperdibili mostre.
UNA FESTA CHE PARTE DA SPOLETO: LA MOSTRA A CASA MODIGLIANI
Il 31 maggio è stata inaugurata a Spoleto la Casa Modigliani, sede internazionale dell'Istituto Amedeo Modigliani, ma soprattutto centro operativo del Comitato organizzatore delle celebrazioni del centenario. Uno spazio di oltre 300 metri quadrati, allestito nell'elegante cornice di Palazzo Bernardino Montani, realizzato, come spiega il presidente Luciano Renzi, «attraverso esclusivi interventi privati», con l'obiettivo di celebrare e promuovere, la storia, l'opera e il messaggio di uno dei maggiori artisti italiani del Novecento.
Ma la nuova casa dell'artista livornese, come anticipano dall'Istituto, sarà soprattutto «un laboratorio per studiare forme innovative di intreccio tra arte e tecnologia, attraverso l’uso della realtà aumentata e del virtuale e avrà un importante ruolo nello studio e nella ricerca scientifica per opere pittoriche in fase di attestazione e certificazione».
La novità più attesa - che sarà accolta in forma permanente presso la nuova sede di piazza Fontana 3 - è un innovativo format di mostra esperienziale, una passeggiata tra i capolavori dell'artista, che si avvale di un sistema in altissima definizione, e della tecnologia Modlight® basata su uno specifico disegno di luci, su sofisticati impianti a led e su un importante lavoro fotografico svolto sulle opere originali. Un'esperienza speciale che consentirà ai visitatori di immergersi tra i ritratti femminili e i volti stilizzati di Modì.
All'interno di Casa Modigliani - dove gli elementi architettonici dell'edificio medievale incontrano lo stile inconfondibile dell'artista - è già stata inaugurata la prima di una lunga serie di mostre dedicate al maestro.
Il primo appuntamento per il pubblico è Modigliani e l'art nègre: simbolo, opere, tecnologia, esposizione inserita nel programma del 60esimo Festival dei Due Mondi. Fino al 30 luglio, prima di volare a Milano, l'esposizione tesserà un percorso che metterà in dialogo opere pittoriche in fase di attribuzione a Modigliani - il Ritratto di Elvira, L'uomo con cappello e il Ritratto di Hannelore e due dei cosiddetti “dessin à boire”, brevi schizzi su taccuini, realizzati in osteria per ricevere in cambio da bere - con una selezione di sculture, maschere tribali e pitture contemporanee dell'artista tanzaniano George Lilanga, esponente di avanguardia dell'arte contemporanea africana.
La quarta importante opera pittorica della mostra - in attesa di certa attribuzione - è il possibile ritratto realizzato da Picasso a Modigliani. La dedica, sul tretro del dipinto, che si potrebbe tradurre “al debosciato con affetto” definisce una possibile ipotesi di studio.
Ci saranno anche cinquanta sculture lignee e maschere della collezione privata dei coniugi torinesi Anna Alberghina e Bruno Albertino, rappresentative delle principali etnie e tematiche socio-religiose africane, fonte di meraviglia e ispirazione per le avanguardie artistiche dei primi decenni del secolo scorso.
«Amedeo Modigliani - ha spiegato il collezionista Cesare Pippi, curatore della mostra - probabilmente ha visto e studiato molte arti primitive, ne è stato in parte influenzato nelle scelte stilistiche, ma ha costruito un proprio mondo scultoreo e pittorico, estremamente personale dove le varie fonti sono state soltanto usate per declinare la bellezza delle sue donne, quasi astraendole dai contesti che le attorniavano. Modigliani ha scelto con libertà completa gli stilemi più aggraziati delle arti primitive, tralasciando le forme più dure dell’arte tribale africana e le forme più estreme delle altre».
L'intento dell'Istituto, come ha precisato il suo presidente, è quello di presentare all’attenzione degli storici dell’arte, dei critici e degli esperti, opere studiate e analizzate scientificamente con un lavoro scrupoloso ed approfondito, ma mai esposte in pubblico. «L'Istituto - ha ribadito Luciano Renzi - non intende certificare, ma soltanto rendere noto, contribuendo ad arricchire il dibattito storico e scientifico attorno alla figura dell’artista livornese».
LA MOSTRA “IMPOSSIBILE”
Ma la sfida più ambiziosa per l'Istituto Modigliani, in vista dei grandi festeggiamenti a cento anni dalla morte dell'artista, è l'allestimento della Mostra impossibile Modigliani. Si tratta di un progetto grandioso e inedito, la cui data non è stata ancora resa nota, finalizzato a raccogliere tutte insieme in uno stesso luogo, e per la prima volta, in formato Modlight® , tutte le 337 opere certificate dal catalogo Ceroni.
