Dal 4 marzo al 25 maggio
Al Museo diocesano di Milano la Deposizione di Tintoretto a tu per tu con il contemporaneo

Jacopo Robusti detto Jacopo Tintoretto, Deposizione di Cristo dalla Croce, Olio su tela, 295 x 228 cm, Venezia, Gallerie dell’Accademia
Samantha De Martin
21/02/2025
Milano - La Deposizione di Cristo dalla Croce di Jacopo Tintoretto sfida l’arte contemporanea.
Accadrà dal 4 marzo al 25 maggio al Museo diocesano Carlo Maria Martini di Milano dove in occasione della Quaresima e della Pasqua, uno dei protagonisti assoluti della pittura veneziana della seconda metà del Cinquecento, in prestito dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, si confronterà con gli artisti contemporanei Jacopo Benassi, Luca Bertolo, Alberto Gianfreda, Maria Elisabetta Novello.
La mostra, a cura di Giulio Manieri Elia e Nadia Righi, intitolata La Deposizione Quattro artisti contemporanei sfidati da un capolavoro comprende una sezione, su progetto di Casa Testori e curata da Giuseppe Frangi, nella quale i quattro artisti sono chiamati a mettersi in gioco davanti alla tela, creando con essa un rapporto personale e realizzando un’opera che si confronti con il valore profondo del capolavoro veneto, facendo ricorso a diversi linguaggi, dall’installazione alla pittura.
Espressione della piena maturità del maestro veneziano, realizzata intorno al 1560-1562, la Deposizione fu destinata a Santa Maria dell’Umiltà alle Zattere, prima chiesa gesuita a Venezia, soppressa nel 1806 e successivamente demolita.
La straordinaria libertà della pennellata e dalla composizione calibrata, allo stesso tempo drammatica e concitata, si intreccia al dinamismo accentuato dall’uso della luce, mentre gli intensi chiaroscuri creano un forte impatto emotivo, lasciando sbucare i protagonisti da un paesaggio in penombra. Con i loro corpi sovradimensionati, collegati tra loro da un intreccio di gesti e sguardi, i protagonisti della tela di Tintoretto si dispongono teatralmente intorno al corpo di Cristo, collocato in diagonale al centro della scena e sorretto per le spalle da una figura maschile, probabilmente Giuseppe d’Arimatea. Verso di lui è protesa la Maddalena, con le braccia spalancate in un gesto di struggente disperazione, mentre lungo un'altra direttrice giace la Madonna, priva di sensi, sopraffatta dal dolore, a formare una croce con il corpo di Gesù adagiato su di lei.
Accanto alla Deposizione sono esposte le opere di Bertolo, Gianfreda e Novello, realizzate a partire dalle suggestioni che il dipinto ha innescato negli artisti. A queste si è aggiunta, per scelta del curatore, un’opera di Benassi del 2022.
Per il pubblico sarà l’occasione per ammirare il capolavoro di un maestro senza tempo, oltre a lavori che restituiscono prospettive di lettura proprie, mentre il linguaggio contemporaneo mostra il modo in cui un'opera del passato possa sollecitare e incrociare esperienze presenti, storie intime e personali, offrendo diverse possibilità di approcci anche al pubblico.
Accadrà dal 4 marzo al 25 maggio al Museo diocesano Carlo Maria Martini di Milano dove in occasione della Quaresima e della Pasqua, uno dei protagonisti assoluti della pittura veneziana della seconda metà del Cinquecento, in prestito dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, si confronterà con gli artisti contemporanei Jacopo Benassi, Luca Bertolo, Alberto Gianfreda, Maria Elisabetta Novello.
La mostra, a cura di Giulio Manieri Elia e Nadia Righi, intitolata La Deposizione Quattro artisti contemporanei sfidati da un capolavoro comprende una sezione, su progetto di Casa Testori e curata da Giuseppe Frangi, nella quale i quattro artisti sono chiamati a mettersi in gioco davanti alla tela, creando con essa un rapporto personale e realizzando un’opera che si confronti con il valore profondo del capolavoro veneto, facendo ricorso a diversi linguaggi, dall’installazione alla pittura.
Espressione della piena maturità del maestro veneziano, realizzata intorno al 1560-1562, la Deposizione fu destinata a Santa Maria dell’Umiltà alle Zattere, prima chiesa gesuita a Venezia, soppressa nel 1806 e successivamente demolita.
La straordinaria libertà della pennellata e dalla composizione calibrata, allo stesso tempo drammatica e concitata, si intreccia al dinamismo accentuato dall’uso della luce, mentre gli intensi chiaroscuri creano un forte impatto emotivo, lasciando sbucare i protagonisti da un paesaggio in penombra. Con i loro corpi sovradimensionati, collegati tra loro da un intreccio di gesti e sguardi, i protagonisti della tela di Tintoretto si dispongono teatralmente intorno al corpo di Cristo, collocato in diagonale al centro della scena e sorretto per le spalle da una figura maschile, probabilmente Giuseppe d’Arimatea. Verso di lui è protesa la Maddalena, con le braccia spalancate in un gesto di struggente disperazione, mentre lungo un'altra direttrice giace la Madonna, priva di sensi, sopraffatta dal dolore, a formare una croce con il corpo di Gesù adagiato su di lei.
Accanto alla Deposizione sono esposte le opere di Bertolo, Gianfreda e Novello, realizzate a partire dalle suggestioni che il dipinto ha innescato negli artisti. A queste si è aggiunta, per scelta del curatore, un’opera di Benassi del 2022.
Per il pubblico sarà l’occasione per ammirare il capolavoro di un maestro senza tempo, oltre a lavori che restituiscono prospettive di lettura proprie, mentre il linguaggio contemporaneo mostra il modo in cui un'opera del passato possa sollecitare e incrociare esperienze presenti, storie intime e personali, offrendo diverse possibilità di approcci anche al pubblico.
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