Dal 29 settembre 2017 al 28 gennaio 2018
A Milano una grande mostra svela un inedito Caravaggio
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Fanciullo morso da un ramarro, 1596-1597. Olio su tela, 65,8 52,3 cm Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi di Firenze © Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi
Samantha De Martin
06/06/2017
Milano - Non soltanto una mostra, ma un viaggio straordinario, immersivo, coinvolgente, dentro l'opera, tra gli aggiustamenti, i pentimenti, maturati nel corso dell'elaborazione compositiva, da uno degli artisti più grandi di sempre.
Milano celebra Caravaggio con un appuntamento unico, «evento top dell'anno» - come lo ha definito il sindaco Giuseppe Sala - che vedrà i capolavori dell'artista, provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, riuniti, per la prima volta insieme, a Palazzo Reale.
Nella straordinaria esposizione che sarà allestita dal prossimo 29 settembre - proprio nel giorno in cui l'artista nacque - fino al 28 gennaio 2018, le tele dell'irrequieto maestro della luce saranno affiancate dalle rispettive immagini radiografiche che offriranno al pubblico la possibilità di seguire, attraverso un uso innovativo degli apparati multimediali, il percorso dell'artista, dal suo pensiero iniziale fino alla realizzazione finale dell'opera.
Ed è proprio questa preziosa opportunità di entrare nella produzione del Merisi che fa della mostra "Dentro Caravaggio" una grande occasione per gustare gli aspetti inediti del turbolento pittore, oltre all'ambientazione realistica, al naturalismo dei soggetti, all'uso personalissimo della luce e dell'ombra.
È attraverso due fondamentali chiavi di lettura che l'esposizione - a cura di Rossella Vodret, coadiuvata dal comitato scientifico presieduto da Keith Christiansen, promossa da Palazzo Reale e da MondoMostre Skira - racconta gli anni dell'intensa produzione caravaggesca.
Le indagini diagnostiche sulle tecniche esecutive non evidenti e le nuove ricerche documentarie che rivoluzionano gli anni giovanili a Roma hanno, infatti, portato a rivedere la cronologia delle prime opere del pittore milanese. Una sostanziosa parte della misteriosa vicenda umana e artistica di Caravaggio sarà pertanto svelata grazie ad alcuni documenti - presenti in mostra - provenienti dall'Archivio di Stato di Roma e di Siena.
Un corteo di capolavori, frutto di illustri prestiti, sfilerà a Palazzo Reale davanti agli occhi dei visitatori: dalla Sacra Famiglia con San Giovannino proveniente dal Metropolitan Museum of Art di New York alla Salomé con la testa del Battista dalla National Gallery di Londra, da San Francesco in estasi prestato dal Wadsworth Atheneum of Art di Hartford al San Girolamo proveniente dal Museo Montserrat di Barcellona. Dall'Italia arriveranno invece i capolavori dalla Galleria degli Uffizi ( Sacrificio di Isacco, 1602-1602), da Palazzo Pitti (Ritratto di un cavaliere di Malta, 1608), dai Musei Capitolini (La Buona Ventura, 1597), dalla Galleria Nazionale d'Arte antica-Palazzo Corsini (San Giovanni Battista, 1604), dalle Gallerie d'Italia Palazzo Zevallos di Napoli e da altre grandi collezioni nazionali.
«È la terza mostra dedicata a Caravaggio che Milano ospita nell’arco di 67 anni» - ricorda Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale. Dopo quelle del 1951 e del 2005, l'esposizione del 2017 «apre il dialogo con il mondo della ricerca scientifica, un nuovo ambito di studi che tornerà in altre mostre future».
Dall'importante campagna di indagini diagnostiche, che ha esaminato le ventidue opere autografe presenti a Roma, condotta, a partire dal 2009 dal MiBACT, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano e con l'Istituto Superiore per la conservazione e il Restauro, emerge un Caravaggio inedito, finora nascosto, che affiora dagli strati di pittura attraverso elementi esecutivi inaspettati, dove la presenza di tratti di disegno sulla preparazione chiara utilizzata nelle opere giovanili, come ribasdisce la curatrice Rossella Vodret, «sfata il mito che Caravaggio non abbia mai disegnato. L'artista «eseguiva infatti incisioni con la punta del pennello o abbozzi con cui stabiliva i confini delle figure».
Grazie alle riflettografie e alle radiografie che si insinuano sotto la superficie pittorica, indagandola, il visitatore potrà apprezzare l'intero procedimento creativo dell'artista, scorgere i rifacimenti, i pentimenti, gli aggiustamenti realizzati nel corso della composizione. Come nel caso del San Giovannino di Palazzo Corsini, dove le analisi hanno consentito di notare l'aggiunta di un agnello, simbolo poi eliminato.