UN RITRATTO DI MODÌ ALLA FONDAZIONE GUGGENHEIM
Una giovane malinconica in camicia blu, avvolta da una semplicità di linea, forma e colore, tipiche della maturità pittorica di Modigliani è protagonista fino al 15 agosto del riallestimento all’interno delle Project Rooms del museo, insieme a una serie di altre opere d’arte italiana donate alla Fondazione Solomon R. Guggenheim nel corso degli ultimi tre decenni.
Ragazza con il bavero alla marinara del 1916, donata alla fondazione Guggenheim attraverso un lascito testamentario, ha fatto parte per più di cinquant’anni della collezione di Luisa Toso, a Venezia.
L’opera - oggetto di un recente intervento di restauro che ha contribuito a rimuovere lo spesso strato di vernice non originale, applicata in occasione di un precedente intervento di restauro - venne esposta, nel dicembre 1917, presso la galleria Berthe Weill di Parigi, nell’unica retrospettiva dedicata a Modigliani, mentre l'artista era ancora in vita. L’esposizione suscitò scandalo per i nudi femminili esposti in vetrina, tanto da dover, in anticipo, chiudere i battenti.
Sempre nel 1917 il dipinto venne acquistato dal mercante d’arte Paul Guillaume ed esposto in rarissime occasioni, al Palais des Beaux-Arts, a Bruxelles, nel 1933 e alla Kunsthalle Basel, a Basilea, nel 1934, per poi entrare nella collezione Toso di Venezia, nel 1952.
PROSEGUE FINO AL 16 LUGLIO L'OMAGGIO DI GENOVA AL MAESTRO
In attesa che l'Istituto Modigliani snoccioli gli ulteriori eventi in programma fino al 2020 è possibile visitare, fino al 16 luglio la mostra dedicata a “Dedo”, allestita nell'appartamento del Doge di Palazzo Ducale.
Attraverso una trentina di opere provenienti da importanti musei - dal Musée de l’Orangerie al Fitzwilliam Museum di Cambridge - il percorso creativo di Modigliani affronta le principali componenti della sua carriera breve e feconda.
In vista del 2020, anno in cui il calendario degli eventi in onore del pittore di Livorno sarà più definito e fitto, la Fondazione Modigliani snocciola già con entusiasmo alcuni appuntamenti da non perdere dedicati al maestro “Dedo”.
Intanto da Spoleto a Genova, passando da Venezia, le tele del maestro sono già al centro di alcune imperdibili mostre.
UNA FESTA CHE PARTE DA SPOLETO: LA MOSTRA A CASA MODIGLIANI
Il 31 maggio è stata inaugurata a Spoleto la Casa Modigliani, sede internazionale dell'Istituto Amedeo Modigliani, ma soprattutto centro operativo del Comitato organizzatore delle celebrazioni del centenario. Uno spazio di oltre 300 metri quadrati, allestito nell'elegante cornice di Palazzo Bernardino Montani, realizzato, come spiega il presidente Luciano Renzi, «attraverso esclusivi interventi privati», con l'obiettivo di celebrare e promuovere, la storia, l'opera e il messaggio di uno dei maggiori artisti italiani del Novecento.
Ma la nuova casa dell'artista livornese, come anticipano dall'Istituto, sarà soprattutto «un laboratorio per studiare forme innovative di intreccio tra arte e tecnologia, attraverso l’uso della realtà aumentata e del virtuale e avrà un importante ruolo nello studio e nella ricerca scientifica per opere pittoriche in fase di attestazione e certificazione».
La novità più attesa - che sarà accolta in forma permanente presso la nuova sede di piazza Fontana 3 - è un innovativo format di mostra esperienziale, una passeggiata tra i capolavori dell'artista, che si avvale di un sistema in altissima definizione, e della tecnologia Modlight® basata su uno specifico disegno di luci, su sofisticati impianti a led e su un importante lavoro fotografico svolto sulle opere originali. Un'esperienza speciale che consentirà ai visitatori di immergersi tra i ritratti femminili e i volti stilizzati di Modì.
All'interno di Casa Modigliani - dove gli elementi architettonici dell'edificio medievale incontrano lo stile inconfondibile dell'artista - è già stata inaugurata la prima di una lunga serie di mostre dedicate al maestro.
Il primo appuntamento per il pubblico è Modigliani e l'art nègre: simbolo, opere, tecnologia, esposizione inserita nel programma del 60esimo Festival dei Due Mondi. Fino al 30 luglio, prima di volare a Milano, l'esposizione tesserà un percorso che metterà in dialogo opere pittoriche in fase di attribuzione a Modigliani - il Ritratto di Elvira, L'uomo con cappello e il Ritratto di Hannelore e due dei cosiddetti “dessin à boire”, brevi schizzi su taccuini, realizzati in osteria per ricevere in cambio da bere - con una selezione di sculture, maschere tribali e pitture contemporanee dell'artista tanzaniano George Lilanga, esponente di avanguardia dell'arte contemporanea africana.
La quarta importante opera pittorica della mostra - in attesa di certa attribuzione - è il possibile ritratto realizzato da Picasso a Modigliani. La dedica, sul tretro del dipinto, che si potrebbe tradurre “al debosciato con affetto” definisce una possibile ipotesi di studio.
Ci saranno anche cinquanta sculture lignee e maschere della collezione privata dei coniugi torinesi Anna Alberghina e Bruno Albertino, rappresentative delle principali etnie e tematiche socio-religiose africane, fonte di meraviglia e ispirazione per le avanguardie artistiche dei primi decenni del secolo scorso.
«Amedeo Modigliani - ha spiegato il collezionista Cesare Pippi, curatore della mostra - probabilmente ha visto e studiato molte arti primitive, ne è stato in parte influenzato nelle scelte stilistiche, ma ha costruito un proprio mondo scultoreo e pittorico, estremamente personale dove le varie fonti sono state soltanto usate per declinare la bellezza delle sue donne, quasi astraendole dai contesti che le attorniavano. Modigliani ha scelto con libertà completa gli stilemi più aggraziati delle arti primitive, tralasciando le forme più dure dell’arte tribale africana e le forme più estreme delle altre».
L'intento dell'Istituto, come ha precisato il suo presidente, è quello di presentare all’attenzione degli storici dell’arte, dei critici e degli esperti, opere studiate e analizzate scientificamente con un lavoro scrupoloso ed approfondito, ma mai esposte in pubblico. «L'Istituto - ha ribadito Luciano Renzi - non intende certificare, ma soltanto rendere noto, contribuendo ad arricchire il dibattito storico e scientifico attorno alla figura dell’artista livornese».
LA MOSTRA “IMPOSSIBILE”
Ma la sfida più ambiziosa per l'Istituto Modigliani, in vista dei grandi festeggiamenti a cento anni dalla morte dell'artista, è l'allestimento della Mostra impossibile Modigliani. Si tratta di un progetto grandioso e inedito, la cui data non è stata ancora resa nota, finalizzato a raccogliere tutte insieme in uno stesso luogo, e per la prima volta, in formato Modlight® , tutte le 337 opere certificate dal catalogo Ceroni.
UN RITRATTO DI MODÌ ALLA FONDAZIONE GUGGENHEIM
Una giovane malinconica in camicia blu, avvolta da una semplicità di linea, forma e colore, tipiche della maturità pittorica di Modigliani è protagonista fino al 15 agosto del riallestimento all’interno delle Project Rooms del museo, insieme a una serie di altre opere d’arte italiana donate alla Fondazione Solomon R. Guggenheim nel corso degli ultimi tre decenni.
Ragazza con il bavero alla marinara del 1916, donata alla fondazione Guggenheim attraverso un lascito testamentario, ha fatto parte per più di cinquant’anni della collezione di Luisa Toso, a Venezia.
L’opera - oggetto di un recente intervento di restauro che ha contribuito a rimuovere lo spesso strato di vernice non originale, applicata in occasione di un precedente intervento di restauro - venne esposta, nel dicembre 1917, presso la galleria Berthe Weill di Parigi, nell’unica retrospettiva dedicata a Modigliani, mentre l'artista era ancora in vita. L’esposizione suscitò scandalo per i nudi femminili esposti in vetrina, tanto da dover, in anticipo, chiudere i battenti.
Sempre nel 1917 il dipinto venne acquistato dal mercante d’arte Paul Guillaume ed esposto in rarissime occasioni, al Palais des Beaux-Arts, a Bruxelles, nel 1933 e alla Kunsthalle Basel, a Basilea, nel 1934, per poi entrare nella collezione Toso di Venezia, nel 1952.
PROSEGUE FINO AL 16 LUGLIO L'OMAGGIO DI GENOVA AL MAESTRO
In attesa che l'Istituto Modigliani snoccioli gli ulteriori eventi in programma fino al 2020 è possibile visitare, fino al 16 luglio la mostra dedicata a “Dedo”, allestita nell'appartamento del Doge di Palazzo Ducale.
Attraverso una trentina di opere provenienti da importanti musei - dal Musée de l’Orangerie al Fitzwilliam Museum di Cambridge - il percorso creativo di Modigliani affronta le principali componenti della sua carriera breve e feconda.
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