Alla campagna eseguita tra il 2009 e il 2012 sulle opere romane di Caravaggio faranno seguito, grazie al sostegno del Gruppo Bracco, nuove indagini diagnostiche sulle altre opere in mostra, delle quali verrà proposta un'innovativa elaborazione grafica che le renderà più leggibili agli occhi del grande pubblico.
Un'occasione unica, insomma, per poter riscoprire il genio di un uomo che, a distanza di quasi 450 anni, continua ancora a sorprendere.
Leggi anche:
• Un anno all'insegna di Caravaggio
• Il terzo dialogo attorno a Caravaggio crea scompiglio a Brera
• Da Caravaggio a Bernini. Capolavori del Seicento italiano nelle collezioni reali di Spagna
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Nella straordinaria esposizione che sarà allestita dal prossimo 29 settembre - proprio nel giorno in cui l'artista nacque - fino al 28 gennaio 2018, le tele dell'irrequieto maestro della luce saranno affiancate dalle rispettive immagini radiografiche che offriranno al pubblico la possibilità di seguire, attraverso un uso innovativo degli apparati multimediali, il percorso dell'artista, dal suo pensiero iniziale fino alla realizzazione finale dell'opera.
Ed è proprio questa preziosa opportunità di entrare nella produzione del Merisi che fa della mostra "Dentro Caravaggio" una grande occasione per gustare gli aspetti inediti del turbolento pittore, oltre all'ambientazione realistica, al naturalismo dei soggetti, all'uso personalissimo della luce e dell'ombra.
È attraverso due fondamentali chiavi di lettura che l'esposizione - a cura di Rossella Vodret, coadiuvata dal comitato scientifico presieduto da Keith Christiansen, promossa da Palazzo Reale e da MondoMostre Skira - racconta gli anni dell'intensa produzione caravaggesca.
Le indagini diagnostiche sulle tecniche esecutive non evidenti e le nuove ricerche documentarie che rivoluzionano gli anni giovanili a Roma hanno, infatti, portato a rivedere la cronologia delle prime opere del pittore milanese. Una sostanziosa parte della misteriosa vicenda umana e artistica di Caravaggio sarà pertanto svelata grazie ad alcuni documenti - presenti in mostra - provenienti dall'Archivio di Stato di Roma e di Siena.
Un corteo di capolavori, frutto di illustri prestiti, sfilerà a Palazzo Reale davanti agli occhi dei visitatori: dalla Sacra Famiglia con San Giovannino proveniente dal Metropolitan Museum of Art di New York alla Salomé con la testa del Battista dalla National Gallery di Londra, da San Francesco in estasi prestato dal Wadsworth Atheneum of Art di Hartford al San Girolamo proveniente dal Museo Montserrat di Barcellona. Dall'Italia arriveranno invece i capolavori dalla Galleria degli Uffizi ( Sacrificio di Isacco, 1602-1602), da Palazzo Pitti (Ritratto di un cavaliere di Malta, 1608), dai Musei Capitolini (La Buona Ventura, 1597), dalla Galleria Nazionale d'Arte antica-Palazzo Corsini (San Giovanni Battista, 1604), dalle Gallerie d'Italia Palazzo Zevallos di Napoli e da altre grandi collezioni nazionali.
«È la terza mostra dedicata a Caravaggio che Milano ospita nell’arco di 67 anni» - ricorda Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale. Dopo quelle del 1951 e del 2005, l'esposizione del 2017 «apre il dialogo con il mondo della ricerca scientifica, un nuovo ambito di studi che tornerà in altre mostre future».
Dall'importante campagna di indagini diagnostiche, che ha esaminato le ventidue opere autografe presenti a Roma, condotta, a partire dal 2009 dal MiBACT, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano e con l'Istituto Superiore per la conservazione e il Restauro, emerge un Caravaggio inedito, finora nascosto, che affiora dagli strati di pittura attraverso elementi esecutivi inaspettati, dove la presenza di tratti di disegno sulla preparazione chiara utilizzata nelle opere giovanili, come ribasdisce la curatrice Rossella Vodret, «sfata il mito che Caravaggio non abbia mai disegnato. L'artista «eseguiva infatti incisioni con la punta del pennello o abbozzi con cui stabiliva i confini delle figure».
Grazie alle riflettografie e alle radiografie che si insinuano sotto la superficie pittorica, indagandola, il visitatore potrà apprezzare l'intero procedimento creativo dell'artista, scorgere i rifacimenti, i pentimenti, gli aggiustamenti realizzati nel corso della composizione. Come nel caso del San Giovannino di Palazzo Corsini, dove le analisi hanno consentito di notare l'aggiunta di un agnello, simbolo poi eliminato.
Alla campagna eseguita tra il 2009 e il 2012 sulle opere romane di Caravaggio faranno seguito, grazie al sostegno del Gruppo Bracco, nuove indagini diagnostiche sulle altre opere in mostra, delle quali verrà proposta un'innovativa elaborazione grafica che le renderà più leggibili agli occhi del grande pubblico.
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